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«La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa»: Convegno Biblico internazionale nel 40° anniversario della promulgazione della Costituzione conciliare «Dei Verbum»

Dichiarazioni del Card Kasper
Notizie dalla Radio Vaticana
Intervista con Mons. Paglia

Città del Vaticano - Più di 400 partecipanti da 98 paesi, di cui un centinaio tra Cardinali e Vescovi, si incontreranno a Roma dal 14 al 18 settembre per un Convegno Biblico Internazionale sul tema «La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa». Questo incontro, organizzato per commemorare il 40° anniversario della promulgazione della Costituzione conciliare «Dei Verbum», è patrocinato dalla Federazione biblica cattolica e dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani. Secondo un comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, al Convegno prenderanno parte tutti coloro che, su vari versanti, operano nel lavoro biblico: la pastorale, le traduzioni e gli studi biblici. È prevista inoltre la partecipazione di rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali e anche di altre religioni.
Le 18 presentazioni e gruppi di discussione tratteranno di questioni attuali di pastorale biblica. Tra i temi di maggior rilevanza: l’esegesi, la catechesi e la liturgia; il dialogo ecumenico, le relazioni con l’ebraismo, il dialogo interreligioso; la sfida rappresentata dai nuovi movimenti religiosi e il problema crescente del fondamentalismo; la questione dei valori religiosi in un contesto secolarizzato, ed infine, il tema della giustizia e della pace in un mondo globalizzato. Il programma comprenderà momenti di preghiera comune, celebrazioni liturgiche ed eventi culturali. Tra le iniziative, il seminario sui «Metodi creativi per proclamare la Parola di Dio», che presenterà una panoramica della varietà e ampiezza del lavoro biblico concreto attraverso il mondo.

Il Convegno non intende tanto tracciare una retrospettiva sui quaranta anni trascorsi, ma piuttosto una panoramica critica e un bilancio attendibile della situazione attuale: darà l’occasione di discutere problemi e sfide fondamentali, che devono essere affrontati in questo XXI secolo con una pastorale biblicamente ispirata, che prenda in considerazione il contesto ecclesiale, il dialogo ecumenico, il dialogo con le varie culture e religioni, con la società e con il mondo. 

L’iniziativa vuole essere inoltre “una piattaforma internazionale di scambio sui modi di favorire l’accesso alla Bibbia e di sviluppare il lavoro biblico in modo consono ai tempi”. Momento culminante del convegno sarà la celebrazione liturgica nella basilica di San Pietro alla quale farà seguito un’udienza privata con Papa Benedetto XVI. Il professore di teologia fondamentale e di Dogmatica, Joseph Ratzinger – ricorda la Santa Sede - intervenne attivamente, in qualità di consigliere teologico del card. Frings, l’allora arcivescovo di Colonia, nelle discussioni preparatorie alla costituzione conciliare, pubblicandone poi un autorevole commento. Fra i numerosi relatori del convegno, il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, l'arcivescovo emerito di Milano, card. Carlo Maria Martini, e l’arcivescovo John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria), presidente di due Riunioni Internazionali di Conferenze Episcopali in Africa.

In concomitanza con il convegno si svolgerà la mostra «Ut Dei Verbum currat (2 Ts 3,1)», nella quale una trentina di organizzazioni esporranno materiali e informazioni sulla Bibbia: traduzioni bibliche e pubblicazioni specialistiche per corsi e modelli di formazione biblica, materiali per la diffusione tramite Internet, la radio e la televisione.

La Federazione Biblica Cattolica è un'organizzazione internazionale, fondata dopo il Concilio Vaticano II, da Papa Paolo VI. Composta di 300 istituzioni affiliate in 127 Paesi, ha lo scopo di promuovere e coordinare la pastorale biblica cattolica a livello mondiale.




Dichiarazioni Card. Kasper                                                       
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"Un'occasione favorevole per fare un bilancio attendibile" sulla "collaborazione" tra cattolici ed alti cristiani, divenuta in questi 40 anni "sempre più intensa" in campo biblico. Così il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, ha definito la "Dei verbum", presentando oggi ai giornalisti il Congresso internazionale "La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa" (Roma, 14-18 settembre) per iniziativa della Federazione Biblica Cattolica e del citato dicastero pontificio. Rispondendo ad alcune domande dei giornalisti sullo "stato di salute" dell’ecumenismo, il porporato ha definito "su una buona strada" i rapporti con la Chiesa ortodossa russa e quelli con "le cosiddette chiese tradizionaliste", che "leggono la bibbia più degli evangelici". Anche se con questi ultimi, ha precisato Kasper, "non c’è un pieno consenso, esistono molte convergenze e la collaborazione è ottima". Con gli evangelici, invece, "non solo quelli nordamericani, ma soprattutto i pentecostali molti diffusi nell’America del Sud", è nato "un nuovo problema per l’ecumenismo": "Tra gli evangelici – ha spiegato infatti il vescovo – alcune correnti sono fondamentaliste e non accettano i metodi storico-critici di lettura della Bibbia". Quanto ai lefebriani, ricevuti di recente in udienza da Benedetto XVI, Paglia ha ricordato che "il problema non sta solo nella lingua latina o nell’Eucaristia, ma nel modo in cui si concepisce il rapporto tra la Chiesa ed il mondo moderno". Anche qui la "questione aperta" è quella del metodo storico-critico, a volte "abusato" anche dai cattolici: "Sta a noi – ha concluso Kasper – trovare un nuovo equilibrio, partendo dal fatto che la Bibbia si legge nella Chiesa ed appartiene al popolo di Dio".



Notizie dalla Radio Vaticana                                    
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“L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”: ha utilizzato le parole di San Girolamo, il cardinale Walter Kasper per sottolineare l’importanza della Dei Verbum nella vita di ogni credente. Il porporato ha ricordato come proprio la Costituzione conciliare sulla Divina Rivelazione abbia ribadito che “La parola di Dio è al primo posto. Soltanto per Suo tramite possiamo comprendere la Chiesa”. Il congresso internazionale convocato a 40 anni dalla promulgazione della Dei Verbum vuole dunque essere soprattutto un momento di riflessione critica sulla pastorale biblica alla luce della scelta compiuta dai padri conciliari:

“Il Concilio afferma l’essenza e l’importanza della Parola di Dio intesa come messaggio di salvezza e di vita. La rivelazione non è né un mito estraneo alla storia, né una speculazione astratta; essa avviene nella storia, che trova il suo compimento in Gesù Cristo”.

Nella Rivelazione, ha aggiunto il porporato, “Dio ci parla come ad amici nel suo grandissimo amore”. A questa interpretazione della Rivelazione corrisponde “una comprensione della fede che mira esclusivamente a Dio”.

“Tramite lo Spirito promesso alla Chiesa, la Parola di Dio, manifestatasi una volta per tutte in Gesù Cristo, si fa continuamente viva e presente nella Chiesa. Solo se la Chiesa ascolta ciò che lo Spirito ha da dire alle chiese (cfr. Ap 2 ss) essa può essere Chiesa che proclama la Parola. Una proclamazione di un messaggio salvifico rivolto a tutta l’umanità”.

Il cardinale Kasper non ha mancato di rimarcare l’impatto positivo della Dei Verbum nel dialogo ecumenico. Al congresso prenderanno, infatti, parte anche rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali. D’altro canto, rispondendo ai giornalisti, il cardinale Kasper ha affermato che stanno migliorando i rapporti con la Chiesa ortodossa russa. Dal canto suo, il vescovo Vincenzo Paglia, presidente della Federazione Biblica Cattolica ha rilevato che l’ecumenismo spirituale, più volte sottolineato da Benedetto XVI, “trova nell’ascolto comune delle Sacre Scritture un luogo privilegiato per progredire nel dialogo ecumenico”. Durante la conferenza sono stati presentati anche alcuni dati sul rapporto tra fedeli e Sacra Scrittura. Secondo una recente ricerca, in Italia, Francia e Spagna l’80 per cento dei cattolici praticanti ascolta la Bibbia solo durante la Messa della domenica e appena il 3 per cento la legge ogni giorno. Sembra dunque che per i cattolici dei Paesi oggetto della ricerca, la Bibbia sia ancora una libro riservato al clero, piuttosto che il libro della propria vita. Tuttavia, il 41 per cento dei fedeli ritiene che l’omelia sia il momento più utile per la crescita della propria fede. Di qui la necessità di riprendere l’esortazione di Giovanni Paolo II che affermava: “L’impegnativo compito della nuova evangelizzazione passa attraverso la riconsegna della Bibbia all’intero popolo di Dio”.


Intervista a Mons. Paglia                                                torna su

Fra i principali relatori del convegno, che sarà accompagnato da una mostra: il cardinale Walter Kasper, il cardinale Carlo Maria Martini e l’arcivescovo di Abuja, John Onaiyekan, ai quali si affiancheranno più di 50 specialisti di fama internazionale. Tanti i temi che verranno affrontati, dal dialogo ecumenico al problema crescente del fondamentalismo. Ma torniamo all’importanza della Dei Verbum, una delle quattro costituzioni promulgate dal Concilio Vaticano II, con l’intervista di Giovanni Peduto al vescovo Vincenzo Paglia, presidente della Federazione Biblica Cattolica:

R. – Direi che il contenuto principale è l’affermazione che la Parola di Dio si è avvicinata agli uomini sia attraverso la tradizione, che poi ha assunto anche una forma scritta, che è la Sacra Scrittura. Quindi, in questo senso, porre attenzione a questo tesoro che poi confluisce nella Bibbia, questo mi pare un punto fondamentale che porta a soluzione un problema che era piuttosto complesso. Per cui oggi, con la “Dei Verbum”, potremmo dire che la Bibbia è tornata abbondantemente nelle mani dei fedeli.

D. – Cosa è nato in questi 40 anni, grazie a questa Costituzione conciliare? Pensiamo al cammino ecumenico, per esempio …

R. – Non c’è dubbio che questo piccolo, forse il più piccolo, documento del Vaticano II, assieme a quello sulla Liturgia, ha portato gli sconvolgimenti più belli, diciamo, nella vita della Chiesa. Non solo oggi i cattolici leggono la Bibbia, ma il cammino ecumenico ha trovato nell’incontro di tutti i cristiani nella Scrittura una delle fonti più importanti per ritrovare quella fraternità e quell’unità che è nel fondamento, appunto, dell’impegno dell’ecumenismo.

D. – Primato della Parola di Dio, necessità del Magistero per la sua retta interpretazione, tesoro della tradizione: sono tre elementi che devono andare sempre insieme…

R. – Le rispondo con una frase di Sant’Agostino, bellissima. “La Bibbia, la si deve leggere sulle ginocchia della Chiesa”. È detto tutto. Non è possibile separare Bibbia e Chiesa, come non si può separare la madre da un bambino. In questo senso, la lettura della scrittura deve respirare con tutta la storia della Chiesa, perché lo Spirito continua a parlare. La Bibbia non è un libro morto. Gregorio Magno diceva: “La Scrittura cresce con chi la legge”, cioè con la Chiesa.

D. – Oggi i cristiani, a suo parere, in che misura leggono la Bibbia, e qual è il suo suggerimento per leggere bene la Bibbia?

R. – Io direi che, se da un verso la Bibbia è tornata abbondantemente, il cammino però perché ogni cristiano abbia la sua Bibbia, è ancora molto lungo. Io, per esempio, suggerirei che ogni cristiano abbia la sua Bibbia personale, quella che ha a casa sul comodino, ma anche quella che si porta in vacanza. Questo, secondo me, è un impegno che ciascuno di noi dovrebbe avere, così come l’ha con l’Eucaristia. Noi cerchiamo di nutrirci abbondantemente con il pane eucaristico; dovremmo fare altrettanto con la Parola di Dio, con la Sacra Scrittura. E non a caso, la “Dei Verbum” dice, assieme a tutta la tradizione della Chiesa: “La Chiesa ha venerato sempre l’Eucaristia e la Sacra Scrittura”.

   
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