Padre John Zuhlsdorf ne analizza gli effettiAnnamarie Adkins,
su Zenit 8 e 10 luglio 2008
MINNEAPOLIS - Il motu proprio di Benedetto XVI “Summorum Pontificum”
sulla forma tradizionale della Messa ha suscitato un aumento dell'interesse nei
confronti della liturgia in latino, soprattutto tra i sacerdoti, afferma un
esperto di traduzioni liturgiche.
Padre John Zuhlsdorf, ex officiale della Pontificia Commissione Ecclesia
Dei, è un'autorità delle traduzioni liturgiche e del Messale del 1962.
Scrive anche l'editoriale “What Does the Prayer Really Say?” (“Cosa dice
realmente la preghiera?”) sul quotidiano The Wanderer ed è autore di un
popolare blog con lo stesso nome.
Nell'intervista rilasciata a ZENIT, il sacerdote parla
del nuovo interesse per la Messa in latino e delle varie questioni sollevate dal
motu proprio.
C'è stata una grande richiesta della Messa tradizionale in latino dopo il
motu proprio “Summorum Pontificum”?
Padre Zuhlsdorf: Sì e no. Non abbiamo visto orde di fedeli battere alla porta
dei rettorati per chiedere la Messa in latino, ma c'è stato un costante aumento
delle parrocchie in cui la Messa tradizionale in latino viene ora celebrata
regolarmente.
Le gocce stanno formando un ruscello.
All'inizio c'erano aspettative non realistiche. Molti di coloro che
sostengono la Messa nel vecchio stile erano troppo ottimisti. Gli oppositori,
spesso in posizioni di potere, hanno provato a fermare l'ondata parlando in modo
molto negativo non solo della vecchia Messa, ma anche della gente che la
desidera.
Molti Vescovi diocesani, incredibilmente, hanno posto ostacoli irragionevoli
ai provvedimenti che il Santo Padre aveva generosamente promulgato. Questa
resistenza si sta ora sgretolando sotto l'esame della gente e la pressione della
Santa Sede.
L'altro fattore importante è che molti giovani sacerdoti vogliono imparare la
Messa tradizionale in latino. Ad esempio, so che più di 1.000 sacerdoti hanno
richiesto il nuovo DVD realizzato dalla Fraternità di San Pietro insieme a EWTN
[Eternal World Television Network, ndt].
Molti sacerdoti stanno frequentando laboratori di formazione a Chicago e in
Nebraska, a Oxford (Inghilterra) e in altri luoghi, dovunque siano proposti. Non
appena i sacerdoti impareranno questa forma della Messa, inizieranno a
implementarla nelle parrocchie.
Il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, l'uomo di fiducia di Benedetto XVI nelle
questioni di questo tipo, ha affermato che il Santo Padre spera che questa Messa
verrà ampiamente offerta, anche se non è stata richiesta dai fedeli.
Si dice che la Pontificia Commissione Ecclesia Dei stia preparando un
documento per chiarire alcune ambiguità relative all'implementazione del “Summorum
Pontificum”. Quali sono state finora le maggiori difficoltà che questo
documento potrebbe affrontare?
Padre Zuhlsdorf: Il documento probabilmente chiarirà certi termini del
motu proprio usati da alcuni Vescovi e sacerdoti diocesani per fermare ciò
che il Santo Padre sta cercando di fare.
Ad esempio, il “Summorum Pontificum”afferma che i sacerdoti
devono essere idonei, capaci e competenti a dire Messa nel vecchio stile.
Idoneo, un termine tecnico, si riferisce ai requisiti minimi per la competenza,
non alla perizia.
Il Cardinale Edward Egan di New York, noto canonista, ha affermato
giustamente che idoneo, per quanto riguarda il latino, significa che il
sacerdote deve saper pronunciare le parole in modo adeguato. E' il minimo.
Ovviamente speriamo che ci sia più di questo, ma alcuni Vescovi stanno
sottoponendo i sacerdoti a esami in latino prima di stabilire se possono
esercitare il diritto di dire Messa usando il Messale Romano del 1962, o anche
in latino con il Novus Ordo, cioè la Messa nel proprio rito, come sacerdote
della Chiesa latina.
Un'altra questione è quanto debba essere numeroso un gruppo che richiede la
Messa nel vecchio stile prima che il parroco debba accogliere la loro richiesta.
Questa e altre questioni appartengono all'interpretazione del motu proprio.
Sono emerse anche questioni pratiche. Ad esempio, la Santa Sede dovrebbe dare
delle direttive sul rapporto tra i due calendari liturgici. Penso che la Santa
Sede dovrebbe emettere un ordo per la Messa tradizionale, un opuscolo
annuale indicando quale Messa debba essere detta ogni giorno.
Potrebbero essere utili anche delle chiarificazioni sullo stile dei paramenti
da usare, o sul tipo di musica. Ci sono questioni relative alla Comunione in
mano o alle chierichette, su come si inseriscono nello spirito della Messa
preconciliare.
Dovrebbero essere chiariti inoltre dettagli minori, come il cosiddetto
secondo Confiteor prima della Comunione o alcune tradizioni precedenti al
Messale del 1962 desiderate dai fedeli.
Questo documento, e le sue autorevoli risposte, aiuteranno a rendere
l'implementazione del “Summorum Pontificum” ordinata e serena.
Lei ha affermato che il “Summorum Pontificum” è la base del “Piano
Marshall” di Benedetto XVI per la Chiesa, ma la definizione “Piano Marshall”
implica la ricostruzione dalle fondamenta. Può descrivere questo piano e il
ruolo che crede abbia in esso la Messa tradizionale in latino?
Padre Zuhlsdorf: Per quanto possano essere utili, le analogie zoppicano un
po'. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti hanno ricostruito l'Europa
devastata dalla guerra sia per ragioni umanitarie che per avere partner
commerciali e un forte baluardo contro il comunismo.
Dopo il Concilio Vaticano II molte sfere della Chiesa sono state devastate e
sconvolte dal dissenso interno, con una perdita di continuità con la nostra
tradizione, e dall'erosione da parte del secolarismo e del relativismo del mondo
moderno prevalente.
Il Cardinale Joseph Ratzinger si è preoccupato per anni della perdita
dell'identità cristiana, che è alla base della civiltà occidentale. Ora credo
che Papa Ratzinger stia lavorando per rinvigorire la nostra identità cattolica,
all'interno della Chiesa stessa tra i suoi membri e le sue sfere d'azione,
perché possiamo resistere alle influenze negative del secolarismo e del
relativismo.
Solo con un'identità solida possiamo, come cattolici, avere qualcosa di
positivo e salutare da offrire al mondo, una voce chiara per dare importanti
contributi nella sfera pubblica.
La nostra identità come cattolici è indissolubilmente legata al modo in cui
preghiamo come Chiesa. Per dare forma e forza alla nostra identità cattolica in
questi tempi difficili, abbiamo bisogno di un autentico rinnovamento liturgico
che ci riporti alla nostra tradizione, mantenendoci in continuità con le
profonde radici della nostra bimillenaria esperienza cristiana.
Contrariamente a quanto sostengono i più progressisti, “la cosa cattolica”
non è iniziata negli anni Sessanta. Benedetto XVI ci sta guidando verso una
visione più salutare della dottrina della Chiesa, della storia, dell'adorazione
pubblica e della nostra identità come cristiani. Non ci può essere vero
cambiamento in vista di un futuro migliore senza continuità con il nostro
passato. La liturgia è la punta della lancia.
Benedetto XVI ha affermato nella lettera che accompagnava il “Summorum
Pontificum” di auspicare un arricchimento reciproco tra la forma ordinaria e
straordinaria della Messa. In particolare, ha auspicato che la forma
straordinaria ridoni un senso del sacro a quella ordinaria, o Novus Ordo.
Un anno dopo il “Summorum Pontificum”, ha visto la forma straordinaria
esercitare qualche “forza gravitazionale” sul Novus Ordo?
Padre Zuhlsdorf: Sì, possiamo vedere questa “forza” all'opera in alcuni
luoghi, ma c'è ancora molta strada da fare. La gravità esercita una grande
spinta, ma l'inerzia, soprattutto nella direzione sbagliata, deve ancora essere
vinta.
La lettera è stata diffusa appena un anno fa, e solo da settembre è entrata
in vigore. All'inizio ci sono stati scrosci di entusiasmo e critica, complimenti
e panico.
Il testo doveva essere letto e assorbito. La Santa Sede doveva chiarire la
formulazione autentica. I problemi e le domande sono ancora in fase di
identificazione. Un documento con chiarificazioni rimane ovviamente in via di
definizione.
La semplice consapevolezza dei provvedimenti del “Summorum Pontificum”,
però, ha avuto un impatto. Si stanno costituendo “parrocchie personali” per
l'uso della Messa e dei riti e dei sacramenti nel vecchio stile. I libri e il
materiale di formazione dovevano essere creati. Stanno iniziando ora le
pubblicazioni. Tutto questo richiede tempo.
Il Santo Padre ha anche introdotto dei cambiamenti relativi alla liturgia e a
certe pratiche post-conciliari celebrando il Novus Ordo in modo più
tradizionale, usando paramenti storici, tornando a distribuire la Comunione in
bocca ai fedeli inginocchiati e così via.
La vera spinta della vecchia Messa e gli sforzi di Benedetto XVI verso la
continuità con il Novus Ordo saranno tuttavia percepiti in futuro
Ad esempio, sempre più giovani sacerdoti mi dicono che dopo aver imparato la
Messa in latino non celebrano la Santa Messa nel Novus Ordo allo stesso
modo. Dalla Messa tradizionale in latino si imparano cose sul sacerdozio e sulla
Messa che non si apprendono dal Novus Ordo, soprattutto per com'è
celebrato in genere in tante delle nostre parrocchie e cappelle.
Il modo in cui un sacerdote dice Messa interessa profondamente una
parrocchia, a livello di riverenza, di vocazioni, di tutto.
Anche se Roma non è stata distrutta in un giorno, non sarà nemmeno
ricostruita rapidamente. Abbiamo subito una disastrosa perdita della formazione
sacerdotale di base per quanto riguarda il latino e la teologia e la cultura che
li accompagna. Ci vorrà tempo per recuperare.
I seminari hanno bisogno di tempo per far fronte ai nuovi bisogni a cui
richiama la lettera. I seminaristi sono desiderosi di imparare. Chi insegnerà?
Nelle parrocchie, i giovani desiderano sempre più una maggiore continuità con il
passato. Stanno scoprendo la loro eredità cattolica e che ne sono stati privati.
Avranno delle posizioni di preminenza nelle parrocchie e nelle scuole
cattoliche.
Concretamente, alcuni Vescovi, sacerdoti, liturgisti e musicisti stanno
ripensando al valore di alcune pratiche post-conciliari comuni.
Ad esempio, pochi giorni dopo che Benedetto XVI ha iniziato a distribuire la
Comunione in bocca ai fedeli inginocchiati, un Vescovo degli Stati Uniti ha
fatto la stessa cosa per il Corpus Domini.
Si stanno riconsiderando i grandi vantaggi della Messa celebrata “ad
orientem”, con tutti che guardano nella stessa direzione verso l'altare e il
Crocifisso. Il latino è stato rivalutato. I musicisti stanno recuperando il
tesoro della musica liturgica sacra nascosto per decenni.
Il “motu proprio” sta esercitando pressioni, ma ci sono ancora
resistenze e segni di pigrizia. Per far muovere le cose servono tempo, pazienza
e mente aperta. La legge dell'inerzia in fisica afferma che i corpi in movimento
o in quiete rimangono in quella situazione fino a che un'altra forza non agisce
su di loro. Il “motu proprio” è una forza di questo tipo.
Quali sono stati alcuni sviluppi rilevanti, o forse inaspettati, nella Chiesa
riferiti al “Summorum Pontificum” dalla sua diffusione?
Padre Zuhlsdorf: Un risultato notevole è il cambiamento dell'atteggiamento di
e sulla gente che desidera la liturgia tradizionale.
Per molto tempo l'establishment ecclesiastico ha guardato dall'alto in
basso e ha emarginato i cattolici più tradizionali, spingendoli “sul retro
dell'autobus” a causa del loro attaccamento alla nostra tradizione. Alcuni dei
più benevoli li consideravano parenti “strani” ma innocui.
Dall'altro lato molti tradizionalisti, forse a causa del profondo dispiacere
e della delusione che provavano dopo tutti i cambiamenti nella Chiesa, per la
sciocca stagione delle innovazioni illecite, l'eliminazione delle nostre belle
chiese e musiche, dei paramenti, delle statue, delle devozioni, si sono sentiti
gravemente feriti.
Con il tempo, molti di loro non hanno trovato altri modi per “negoziare” con
Vescovi e sacerdoti se non porre domande critiche e dir loro con arroganza cosa
fare. Si è arrivati a un punto in cui anche i chierici che erano aperti e
favorevoli hanno iniziato a trasalire e a fare marcia indietro ogni volta che i
tradizionalisti si avvicinavano. E così le acque delle buone relazioni gelano.
Visto che parte del dolore e dell'alienazione sta iniziando a svanire dal
cuore di molti di loro, i tradizionalisti possono avere ciò che avrebbero potuto
ottenere fin dall'inizio, ora che un sole caldo è fatto splendere nella loro
direzione dal Santo Padre e da altri che condividono la sua visione e che i
pastori di anime stanno iniziando ad aprirsi.
Il ghiaccio si sta sciogliendo e l'acqua è tornata a scorrere. Non è stato
uno sviluppo inatteso. Ho creduto pienamente che si sarebbe verificato perché i
tradizionalisti sono per la maggior parte brave persone che amano la Santa
Chiesa e vogliono il meglio per le loro famiglie, i sacerdoti e i Vescovi.
I Vescovi e i presbiteri, anche quando non sono personalmente inclini alle
cose più tradizionali, sono prevalentemente uomini che amano il loro gregge e
desiderano sinceramente il suo bene. Sono tutti d'accordo su ciò che conta
davvero. Quello che mi sorprende è che la rottura del ghiaccio – anche se c'è
ancora molta strada da fare – stia avvenendo in modo così rapido.
Ho sottovalutato il calore della luce del sole e l'apertura di cuore,
soprattutto da parte di alcuni Vescovi che, come corpo, non si sono mostrati in
passato molto amichevoli nei confronti della liturgia tradizionale. Questo mi ha
fatto rivedere i miei atteggiamenti.
[Traduzione dall'inglese di Roberta Sciamplicotti]