“Η χάρις και η ειρήνη ας είναι πλούσια μαζί
σας” (1 Pt 1,2). Με μεγάλη μου χαρά χαιρετώ
εσάς που αντιπροσωπεύετε τις διάφορες
χριστιανικές κοινότητες παροόσες στην Κύπρο.
[“A voi grazia e pace in abbondanza” (1Pt
1,2). Con grande gioia saluto voi che
rappresentate le comunità cristiane presenti
a Cipro].
Ringrazio Sua Beatitudine Crisostomo II per
le gentili parole di benvenuto, Sua Eminenza
Giorgio, Metropolita di Pafos, che ci
ospita, e quanti si sono impegnati per
rendere possibile questo incontro. Mi è
grato, inoltre, salutare cordialmente i
cristiani di altre confessioni qui presenti,
inclusi coloro che appartengono alle
comunità armena, luterana e anglicana.
In verità, è una grazia straordinaria per
noi essere riuniti in preghiera in questa
chiesa della Agia Kiriakì Chrysopolitissa
[chiesa della Santissima Signora Ricoperta
d’Oro]. Abbiamo appena udito la lettura
dagli Atti degli Apostoli, che ci ha
ricordato come Cipro fu la prima tappa dei
viaggi missionari dell’Apostolo Paolo (cfr
At 13,1-4). Riservati per sé dallo Spirito
Santo, Paolo, unitamente a Barnaba,
originario di Cipro, ed a Marco, il futuro
evangelista, dapprima giunsero a Salamina,
dove iniziarono a proclamare la parola di
Dio nelle sinagoghe. Attraversando l’isola,
giunsero a Pafos, dove, proprio vicino a
questo luogo, predicarono alla presenza del
proconsole romano Sergio Paolo. Fu quindi da
questo posto che il messaggio del Vangelo
cominciò a diffondersi in tutto l’impero e
la Chiesa, fondata sulla predicazione
apostolica, fu capace di piantare radici in
tutto il mondo allora conosciuto.
La Chiesa a Cipro può giustamente andare
fiera del proprio collegamento diretto con
la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e
della comunione nella fede apostolica, che
la lega a tutte quelle Chiese che
custodiscono la stessa regola della fede.
Questa è la comunione, reale, benché
imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci
sospinge a superare le nostre divisioni e a
lottare per ripristinare quella piena unione
visibile, che è voluta dal Signore per tutti
i suoi seguaci. Poiché, nelle parole di
Paolo, vi è “un solo corpo e un solo
spirito, come una sola è la speranza alla
quale siete stati chiamati, quella della
vostra vocazione; un solo Signore, una sola
fede, un solo battesimo” (Ef 4,4-5).
La comunione ecclesiale nella fede
apostolica è sia un dono, sia un appello
alla missione. Nel passo degli Atti che
abbiamo ascoltato, vediamo un’immagine
dell’unità della Chiesa nella preghiera,
nell’apertura alle spinte dello Spirito alla
missione. Come Paolo e Barnaba, ogni
cristiano, mediante il battesimo, è
“riservato” perché porti testimonianza
profetica al Signore risorto ed al suo
vangelo di riconciliazione, di misericordia
e di pace.
In tale contesto, l’Assemblea Speciale per
il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che
si riunirà a Roma nel prossimo ottobre,
rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani
nella regione, li incoraggerà nella loro
testimonianza al Vangelo e li aiuterà a
promuovere maggior dialogo e cooperazione
fra cristiani in tutta la regione.
Significativamente, i lavori del Sinodo
saranno arricchiti dalla presenza di
delegati fraterni di altre Chiese e Comunità
cristiane dell’area, quale segno del comune
impegno al servizio della parola di Dio e
della nostra apertura alla potenza della sua
Grazia che riconcilia.
L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un
dono da implorare dal Padre, nella speranza
che esso rafforzi la testimonianza del
Vangelo nel mondo d’oggi. Il Signore ha
pregato per la santità e l’unità dei suoi
discepoli proprio perché il mondo creda (cfr
Gv 17,21).
Giusto cento anni orsono, alla Conferenza
Missionaria di Edimburgo, l’acuta
consapevolezza che le divisioni fra
cristiani erano un ostacolo alla diffusione
del Vangelo diede origine al movimento
ecumenico moderno. Oggi dobbiamo essere
grati al Signore, il quale, mediante il suo
Spirito, ci ha condotto – specie negli
ultimi decenni –a riscoprire la ricca
eredità apostolica condivisa da Oriente e da
Occidente, e, mediante un dialogo paziente e
sincero, a trovare le vie per riavvicinarci
l’un l’altro, superando le controversie del
passato e guardando ad un futuro migliore.
La Chiesa in Cipro, che si dimostra essere
come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente,
ha contribuito molto a questo processo di
riconciliazione. La via che conduce
all’obiettivo della piena comunione non sarà
certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa
Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro
sono impegnate a progredire sul cammino del
dialogo e della cooperazione fraterna. Possa
lo Spirito Santo illuminare le nostre menti
e irrobustire la nostra determinazione, così
che insieme possiamo recare il messaggio
della salvezza agli uomini e alle donne del
nostro tempo, i quali sono assetati di
quella verità che porta libertà autentica e
salvezza (cfr Gv 8,32), la verità il cui
nome è Gesù Cristo!
Cari sorelle e fratelli, non posso
concludere senza evocare la memoria dei
Santi che hanno adornato la Chiesa in Cipro,
in particolare sant’Epifanio, vescovo di
Salamina. La santità è il segno della
pienezza della vita cristiana, di una
profonda docilità interiore allo Spirito
Santo che ci chiama ad una conversione e a
un rinnovamento costanti, mentre ci
sforziamo di essere sempre più conformati a
Cristo nostro Salvatore. Conversione e
santità sono anche i mezzi privilegiati
mediante i quali apriamo le menti e i cuori
alla volontà del Signore per l’unità della
sua Chiesa. Mentre rendiamo grazie per
l’incontro odierno e per il fraterno affetto
che ci unisce, chiediamo ai santi Barbara ed
Epifanio, ai santi Pietro e Paolo, e a tutti
i Santi di Dio, di benedire le nostre
comunità, di conservarci nella fede degli
Apostoli, e di guidare i nostri passi sulla
via dell’unità, della carità e della pace.
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