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Il Cammino della Chiesa Anglicana torna su Comunemente si crede che la Chiesa Anglicana sia nata esclusivamente in seguito ad un atto giuridico ed unilaterale del Re d'Inghilterra Enrico VIII (Atto di Supremazia promulgato nel 1534). Questo è stato senza dubbio il passaggio chiave del distacco della Chiesa d'Inghilterra da Roma. Tuttavia ciò avvenne al culmine di un processo politico-culturale, caratteristico della chiesa inglese, con connotati peculiari ed autonomi. (1) Per alcuni secoli il cristianesimo britannico sviluppò una propria identità e solo a cavallo tra il VI e il VII secolo vennero accettati e assimilati gli "usi romani", grazie a due grandi figure della cristianità quali Papa Gregorio Magno e Agostino di Canterbury. Quando poi il papato accentuò la pretesa di una supremazia giurisdizionale-temporale, oltre che religiosa, i motivi di rivalsa si accentuarono fino alla rottura, una rottura dettata da ragioni di opportunismo, ma sponsorizzata da quanti mal tolleravano le implicazioni politiche della dipendenza da Roma e da queste ritenevano giunto il momento di affrancarsi. Divisione quindi politica più che teologica e per questo ed altri motivi, mal rapportabile all'esperienza della riforma continentale luterana e calvinista, fondata su controversie dottrinali e teologiche (anche se in una prima fase qualche influenza è riscontrabile). Il personaggio che spicca nella nuova chiesa nazionale è Thomas Cranmer, professore universitario più che teologo e autore, nel 1549, del "The Book of Common Prayer" (il Libro di Preghiera) testo base della riforma liturgica e risultato di un compromesso tra nuove esigenze di riforma e pietismo popolare. Da allora fino ai nostri giorni la Chiesa
Anglicana ha conosciuto varie fasi, considerandosi però, nonostante
lo scisma, in piena continuità con la propria tradizione e con la
Chiesa Universale. La sua diffusione ha seguito le vicende politiche
dell'espansionismo imperiale britannico, con particolari successi nel
continente africano. Un importante momento di sviluppo della Chiesa
Anglicana è stato quello del cosiddetto "Movimento di
Oxford", sviluppatosi nel XIX secolo, con elementi filo-cattolici
impegnati nel comprendere il senso della cattolicità, dando vita ad
una dialettica con le tendenze filo-evangeliche e provocando una
rivitalizzazione e una ridefinizione del sentirsi anglicani. Questa
nuova impostazione, con caratteri cattolico-evangelici, ha fatto della
Chiesa Anglicana la più ecumenica tra le chiese cristiane, impegnata
in prima fila nel percorso di riavvicinamento con Roma. La Chiesa Anglicana
appartiene al ceppo della Chiesa Latina d'occidente e le sue strutture
sono in gran parte le sue strutture. In ogni caso la Chiesa Anglicana
non va identificata con la sola Chiesa d'Inghilterra. Questa è solo
una delle 26 o 27 Chiese autonome che formano la "Comunione
Anglicana". Ogni Chiesa o Provincia è pienamente autonoma per
quanto riguarda il governo interno e le norme canoniche. Tutte le
Chiese della Comunione riconoscono l'Arcivescovo di Canterbury come primus
inter pares fra i primati delle varie Province. Egli ha un ruolo
consultivo, ma non ha autorità giuridica sulle varie Chiese. ogni
dieci anni convoca la Conferenza di Lambeth, alla quale partecipano
tutti i Vescovi della Comunione. La prima tradizione liturgica anglicana venne edificata su una serie di usi locali, mediati con elementi della tradizione di rito romano. La grande innovazione fu senza dubbio l'introduzione della lingua locale: l'inglese anziché il latino. Oggi questo appare un elemento banale, ma nel XVI secolo la cosa fu a dir poco rivoluzionaria (si pensi che la Chiesa Cattolica ha introdotto questa novità solo col Concilio Vaticano II negli anni '60 di questo secolo). Il modello dell' Eucarestia (Messa), non venne modificato sostanzialmente, furono operate soltanto alcune semplificazioni. Riforma importante fu invece la comunione dei fedeli sotto le due specie del pane e del vino. L'impostazione di fondo della riforma liturgica era legata alla semplificazione del rito, così da incoraggiare i fedeli ad accostarsi alla comunione e ad acquisire maggiore familiarità con le sacre scritture. Ma l'introduzione dell'obbligo di ricevere la comunione solo tre volte all'anno (una delle quali doveva essere Pasqua), provocò una minor frequenza di celebrazioni eucaristiche. Solo col Movimento di Oxford si ebbe un' inversione di tendenza e la pratica di assistere alla Messa senza ricevere la Comunione scomparve quasi completamente. Il Book of Common Prayer raccolse l'Ufficio Divino e lo suddivise in due parti: Preghiera del Mattino e Preghiera della Sera (Mattutini e Vespri). Questo doveva avvenire tutti i giorni con la partecipazione del Popolo. La tradizione è andata via via spengendosi, tanto che oggi sono pochi i luoghi di culto dove vengono celebrati Mattutini e Vespri con la forma e il rilievo che si erano voluti dare in origine. Nel Libro di Preghiera sono contenuti anche l'ordine del Battesimo (adulti e bambini), quello della Cresima e un Ordinale riguardante Diaconi e Sacerdoti e consacrazione dei Vescovi (essendo decaduti i cosiddetti ordini minori). Ci sono poi ordini per il matrimonio, per la visitazione degli infermi e per la sepoltura. Caratteristico della Comunione Anglicana è il fatto che non vi sia un rito eucaristico prescritto universalmente, ma le diverse Chiese, marciando ognuna col proprio ritmo, hanno elaborato soluzioni differenziate tutte allo stesso modo riconosciute legittime. La Chiesa d'Inghilterra è l' unica delle ventisette Chiese della Comunione, ad avere una qualche relazione con lo Stato (questo per ovvie ragioni storiche). Le altre province considerano questa una strana sopravvivenza e una inaccettabile limitazione della libertà della Chiesa. Anche in Inghilterra si sta però assistendo ad un progressivo affrancamento dall'influenza statale. Oggi il Governo e il Parlamento di fatto non intervengono più e l'assenso della Corona è un assenso formale a decisioni già prese dalla Chiesa. La spiritualità Anglicana ha molto in comune con quella Cattolica, tuttavia rimangono alcuni elementi di diversità che possono tramutarsi in ricchezza da portare in dote nel processo di riavvicinamento. Queste diversità per molti versi dipendono più dal carattere, dal temperamento e dalla psicologia dei popoli che non da una "pianificazione teologica". Si può affermare allora che gli Anglicani vedono la loro dottrina come quella della Chiesa Cristiana indivisa, anche se la critica Cattolica riguardo ad un debole interesse che essi hanno per le questioni dottrinali ha un suo fondamento data la scarsa importanza rivolta all'uniformità dottrinale. D'altra parte l'impostazione
Cattolica, affermatasi in modo particolare con la controriforma, tesa
a "definire tutto", è vista dagli Anglicani come una specie
di "mania". Queste due caratteristiche potranno in futuro
certamente convivere, visto l'impegno delle due Chiese, protese in un
processo tanto accelerato da essere riconosciuto come la più
importante fase di riconciliazione tra Roma e Canterbury, nonostante
le divergenze ancora presenti riguardo ad alcuni aspetti
ecclesiologici e di dottrina sacramentale. L'atteggiamento ecumenico torna su Uno degli strumenti utilizzati nel dialogo tra Chiesa Anglicana e Chiesa Cattolica è la Commissione Internazionale Anglicana-Romano Cattolica (ARCIC). Il rapporto dell'ARCIC pubblicato nel 1982 è un passaggio importante nel cammino di riavvicinamento tra le due Chiese. In esso troviamo un accordo sostanziale sulla dottrina dell' Eucarestia e del ministero sacerdotale. Nel documento sono presenti anche altri punti di accordo su questioni dottrinali, tanto che si può parlare di "rapporto ecumenico che asserisce l'esistenza di un'intesa sostanziale su questioni di fede". La seconda dichiarazione dell'ARCIC, del 1987, è il successivo importante passaggio del dialogo tra le due chiese. Da questa è scaturita una Dichiarazione concordata, messa a punto nel 1990, che meno si soffermava su questione dottrinali, da sempre fonte di divisioni. Scopo del documento era quello di sostanziare la comunione ritenuta ormai reale tra anglicani e cattolici, pur nella sua imperfezione e con ciò riconoscere anche il grado di comunione esistente all'interno delle due chiese, ma anche tra l'una e l'altra. Nell'incontro di Venezia del settembre 1993, l'ARCIC ha messo a punto il documento intitolato "Vivere in Cristo: la morale, la comunione e la Chiesa", reso noto nel 1994, teso a sviluppare quanto già elaborato nella dichiarazione del 1990. Esso rimane ad oggi il più complesso e il più articolato tentativo di ricercare una posizione comune tra le due Chiese sulla morale (uno degli aspetti più difficili da riconciliare, non dal punto di vista dei valori di base, ma rispetto alla traduzione in giudizi concreti), sviscerata in ogni sua articolazione, dagli aspetti teologici, al rapporto tra morale e comunione; dal ruolo dei laici nella teologia morale, all'esercizio dell'autorità in questo campo. La dichiarazione si conclude con l'auspicio che vengano approntati dalle due Chiese strumenti di collaborazione per affrontare insieme le gravi questioni morali che oggi l'umanità si trova di fronte. Nel 1992 ha fatto scalpore la decisione del Sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra relativa all'ordinazione delle donne, ma un simile passo non era nuovo, visto che nell'ambito della Comunione Anglicana una donna era già stata ordinata ad Hong Kong nel 1944. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un ostacolo al ripristino della comunione ecclesiale, considerati anche i numerosi contatti che lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha tenuto con l'Arcivescovo Runcie, contatti che stavano evidenziando come le due Comunioni fossero molto vicine nella loro comprensione del ministero e dell'ordinazione. Compito attuale dell'ARCIC è quindi quello di studiare tutto quanto è di ostacolo al reciproco riconoscimento dei ministeri delle due Comunioni. L'auspicio è quello formulato dal Cardinale Willebrands, il quale si è detto fiducioso che, con l'aiuto di Dio, le cui vie e i cui pensieri sono misteriosi, si possa raggiungere presto l'unità invocata da Cristo. L'ultimo documento in ordine di tempo: Il dono dell'autorità «The Gift of Authority» (1998) che reca come sottotitolo significativo Autorità nella Chiesa III, sembra aver fatto registrare un enorme progresso, anche sulla questione del ministero petrino. Il clima e l'atmosfera, a livello teologico e a livello dei contatti gerarchici, sono eccellenti. A differenza di quanto avviene per le Chiese ortodosse, si fa sentire la provenienza dalla stessa tradizione latina e la consapevolezza di appartenere allo stesso mondo occidentale. Si potrebbe pensare che l'unità si raggiungerà molto presto. Tuttavia, durante un incontro a Toronto con tutti i primati anglicani - svolto in una atmosfera di fraternità eccezionale - è stata purtroppo constatata la difficoltà, in entrambe le Comunioni, di ricezione dei documenti comuni di dialogo. Esistono forti tensioni all'interno della Comunione Anglicana, e ci si può chiedere se tali documenti di dialogo siano rappresentativi dell'insieme degli anglicani o almeno della maggioranza di essi. La prassi introdotta di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e, nel caso di alcune province anglicane, anche l'ordinazione episcopale, costituisce un nuovo e difficile ostacolo, e un problema che permane irrisolto a livello della Comunione Anglicana stessa. Tuttavia, le strutture e lo spirito del dialogo cattolico - anglicano permangono intatti, ciò che infonde speranza e permetterà di procedere oltre. _________________________ | home
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