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Il 9 settembre 2003 si è concluso ad Aachen (Aquisgrana) il Meeting internazionale organizzato dalla
Comunità di Sant’Egidio. Decine di leader religiosi hanno animato il dibattito
sulle ferite del Pianeta. «Insieme per ridare speranze alla pace»
In una lettera ai partecipanti il Papa invita a rilanciare
l'eredità dell'incontro di Assisi '86 Riccardi: le religioni non siano benzina
sul fuoco ma acqua che spegne gli incendi dei conflitti
Sono passati due anni dall'attentato dell'11 settembre ed il mondo si prepara
a ricordare la tragedia delle Torri gemelle di New York. «Purtroppo, assieme
alle Torri, sembrano essere crollate anche molte speranze di pace». È l'amara
riflessione di Giovanni Paolo II nel messaggio inviato al Meeting internazionale
organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio in continuità ideale con la Giornata
di Assisi del 27 ottobre del 1986, quando il Papa riunì i leaders religiosi di
tutto il mondo per invocare assieme la pace.
Quest'anno il convegno, dal titolo
vagamente tolstoiano («Tra guerra e pace: religioni e culture si incontrano»),
si svolge in uno dei luoghi più suggestivi d'Europa, ad Aquisgrana, l'antica
capitale dell'impero carolingio le cui relazioni si estendevano fino a Bisanzio
e Baghdad. È il sogno di un continente unificato e aperto al resto del mondo
che in questi giorni si concretizza nelle sale dell'Eurogress, il moderno
palazzo dei congressi dove si sono dati appuntamento oltre 400 personalità,
rappresentanti delle religioni mondiali, politici e uomini di cultura.
È «il sogno di Assisi» che vuole vincere l'incubo iniziato a New York. Un
sogno, scrive Papa Wojtyla nel messaggio letto dal cardinale Roger Etchegaray
all'apertura del convegno, «che accese negli animi molte speranze di pace.
Purtroppo quell'anelito non è stato raccolto con la necessaria prontezza e
sollecitudine... Si è invece preferita la via dello sviluppo degli interessi
particolari, profondendo ingenti ricchezze in altro modo, soprattutto per spese
militari. Tutti abbiamo assistito allo sviluppo di passioni egocentriche per i
propri confini, per la propria etnia e la propria nazione». Giovanni Paolo II
punta il dito e accusa: «Non si facilita certo il processo di pace se si
lasciano prosperare, con colpevole incoscienza, ingiustizie e disparità nel
nostro pianeta. Spesso i Paesi poveri sono divenuti luoghi di disperazione e
fucina di violenza». È un messaggio che fa vibrare la platea, uomini e donne
che in gran parte giungono da terre insanguinate da conflitti e oppresse dalla
povertà: «Noi non vogliamo accettare che la guerra domini la vita del mondo e
dei popoli!».
In questa dinamica di odio e di scontro di civiltà vengono attirate anche le
religioni. Non evita certo il problema il professor Andrea Riccardi, fondatore e
presidente della Comunità di Sant'Egidio. «Le religioni possono essere
utilizzate come benzina sul fuoco della guerra perché l'incendio divampi più
forte e brutale - dice -. Ma possono essere, ed è la loro vocazione,
quell'acqua che spegne l'incendio nelle sue profondità». Dunque, la pace ha
bisogno del fattore religioso. Ne ha bisogno soprattutto in questo momento
storico dominato da «un pessimismo, contrabbandato come realismo», nota
Riccardi.
All'Eurogress invece si respira un clima di fiducia e di dialogo dentro una
tensione costruttiva all'unità. Nelle numerose tavole rotonde e nei dibattiti
che ne seguono si confrontano cristiani, ebrei e musulmani, si parlano
palestinesi e israeliani, si mettono a tema i problemi più urgenti del nostro
tempo, dall'immigrazione all'ambiente, dalla cura dell'Aids in Africa
all'abolizione della pena di morte.
È lo sforzo di mettere in contatto i
diversi, perfino gli opposti. È lo stile della Comunità di Sant'Egidio, non
per nulla chiamata «l'Onu di Trastevere». Ma la sua «diplomazia parallela»
va di pari passo con la preghiera. Questa sera, a conclusione dell'incontro,
dopo essersi radunati a pregare in luoghi differenti secondo la propria
tradizione religiosa, i vari leaders si uniranno in una processione comune e
firmeranno insieme l'Appello per la pace 2003.
Luigi Geninazzi
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