Santa Sede-FSSPX : un'occasione storica di estrema rilevanza
Christophe Saint-Placide, 13 ottobre 2011- Ho sentito dirle lunedì 10 ottobre, su Radio Courtoisie, che il
riconoscimento della FSSPX le pareva, in sé, ineluttabile, ma proprio per la
prossimità dell'evento i granelli di sabbia che potrebbero inceppare il meccanismo
appaiono più chiaramente.
Abbé Claude Barthe - Sì. I superiori dei distretti che hanno partecipato alla
riunione di Albano, il 7 ottobre, presieduta dal Vescovo Fellay, hanno preso
conoscenza del preambolo proposto alla FSSPX prima della discussione sulla forma
canonica del riconoscimento. Di colpo, più o meno informati, un certo numero di
membri della FSSPX ostili ad una ufficializzazione della loro società, fanno
presente il rischio di questa nuova fase della vita della FSSPX. Non si può
negare che qualsiasi cambiamento comporti un rischio. Ma la stagnazione è a
volte peggio, il che mi sembra essere il caso nella situazione. Sostengono dunque, se ho ben
compreso, da una parte che il preambolo richiama il Catechismo della Chiesa
cattolica come "interpretazione" del Concilio, e dall'altra che la
situazione proposta alla FSSPX sarà molto meno vantaggiosa di quella che essa
era stata proposta in precedenza.
- Questo è vero?
Abbé Claude Barthe - Per quanto concerne la soluzione canonica, se fosse
vero, perché non avrebbero accettato la proposta precedente, ripetuta tre volte
tra il 2000 e il 2009? In realtà, la proposta attuale è assolutamente simile
alla precedente. È anzi ancora meglio a causa della situazione molto più
favorevole. La prelatura personale era già stata proposta dal Cardinale
Castrillón: costruita su misura, è certamente la più gratificante e più
"autonoma" soluzione per mons. Fellay e l'insieme di tutte le 'società' che
saranno sotto la sua giurisdizione personale. E soprattutto, in ogni caso, il
fatto che la FSSPX abbia propri vescovi le dà, indipendentemente dai dettagli
dell'accordo legale, una considerevole libertà liturgica e disciplinare. In
realtà, deve essere chiaro: il problema della forma canonica è inesistente.
- Ma il preambolo dottrinale?
Ne serviva ben uno, dal momento che la FSSPX aveva ottenuto la discussione
dottrinale. Si può immaginare che questo preambolo sia un testo diplomatico che
non impegna a nulla e che permette a ciascuno di non perdere la faccia. Secondo
la visuale della FSSPX, nella misura in cui la frase liberatrice inserita nel comunicato
della Santa Sede e il Vescovo Fellay, pubblicato il 14 settembre, si trova
necessariamente, nella sostanza, nel preambolo, ciò rafforza particolarmente la
giurisprudenza stabilita dal 1988, precisando che sono lasciati "a una
discussione legittima lo studio e la spiegazione teologica di espressioni o
formulazioni specifiche presenti nei testi del Concilio Vaticano II e del
Magistero che ne è seguito". Secondo la posizione della Congregazione per la Dottrina della
Fede: il Catechismo della Chiesa cattolica e l'interpretazione del Concilio?
Concedo a priori ai membri della Congregazione che essi non sono caduti a testa
in giù: sanno come lei e me che il CCC non è magisteriale. Tuttavia, è vero che
può servire come una garanzia del fatto che il Vaticano II è interpretabile in
un senso di continuità. Cosa che la FSSPX contesta. Ma poiché il preambolo è, a
dire dei protagonisti, modificabile, ci si può necessariamente intendere su dei
termini che presentano al meglio il vero perno di tutto questo "concordato": una
reciproca "tolleranza" tra persone che si accordano in buona fede.
Anche qui,
bisogna dirlo: il problema del preambolo dottrinale è inesistente in sé.
-Quindi, il caso è risolto?
Abbé Claude Barthe - Macché! Quanti processi storici sono affondati a causa
di eventi minori. Perché questo che si dispiega oggi è un processo storico
fondamentale nel dopo Concilio, e questa proposta per il riconoscimento
ufficiale è un elemento tra gli altri, mentre la Chiesa d'Occidente, a 50 anni
dell'apertura del Concilio Vaticano II, è in un vero e proprio stato di
fallimento dal punto di vista della fede del popolo cristiano, della disciplina,
delle vocazioni sacerdotali, della trasmissione catechistica, ecc. Il fatto di
dare una voce ufficiale alla FSSPX, insieme al Motu Proprio, con l'aggiunta di
tutto il movimento intellettuale crescente, soprattutto in Italia, per far
tabula rasa di ciò che ha rappresentato l'evento del Concilio Vaticano II - che,
per dirlo in un'espressione, certo troppo sintetica, ha consacrato una
regressione teologica e liturgica impressionante rispetto al pontificato di Pio
XII - costituisce, hic et nunc, un'occasione storica di estrema rilevanza. I due
protagonisti, il Papa e mons. Fellay, chiaramente ne hanno una chiara coscienza.
Fonte: Riposte catholique