Cattolici
e ortodossi hanno un dovere comune, ha affermato Benedetto XVI:
“edificare insieme un’umanità più libera, più pacifica e più
solidale”.
Signor Presidente,
Signore, Signori,
Sono lieto di accogliervi in occasione del vostro
tradizionale omaggio sulla tomba di San Cirillo e vi saluto
cordialmente. La ringrazio per le cortesi parole che ha voluto
rivolgermi. Il nostro incontro mette in luce il legame millenario di
stima e di vicinanza spirituale che ha sempre unito i Pontefici romani
al nobile popolo che Lei rappresenta. Grande è l'affetto che la Sede
Apostolica nutre per il popolo bulgaro. Da Papa Clemente I, di
venerata memoria, fino ad oggi, i Vescovi di Roma hanno costantemente
intrattenuto un fecondo dialogo con gli abitanti dell'antica Tracia.
La Sua visita odierna, Signor Presidente, è tanto più significativa
in quanto è motivata dal ricordo dei due santi Cirillo e Metodio,
copatroni dell'Europa, che hanno forgiato in una prospettiva cristiana
i valori umani e culturali dei Bulgari e di altre nazioni slave. Si può
anche dire che, mediante la loro azione evangelizzatrice, si è
formata l'Europa, quell'Europa di cui la Bulgaria si sente parte
attiva. La Bulgaria ha inoltre di fronte agli altri popoli un dovere
particolare, ossia di essere uno dei ponti fra l'Occidente e
l'Oriente. Nel rivolgermi a Lei, desidero esprimere il mio
incoraggiamento a tutti i Suoi concittadini, affinché proseguano con
fiducia questa missione politica e sociale specifica.
L'incontro del Primo Magistrato della Bulgaria con il
Successore di Pietro, tre anni dopo la visita in Bulgaria del mio
compianto Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, costituisce una nuova
conferma delle buone relazioni che esistono fra la Santa Sede e la
nazione che Lei rappresenta. Come non ringraziare la Divina
Provvidenza per questa ritrovata capacità di dialogo amichevole e
costruttivo, dopo il lungo e difficile periodo del regime comunista? I
contatti fra il Suo Paese e la Santa Sede hanno conosciuto nel secolo
scorso momenti altamente significativi. Penso, ad esempio, all'affetto
che il Delegato Apostolico dell'epoca, Angelo Roncalli, il futuro Papa
Giovanni XXIII, ha sempre dimostrato per gli abitanti della Bulgaria.
Signor Presidente, non posso non menzionare in questo
momento la vicinanza che la Bulgaria ha dimostrato nei riguardi della
Sede Apostolica nel corso di questi ultimi due mesi. Lei stesso, il
Governo, il Parlamento e tanti Suoi concittadini avete voluto
manifestare alla Chiesa cattolica i vostri sentimenti sinceri in
occasione della morte di Giovanni Paolo II e della mia elezione come
Suo Successore. Ricordo anche i volti e la cordialità dei
Rappresentanti della venerabile Chiesa ortodossa di Bulgaria,
desiderosa di ravvivare il dialogo della carità nella verità. Le
chiedo di farsi interprete dei miei sentimenti di gratitudine presso
di loro, in particolare con il venerato Patriarca bulgaro, Sua Santità
Maxime. Abbiamo davanti a noi un dovere comune: siamo chiamati a
costruire insieme un'umanità più libera, più pacifica e più
solidale. In questa prospettiva, desidero formulare l'auspicio
fervente che la Sua nazione sappia promuovere continuamente in Europa
i valori culturali e spirituali che costituiscono la sua identità. In
questo spirito, La assicuro delle mie preghiere e, mediante la materna
intercessione della Vergine Maria, invoco l'abbondanza delle
Benedizioni divine sulla Sua persona, sulle persone che l'accompagnano
e su tutto il popolo della così bella terra di Bulgaria.