Alle ore 12.30 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in
Udienza la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, giunta a
Roma in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e della
conclusione dell’Anno Paolino, celebrato per il bimillenario della nascita di
San Paolo.
La Delegazione inviata da S.S. Bartolomeo I è composta da: Sua Eminenza
Emmanuel, Metropolita di Francia, Direttore dell’Ufficio della Chiesa Ortodossa
presso l’Unione Europea; S.E. Athenagoras, Vescovo di Sinope, Assistente del
Metropolita del Belgio; Rev.do Diacono Ioakim Billis, della Sede patriarcale del
Fanar.
La Delegazione parteciperà domani, 28 giugno, alla Celebrazione dei Vespri che
saranno presieduti dal Santo Padre in San Paolo fuori le Mura, a conclusione
dell’Anno Paolino; lunedì 29 giugno prenderà parte alla celebrazione presieduta
dal Papa nella Basilica Vaticana nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e
Paolo.
DISCORSO DEL SANTO PADRE
"Grazia a voi e pace da Dio, Padre Nostro, e dal Signore Gesù Cristo" (Ef 1, 2).
Venerabili Fratelli,
è con queste parole che san Paolo "apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio"
si rivolgeva "ai santi" che vivevano a Efeso "credenti in Cristo Gesù" (Ef 1,
1). Oggi, con questo annuncio di pace e di salvezza, vi porgo il benvenuto nella
festa patronale dei santi Pietro e Paolo, con la quale concluderemo l'Anno
paolino.
Lo scorso anno, il Patriarca ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I, ha voluto
onorarci della sua presenza per celebrare insieme l'inaugurazione di questo anno
di preghiera, di riflessione e di scambio di gesti di comunione fra Roma e
Costantinopoli.
A nostra volta, noi abbiamo avuto la gioia di inviare una delegazione alle
celebrazioni analoghe organizzate dal Patriarcato ecumenico. Non poteva
d'altronde essere diversamente in questo anno dedicato a san Paolo, che
raccomandava con vigore di "conservare l'unità dello spirito per mezzo del
vincolo della pace", insegnandoci che ci sono "un solo corpo e un solo spirito"
(Ef 4, 3-4).
Siate i benvenuti, cari fratelli che siete stati inviati da Sua Santità il
Patriarca ecumenico, al quale trasmetterete in cambio il mio saluto caloroso e
fraterno nel Signore. Insieme rendiamo grazie al Signore per tutti i frutti e i
benefici che ci ha apportato la celebrazione del bimillenario della nascita di
san Paolo. Celebreremo nella concordia la festa dei santi Pietro e Paolo, i
protôthroni degli apostoli, come li invoca la tradizione liturgica ortodossa,
ossia quelli che occupano il primo posto fra gli apostoli e sono chiamati
"maestri dell'ecumene".
Con la vostra presenza, che è segno di fraternità ecclesiale, ci ricordate il
nostro impegno comune nella ricerca della piena comunione.
Lo sapete già, ma ho piacere anche oggi di confermare che la Chiesa cattolica
intende contribuire in tutti i modi che le saranno possibili al ristabilimento
della piena comunione, in risposta alla volontà di Cristo per i suoi discepoli e
conservando nella memoria l'insegnamento di Paolo, il quale ci ricorda che siamo
stati chiamati "a una sola speranza".
In questa prospettiva, possiamo allora guardare con fiducia al buon
proseguimento dei lavori della Commissione mista internazionale per il dialogo
teologico fra gli ortodossi e i cattolici.
Quest'ultima si riunirà nel mese di ottobre prossimo per affrontare un tema
cruciale per le relazioni fra Oriente e Occidente, ossia il "ruolo del Vescovo
di Roma nella comunione della Chiesa nel corso del primo millennio". Lo studio
di questo aspetto si dimostra in effetti indispensabile per poter approfondire
globalmente la questione nel quadro attuale della ricerca della piena comunione.
Questa commissione, che ha già realizzato un importante lavoro, sarà
generosamente ricevuta dalla Chiesa ortodossa di Cipro, alla quale esprimiamo
fin d'ora tutta la nostra gratitudine, poiché l'accoglienza fraterna e il clima
di preghiera che circonderanno i nostri colloqui non potranno che facilitare il
nostro compito e la comprensione reciproca.
Desidero che i partecipanti al dialogo cattolico-ortodosso sappiano che le mie
preghiere li accompagnano e che questo dialogo ha il totale sostegno della
Chiesa cattolica. Di tutto cuore, auspico che le incomprensioni e le tensioni
incontrate fra i delegati ortodossi durante le ultime sessioni plenarie di
questa commissione siano superate nell'amore fraterno, di modo che questo
dialogo sia più ampiamente rappresentativo dell'ortodossia.
Carissimi fratelli, vi ringrazio ancora per essere qui con noi in questo giorno
e vi prego di trasmettere il mio saluto fraterno al Patriarca ecumenico, Sua
Santità Bartolomeo I, al Santo Sinodo e a tutto il clero, così come al popolo
dei fedeli ortodossi. La gioia della festa dei santi apostoli Pietro e Paolo,
che celebriamo tradizionalmente lo stesso giorno, colmi i vostri cuori di
fiducia e di speranza!
(©L'Osservatore Romano - 28 giugno 2009)