Il Papa e gli Ebrei: «Avanti nell'incontro»
Mimmo Muolo, su "Avvenire" del 16 settembre 2005

Udienza ai rabbini capi di Israele, l'askenazita Metzger e il sefardita Amar Pace; difesa della vita e tutela della dignità di ogni uomo gli impegni comuni. Dai leader religiosi l’auspicio di un viaggio del Pontefice a Gerusalemme


Benedetto XVI aveva posto tra le priorità del suo Pontificato il dialogo interreligioso. E sta tenendo fede all'impegno preso. Ieri, infatti, ha ricevuto in udienza i due rabbini capi di Israele, l'askenazita Yona Metzger e il sefardita Shlomo Moshe Amar, accompagnati dall'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Oded Ben Hur.

E lui stesso ha definito l'incontro, che giunge a meno di un mese dalla storica visita alla Sinagoga di Colonia e al quale era presente anche il cardinale Walter Kasper, «un ulteriore passo nel processo di approfondimento dei rapporti religiosi tra cattolici ed ebrei». In effetti il clima cordiale, l'invito a recarsi a Gerusalemme formulato dai due esponenti ebraici e il tono del discorso del Papa (diffuso dalla Radio Vaticana), oltre alla soddisfazione manifestata dai rabbini nel successivo incontro con i giornalisti sono tutti segnali del positivo evolversi dei rapporti, a 40 anni dalla promulgazione del documento conciliare Nostra Aetate. Quel testo è stato «una pietra miliare» del cammino, ha detto il Pontefice. Oggi «dobbiamo continuare a cercare strade per adempiere alla responsabilità della riconciliazione», ha quindi aggiunto Benedetto XVI, sottolineando che «religione e pace vanno di pari passo» e chiedendo che si dia adempimento all'Accordo fondamentale tra Vaticano e Israele sulle questioni ancora aperte.

Richieste sono venute anche dai due rabbini, uno di tradizione askenazita (cioè proveniente dall'Europa centro orientale), l'altro sefardita (gli ebrei di origine spagnola, che vivono nell'area Mediterranea). Soprattutto la proposta di istituire una giornata annuale di studio sulla Nostra Aetate (potrebbe essere il 28 ottobre, giorno in cui fu approvata) e la richiesta di un pronunciamento contro la distruzione delle sinagoghe nei territori palestinesi, cosa della quale i rabbini si sono detti molto preoccupati.

Il Papa ha ascoltato con molta attenzione e nel suo discorso ha auspicato che «che m ai più le forze del male possano conquistare il potere e che le generazioni future, con l'aiuto di Dio, possano essere capaci di costruire un mondo più giusto e pacifico, in cui tutti i popoli hanno uguali diritti e si sentano a casa loro». Purtroppo, però, in Terra Santa, ha proseguito Benedetto XVI, «troppo spesso la nostra attenzione è attratta da atti di violenza e terrore». «Dobbiamo continuare a insistere sul fatto che le religioni e la pace vanno di pari passo, perché la fede religiosa e la sua pratica non possono essere separate dalla difesa dell'immagine di Dio in ogni essere umano».

Il Papa ha anche rivolto un pensiero alle comunità cristiane di Terra Santa, da lui definite «presenza e testimonianza vivente fin dagli albori della cristianità e attraverso tutte le vicissitudini della storia. Oggi, questi fratelli e sorelle nella fede si trovano di fronte a sfide sempre nuove». Quanto poi ai rapporti diplomatici tra Santa Sede e Stato d'Israele, il Pontefice ha notato: «Siamo lieti che tali rapporti si siano attestati su forme di cooperazione più solide e stabili», tuttavia, ha aggiunto, «rimaniamo in attesa dell'adempimento dell' Accordo Fondamentale su questioni ancora aperte». «In quanto leader religiosi - ha concluso Benedetto XVI - stiamo davanti a Dio con una grande responsabilità, quella dell'insegnamento che diamo e delle decisioni che prendiamo. Il Signore ci assista nel servizio della grande causa della promozione della sacralità della vita umana e della tutela della dignità di ciascuna persona umana, affinché la giustizia e la pace possano fiorire nel mondo».

Metzger e Amar (quest'ultimo indossava un'elegante tunica nera sulla quale spiccavano le tavole dei comandamenti) hanno poi riferito ai giornalisti le richieste fatte al Pontefice. Oltre a quelle già citate, appelli contro l'antisemitismo e terrorismo, e la proposta di solennizzare il 40° della Nostra Aetate con un dono speciale da parte della Santa Sede.

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