Incontro
con la Segreteria di Stato del Vaticano
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Incontrando questo
sabato [21.05.2005 ndR] i superiori e gli officiali della Segreteria di
Stato del Vaticano, Benedetto XVI ha chiesto di non lavorare “per
difendere un potere”, ma per aprire strade a Gesù Cristo.
L’incontro, che ha avuto luogo nella Biblioteca del dicastero della
Curia Romana che più da vicino coadiuva il Sommo Pontefice
nell’esercizio della sua missione, è stato caratterizzato
dall’informalità.
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Il Papa, infatti, ha improvvisato il suo discorso, nel quale ha
riconosciuto che, ricevendo tutti i giorni la “mole di
documentazione”, “man mano imparo qualcosa sulla struttura della
Segreteria di Stato”.
”Noi non lavoriamo – come dicono molti del lavoro – per
difendere un potere”, ha spiegato in italiano. “Non abbiamo un
potere mondano, secolare. Non lavoriamo per il prestigio, non
lavoriamo per far crescere una ditta o qualcosa di simile”.
”Noi lavoriamo realmente perché le strade del mondo siano aperte a
Cristo – ha sottolineato –. E tutto il nostro lavoro, con tutte le
sue ramificazioni, alla fine serve proprio perché il suo Vangelo, e
così la gioia della Redenzione, possa arrivare nel mondo”.
Citando le parole che il Cardinal Angelo Sodano, Segretario di Stato,
gli ha rivolto all’inizio dell’incontro, il Santo Padre ha
riconosciuto che “anche nei piccoli lavori di ogni giorno,
apparentemente poco gloriosi, noi ci facciamo per quanto possiamo
collaboratori della Verità, cioè di Cristo, nel suo operare nel
mondo, affinché realmente il mondo divenga il Regno di Dio”.
”Collaboratori della Verità” è il motto del ministero episcopale
di Joseph Ratzinger, parole tratte dalla terza lettera di San
Giovanni.
Prima dell’incontro, il Segretario vaticano per i Rapporti con gli
Stati, l’Arcivescovo Giovanni Lajolo, aveva commentato il numero di
impiegati dell’amministrazione europea.
”Noi siamo realmente in numero molto ridotto”, ha riconosciuto il
Papa facendo un paragone. “E fa grande onore alla Santa Sede il
fatto che un numero di persone così piccolo faccia un lavoro
grandissimo per la Chiesa universale”.
”Alla competenza e alla professionalità del lavoro che viene fatto
qui, si aggiunge anche un aspetto particolare, una professionalità
particolare: fa parte della nostra professionalità l’amore per
Cristo, per la Chiesa, per le anime”, ha aggiunto.
La Segreteria di Stato vaticana risale al XV secolo: con la
Costituzione Apostolica “Non debet reprehensibile” del 1487 venne
infatti istituita la Secretaria Apostolica, composta da 24 segretari,
di cui uno – chiamato “Secretarius domesticus” – con un posto
preminente.
Con la Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” (28 giugno 1988),
Giovanni Paolo II ha riformato la Curia Romana dividendo la Segreteria
di Stato in due sezioni: la Sezione degli Affari Generali e la Sezione
dei Rapporti con gli Stati.
La Segreteria è presieduta da un Cardinale che assume il titolo di
Segretario di Stato e può essere considerato – come si legge sulla
pagina web del Vaticano relativa all’organismo – “il massimo
esponente dell’attività diplomatica e politica della Santa Sede,
rappresentando, in particolari circostanze, la persona stessa del
Sommo Pontefice”.
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[Fonte: Zenit.org 23 maggio 2005]