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Papa: è “lungo e difficile” il cammino
dell’unità dei cristiani, ma non bisogna scoraggiarsi
[Testo
integrale del discorso]
Alla vigilia della Settimana per l’unità,
Benedetto XVI rileva quanto forte sia “il desiderio di unità” che ha sentito
negli incontri con altri esponenti cristiani, in particolare con Bartolomeo I.
Cresca l’amicizia tra ebrei e cristiani, “per la giustizia e la pace nel
mondo”.
È un “cammino lungo e non facile” quello che
porterà all’ unità dei cristiani, ma “occorre non scoraggiarsi e continuare a
percorrerlo”, prima di tutto pregando “ogni giorno” perché essa si realizzi,
ma anche attraverso comuni iniziative di carità, che mostrino il comune
sentore dei cristiani. È stato dedicato alla Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani ed all’amicizia tra ebrei e cristiani il discorso che
Benedetto XVI ha rivolto oggi alle circa 7mila persone presenti nell’aula
Paolo VI per l’udienza generale.
Ricordando che comincia domani la
Settimana per
l’unità, “tempo forte di impegno e di preghiera da parte di tutti i
cristiani”, “ho potuto avvertire – ha detto il Papa - quanto sia sentito il
desiderio dell’unità negli incontri che ho avuto con rappresentanti di Chiese
e comunità ecclesiali lungo questi anni e in modo molto commovente
nell'incontro con il patriarca Bartolomeo ad Istanbul, in Turchia”, a fine
novembre. “Queste ed altre esperienze hanno allargato il mio cuore alla
speranza” ed anche se è un “cammino lungo e non facile occorre non
scoraggiarsi e continuare a percorrerlo”, contando sul sostegno promesso da Gesù. “L’unità è dono di Dio e frutto dell’azione del suo spirito e per questo
e necessario pregare”.
Ai presenti, Benedetto XVI ha anche ricordato
che in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, “la settimana viene fatta precedere
dalla giornata di riflessione ebraico cristiana che si celebra proprio oggi”.
Essa vuole “promuovere la conoscenza” e “incrementare il rapporto di reciproca
stima e amicizia tra ebrei e cristiani”. Un rapporto, ha sottolineato,
“incrementato” dopo il concilio Vaticano II e la “storica visita” di Giovanni
Paolo II alla sinagoga maggiore di Roma del 13 aprile 1986. “Anche l’amicizia
tra ebrei e cristiani per essere fruttuosa deve fondarsi sulla preghiera di
tutti”, ha aggiunto, concludendo con un invito perché “si rispettino, si
stimino e collaborino insieme per la giustizia e la pace nel mondo”.
Riferendosi proprio al
tema biblico della
Settimana per l’unità dei cristiani (“Fa sentire i sordi e fa parlare i muti”, Mc 7, 31-37)., Benedetto XVI ha sottolineato che, in analogia a quanto
successo al sordomuto guarito da Gesù, “ogni cristiano, spiritualmente sordo e
muto a causa del peccato originale, con il Battesimo riceve il dono dell’’Effatà’”,
e – ha poi aggiunto fuori testo, “tramite la grazia del battesimo ogni
cristiano”, “diventa cioè capace di ascoltare la parola di Dio e di
proclamarla ai fratelli. Anzi, a partire da quel momento è suo compito
maturare nella conoscenza e nell’amore di Cristo così da poter annunziare e
testimoniare efficacemente il Vangelo”. Ha poi proseguito notando che “questo
tema, mettendo in luce due aspetti della missione di ogni comunità cristiana -
l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità – sottolinea anche
quanto sia importante tradurre il messaggio di Cristo in concrete iniziative
di solidarietà. Ciò – ha detto - favorisce il cammino dell’unità, perché si
può dire che ogni sollievo, pur piccolo, che i cristiani recano insieme alla
sofferenza del prossimo, contribuisce a rendere più visibile anche la loro
comunione e la loro fedeltà al comando del Signore”.
L’annuncio del Vangelo e la testimonianza della
carità, “ogni sollievo che i cristiani insieme recano alla sofferenza del
prossimo” attraverso concrete iniziative, nelle parole del Papa, “favoriscono
il cammino dell’unità”. “L’armonia di intenti per alleviare la sofferenza
dell’uomo, la ricerca della verità, la conversione di vita e la penitenza sono
vie obbligate che ogni cristiano deve percorrere”.
E “la preghiera per l’unità non può tuttavia
limitarsi ad una settimana l’anno. Deve estendersi ad ogni giorno dell’anno”,
perché “si compiano significativi passi sulla via della comunione perfetta e
piena”.
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