Giovedì
prossimo il Papa riceverà il Consiglio Mondiale delle Chiese
>Intervista
a Mons. Farrell
Benedetto XVI riceverà giovedì
prossimo [16 giugno 2005 ndR]
alcuni rappresentanti del Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC,
acronimo in inglese), in base a quanto reso noto questo venerdì da fonti
vaticane.
Il Segretario generale Samuel Kobia, insieme ad una delegazione, visiterà
Roma per cinque giorni a partire da domenica prossima per incontrare alcuni
rappresentanti della Chiesa cattolica, ha spiegato il Pontificio Consiglio
per l’Unità dei Cristiani in un comunicato.
“La visita, già programmata da vari mesi, si situa nella prassi delle
relazioni con l’Organismo di Ginevra e con le precedenti visite ufficiali a
Roma dei suoi Segretari generali”, afferma il messaggio. “La Chiesa
cattolica non è membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese; essa sviluppa
tuttavia un’ampia ed articolata collaborazione con l’Organismo avviata a
conclusione del Concilio Vaticano II e regolarmente realizzata fino ad
oggi”, aggiunge il testo.
Nel programma sono previste visite e conversazioni al Pontificio Consiglio
guidato dal cardinale Walter Kasper, al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace,
per la Pastorale Sanitaria, del Dialogo Interreligioso, alla “Radio
Vaticana” e alla Pontificia Università Urbaniana. La delegazione ecumenica
visiterà anche le Basiliche maggiori di Roma, proseguendo poi con la Comunità
di Sant’Egidio all’Isola Tiberina e Santa Maria in Trastevere.
Il 16 giugno il segretario Kobia sarà ospite del Movimento dei Focolari a
Rocca di Papa. Durante la sua visita a Roma sarà accompagnato dal Presidente
del WCC, il vescovo Eberhardt Renz della Chiesa Evangelica tedesca, e
dall’arcivescovo Makarios del Kenya e di Irinoupolis del Patriarcato Greco
Ortodosso di Alessandria e di Tutta l’Africa (Egitto), membro del comitato
centrale. La delegazione del WCC trascorrerà inoltre un pomeriggio come
ospite delle Chiese membri del WCC in Italia.
Gli ex Segretari generali del WCC hanno visitato il Vaticano in passato, così
come Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II hanno visitato il WCC
rispettivamente nel 1969 e nel 1984.
Il Consiglio Mondiale delle Chiese è un’associazione di Chiese, attualmente
347, presente in più di 120 Paesi di tutti i continenti, in teoria
appartenenti a tutte le tradizioni cristiane. La Chiesa Cattolica Romana non
è membro, ma collabora con il WCC.
La Chiesa di Roma è comunque membro a pieno titolo di due commissioni del
Concilio: Fede ed Ordine e Missione ed Evangelismo Mondiali. Joseph Ratzinger
è stato membro della Commissione Fede e Ordine dal 1968 al 1975.
Lo strumento principale dei rapporti tra Chiesa cattolica e WCC è un corpo
consultivo creato nel 1965. Il Gruppo di Lavoro Congiunto celebrerà il suo 40°
anniversario nel novembre di quest’anno a Ginevra.
Il WCC – il cui organo di governo più importante è l’Assemblea, che si
riunisce ogni sette anni circa – è stato inaugurato formalmente nel 1948 ad
Amsterdam (Olanda). Alla guida dello staff c’è il Segretario
generale Samuel Kobia, della Chiesa Metodista del Kenya, che incontrerà
Benedetto XVI in un’udienza privata.
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[Fonte: Zenit.org 11 giugno 2005]
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Radio
Vaticana: Intervista a mons. Brian Farrell
torna su
Mons.
Farrell:
La visita è la prima del segretario generale del Consiglio Mondiale delle
Chiese a Roma, al Santo Padre, anche se era intervenuto ai funerali del
compianto Papa, Giovanni Paolo II. Noi guardiamo a questa occasione come ad un
momento per riflettere su 40 anni di cooperazione. Non siamo membri, però
abbiamo una serie di momenti in cui collaboriamo con il Consiglio su questioni
ecumeniche, nell’affrontare le sfide del mondo in cui viviamo. 40 anni di
buona e utile, direi anche fruttuosa, collaborazione. Dobbiamo adesso anche
vedere che il mondo cambia con grande rapidità. Noi vogliamo riflettere
insieme. E in questi giorni avremo tanti momenti di colloquio e di
conversazione per riflettere insieme su come portare avanti questa
collaborazione.
D.
– Ci sono temi in particolare, in questo momento, all’attenzione?
R.
– Uno dei temi che a noi interessa di più riguarda il desiderio che la
Commissione Fede e Costituzione, che è la parte di studio ecumenico
dottrinale e teologico, sia sempre più al centro degli interessi del
Consiglio Ecumenico delle Chiese. Per noi, questo è importante. Senza uno
studio fondato sulla ricerca della verità non ci sarà modo di progredire nel
dialogo ecumenico e nella collaborazione. Vediamo con piacere che questa è
anche l’intenzione del nuovo segretario generale e perciò lavoreremo
insieme perché così sia.