«Dante antisemita e omofobo. Indovinate perché...»
Maurizio Blondet su Effedieffe 13 marzo 2012

Censurare la Divina Commedia. D'accordo, e anche la Torah.

Titolo del Corriere della Sera: «Dante antisemita e omofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici». L’urgentissimo allarme viene sollevato da «Gherush 92», un ente che il Corriere definisce come una «organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale per il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti». Ciò che il Corriere non dice, è che «Gherush 92» è un’organizzazione ebraica, creata da diversi sayanim italiani per diffondere la solita propaganda israeliana. Che ha trovato il modo di farsi un po’ di pubblicità gratuita. («Dante antisemita e islamofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici»)

«Studiando la Divina Commedia – sostiene Gherush92 – i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad apprezzare un’opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle Messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti».

Sicchè, dice la presidente Valentina Sereni (in Katz?) «È nostro dovere segnalare alle autoritá competenti, anche giudiziarie, che la Commedia presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali (...). In alternativa, alcune parti del poema andrebbero espunte dal testo».

Ora, qualche commentatore malevolo ha già bollato il gruppo «Gherush 92», per questa tanto giusta iniziativa, come «mentecatti», facendo notare che costoro «non sono innocui», in quanto il loro è «totalitarismo che si traveste da politicamente corretto». Qualcuno potrebbe spingersi a sottolineare la permanente tendenza di tanti sayanim ad imporre la censura, a tagliare testi sgraditi, a far tacere, ad instaurare la «polizia del pensiero», o psico-polizia orwelliana: fino al punto da denunciare alle autorità giudiziarie il notorio Alighieri Dante in forza della legge Mancino: antisemita, omofobo, sicuramente negazionista. (Mentecatti politicamente corretti crescono)

Sono accuse e derisioni – di chiaro sentore antisemita – da cui il sottoscritto prende energicamente le distanze.

Già fin da quando il notorio Alighieri Dante era ancora tra noi, le menti più illuminate dell’epoca l’hanno sospettato di grave scorrettezza politica: basti pensare alla diffamazione sfrenata con cui colpì il degnissimo e da tutti noi amatissimo Santo Padre Bonifacio VIII, e il mite Celestino V cui diede del vigliacco: («... Fece per viltade il gran rifiuto»), nonché vescovi, cardinali, gran signori, ricchissimi borghesi usurai e falseggiatori di moneta come gli attuali speculatori finanziari – insomma la più rispettabile classe dirigente dell’epoca.

Purtroppo l’Inquisizione – che avrebbe tempestivamente posto fine allo scandalo come auspicato dalla Valentina Katz – non era ancora stata istituita. E il Dante se la cavò, ancorché povero e ramingo; il suo libro malefico cominciò a circolare impunito, nella orrenda versione integrale. Spargendo in generazioni di giovani anime innocenti, costrette a leggerlo nelle scuole (nelle scuole! Orrore!) i veleni dell’antisemitismo, dell’omofobia, del razzismo anti-islamico.

Il danno così provocato dall’Alighieri e dai suoi complici in otto secoli di diffusione libera di quel testo satanico, è incalcolabile. A ragione la Valentina Sereni (o Katz) ci rivela le conseguenze ultime del crimine dantesco: «Antisemitismo e razzismo significano eliminazione fisica o culturale della diversità e dunque scomparsa di popoli e culture, di specie animali e vegetali».

Insomma: se gli ebrei stanno procedendo alla «eliminazione fisica o culturale» dei palestinesi, è colpa di Dante. Se i soldati americani pisciano sui cadaveri afghani, è perché, nell’ozio dei loro accampamenti, si sono saturati degli endecasillabi del Fiorentino. Se gli Yanomani spariscono, è lui il colpevole. Non solo: «intere specie animali» – dalla Tigre siberiana al Panda – stanno sparendo, e tutto per il disprezzo della «diversità» insinuato nelle anime dei cacciatori mongoli dalla lettura della Divina Commedia.

Ma «Gherush 92» punta il dito su un delitto dantesco a cui – confessiamo – non s’era mai pensato: la scomparsa di «specie vegetali» come ultima conseguenza dell' «antisemitismo e razzismo» della Commedia. Invano alcuni antisemiti accusano la Monsanto (della famiglia Shapiro) e le sue modificazioni genetiche per la scomparsa della bio-diversità: il vero colpevole è Dante. Finalmente smascherato. La Procura lo convochi immediatamente: «Cittadino Alighieri, che cosa ha fatto dell’asparago selvatico?». Ci voleva appunto una organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale dell’ONU per rivelarci la tragica vastità dei delitti di Dante, e le infinite possibilità accusatorie di un sistema giudiziario che adottasse gli auspici di «Gherush 92»: qualcosa di cui i tribunali staliniani hanno tentato un’applicazione, ohimè pallida: «Compagno, ti è stata trovata in casa una copia della Divina Commedia. Venticinque anni a Vorkuta!». Sicuramente quando sarà istituito il Tribunale Supremo dell’Umanità a Gerusalemme, com’è nelle storiche ambizioni e nei secolari progetti ebraici, questo sistema di inquisizione troverà la sua più completa applicazione. E senza appello.

Conquistati da tale proposta di censura ultra-raffinata, trascinati dall’entusiasmo, osiamo additare alla sorveglianza accusatoria del gruppo «Gherush 92», perché prenda gli opportuni provvedimenti anche e non solo in sede giudiziaria, contro un altro libro che avvelena le anime delle generazioni da molti secoli. È un libro assai più antico della Commedia dantesca; un libro infarcito di pregiudizi contro gli omosessuali e i travestiti; un libro che sparge odio contro i popoli «diversi», ed incita al loro sterminio, anzi allo sterminio aggiuntivo di tutti i loro animali domestici. Un libro profondamente, spaventosamente omofobo, razzista, anti-animalista, per giunta anti-femminista; un libro che si rallegra di omicidi ed inganni, che prescrive furti e ordina stragi. E nonostante ciò, viene letto addirittura nelle chiese, e viene ritenuto ispirato da Dio.

Ne cito alcuni passi a caso, onde possiate prendere i dovuto provvedimenti contro l’Autore: si tratta di promesse fatte al popolo razzialmente eletto:

«Io ti benedirò e moltiplicherò il tuo seme... la tua progenie possiederà la porta dei tuoi nemici» «Ed Egli darà i loro re nelle tue mani e tu estirperai i loro nomi... finché non li abbia distrutti».

«Oggi comincerò a spargere spavento di te fra i goym, sotto tutto il cielo, tanto che esse si terrorizzeranno a sentire il tuo nome».

«Divora dunque tutti i popoli che il Signore tuo ti darà; l’occhio tuo non li risparmi». «Voi vi ciberete dei beni delle genti, e vi farete magnifici della loro gloria» (Isaia 61,6).

«Tu suggerai il latte delle genti, e popperai le mammelle dei re». «... E i figli degli stranieri edificheranno le tue mura».

«Chiedimi, ed io ti darò in eredità le genti e i confini della terra per tua possessione. Tu le spezzerai con verga di ferro, li frantumerai come vaso d’argilla» (Salmo 2, 8-9).

Fino allo spietato Salmo 137: «Figlia di Babilonia, votata alla distruzione: beato chi prenderà i tuoi pargoli e li sbatterà contro la roccia!».

Questo beatifico desiderio è stato oggi realizzato dalla devastazione di «Babilonia», ossia l’Iraq, compiuto per conto della razza eletta da un popolo che ha dato agli eletti le sue mammelle da mungere.

Tralascio i passi dove Dio ordina ai suoi eletti di massacrare 40 mila amaleciti sconfitti, e promette la totale distruzione di cananei, filistei, amorrei; tutti passi che – come voi giustamente dite, esimii Katz di «Gherush 92» – significano eliminazione fisica o culturale della diversità e dunque scomparsa di popoli e culture».

 Insegnato a memoria nelle scuole rabbiniche, questo orribile testo ha formato un intero popolo all’odio e al disprezzo dei «popoli e culture» diversi.

Lo testimonia la particolarissima pedagogia che si trova nel Talmud, su cui non mi dilungo. Solo alcuni pochi esempi nel gran mare di questo commento alla Bibbia:

«Che significa Har Sinà, cioè monte Sinai? Vuol dire il monte dal quale si è irradiato Sina, cioè l’odio contro i popolo del mondo» (Shabbath 80 , col.1).

«Dovunque gli ebrei arrivano, devono farsi sovrani dei loro signori» (Sanhedrin 19, 89, 1). «...Vi farò unici dominatori del mondo» (Chaniga, 3a, 3).

«Il migliore fra i non-ebrei, uccidilo» (Abodag Zarah, 26b, Tosefoth).

«Voi israeliti siete chiamati uomini, mentre le nazioni del mondo sono da chiamarsi bestiame» (Baba Mezia, 114, col.2 ).

Mica è teoria, signori. Mica è simbolo. Mica è metafora e licenza letteraria. Spesso i governanti attuali dello Stato d’Israele di oggi, se ne escono fuori a dire che i palestinesi sono bestie, e i loro rabbini di oggigiorno ancora insegnano che tutti i non-ebrei sono animali: dunque macellabili, e macellati spesso effettivamente là dove cadono nelle mani ebraiche.

È un insegnamento costante. Il filosofo Abravanel (1437-1508) ha scritto: «Il profeta (Isaia) annuncia che il Signore lo ha unto per dire agli israeliti che saranno ad essi soggetti tutti i popoli, e che le genti straniere dovranno arare e lavorare sì che ai figli d’Israele non tocchi alcun lavoro pesante, ma possano servire Dio solo pregando. A che possano però aver tempo per servire Dio benedetto, dovete mangiare i beni dei popoli» (Meshmia jeshue, 89, col.4).

E quante volte, signori, i popoli hanno visto i loro beni divorati e mangiati da individui educati a questa scuola!

Rabbi Bar Nachmani: «Al tempo del Messia gli ebrei estirperanno tutti i popoli della terra» (Bammidbar Rabba, fol. 172, col.4).

Jeshaia Hurtzitz, Scene lukhot habberit, anno 1686: «Il mondo è stato creato per gli israeliti, essi sono la polpa, gli altri popoli non sono che la scorza».

Adolphe Crémieux (1796-1880), fondatore degli Archives Israelites: «La dottrina ebraica deve un giorno compenetrare di sè tutto il mondo (...). Non è lontano il giorno in cui le ricchezze della terra apparterranno esclusivamente agli ebrei (...) Le nazioni scompariranno, le religioni tramonteranno».

E il rabbino Baruch Levi così scriveva a Carl Marx nel 1848: «Il popolo ebraico, considerato nel suo insieme, sarà egli stesso il suo proprio Messia. La sua signoria sul mondo sarà raggiunta mediante l’unificazione delle altre razze umane, la eliminazione delle frontiere e delle monarchie, che sono i bastioni del particolarismo, e mediante l’istituzione di una repubblica mondiale, che accorderà dappertutto i diritti civili agli ebrei. In questa nuova organizzazione dell’umanità, i figli di Israele diventeranno dappertutto, senza incontrar ostacolo, l’elemento direttivo (...). I governi dei popoli compresi in questa repubblica mondiale, con l’aiuto del proletariato vittorioso, cadranno tutti senza difficoltà in mani ebraiche. La proprietà privata verrà soffocata dai dirigenti di razza ebraica, che amministreranno dappertutto il patrimonio statale. Così la promessa del Talmud sarà adempita, cioè la promessa che gli ebrei, venuti i tempi messianici, possederanno la chiave dei beni di tutti i popoli della Terra» (Revue de Paris, anno XXXV, numero 2, pagina 574).

Lascio a voi giudicare, lucidi ricercatori del «Gherush 92», se qui non si preconizza e si progetta la «eliminazione fisica o culturale della diversità e dunque scomparsa di popoli e culture», la più feroce discriminazione razziale, lo sfruttamento del prossimo, la violazione ripetuta dei diritti umani. E – ripeto – questa si traduce in una precisa politica. Solo pochi giorni fa , il 12 marzo alle due di notte, aerei israeliani hanno sparato missili a Gaza, uccidendo 23 palestinesi, di cui sette appartenenti a un a sola famiglia, e ferendone 73 (tutti civili, alcuni bambini) in risposta a lanci di razzi – che non hanno mai provocato danno alcuno. E su una popolazione che da quattro anni Israele tiene sotto assedio, accampati sulle macerie, e in stato di quasi-fame, con evidenti intenti di pulizia etnica. (Israel kills 23 in Gaza, wounds 73, most of them civilians –PCHR)

Non c’è dubbio che azioni possibili vengano compiute per incitamento e adesione alla Torah, da gente che è stata formata dalla Bibbia a considerare tutti gli altri esseri umani «amaleciti» da cancellare o bestiame da macello. La cosa è tanto vera, signori ricercatori, che persino dei non-ebrei – inglesi protestanti, evangelici, non-denominazionalisti, cristiani rinati americani – a forza di leggere la Bibbia hanno finito per credersi il popolo eletto, e di conseguenza si sono dati con entusiasmo al genocidio di popoli interi (come i pellerossa) per mettersi al loro posto sulle loro terre, allo schiavismo, allo stermino atomico (Hiroshima), alla conquista mondiale a forza di guerre, sempre applicando il concetto biblico di «colpa collettiva», per cui «anche il migliore dei non-ebrei, uccidilo», e sempre convinti della loro superiore legittimità morale ad uccidere, sterminare ed arraffare la roba altrui.

È la Bibbia che li ha resi così. È un libro tanto più pericoloso in quanto, redatto in tempi primordiali, da parte di gente arretrata persino in rapporto ai popoli civilizzati dell’epoca, esso venga applicato come programma politico-religioso in questo nostro secolo dei Lumi, dei Diritti Umani e dell’Intervento Umanitario. Perciò facciamo integralmente nostre le parole della vostra Valentina Sereni, solo sostituendo alla parola «Commedia» la parola «Bibbia».

Riprendo dal Corriere: «Non invochiamo né censure né roghi – precisa Sereni – ma vorremmo che si riconoscesse, in maniera chiara e senza ambiguità che nella Bibbia (Divina Commedia) vi sono contenuti razzisti, islamofobi e antisemiti. L’arte non può essere al di sopra di qualsiasi giudizio critico. L’arte è fatta di forma e di contenuto e anche ammettendo che nella Bibbia (Divina Commedia) esistano diversi livelli di interpretazione, simbolico, metaforico, estetico, ciò non autorizza a rimuovere il significato testuale dell’opera, il cui contenuto denigratorio è evidente e contribuisce, oggi come ieri, a diffondere false accuse costate nei secoli milioni e milioni di morti. Persecuzioni, discriminazioni, espulsioni, roghi (...). Questo è razzismo che letture simboliche, metaforiche ed estetiche dell’opera, evidentemente, non rimuovono»

Parole sante, signora Valentina. Per cui sottoscrivo alla lettera le sue esortazioni: «Oggi – conclude giustamente Sereni – il razzismo è considerato un crimine ed esistono leggi e convenzioni internazionali che tutelano la diversità culturale e preservano dalla discriminazione, dall’odio o dalla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e a queste bisogna riferirsi; quindi questi contenuti, se insegnati nelle scuole o declamati in pubblico, contravvengono a queste leggi, soprattutto se in presenza di una delle categorie discriminate. È nostro dovere segnalare alle autorità competenti, anche giudiziarie, che la Bibbia (Divina Commedia) presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Bibbia (Divina Commedia) dai programmi scolastici ministeriali».

Ed anche dalle pubbliche letture nelle Messe cattoliche, dalle sinagoghe, dalle assemblee luterane e genericamente protestanti. Veglino le autorità giudiziarie: questo testo «pilastro delle letteratura ebraica (italiana) e della formazione degli studenti (rabbinici), presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene proposta senza che via sia alcun filtro».

Se ne vieti la lettura ai giovani. Come minimo, si cancellino e si espungano dal capolavoro quelle parti. Circoli una versione espurgata della Torah, secondo i principii del politicamente corretto indicati dai «Gherush 92» dei Katz. Ancorché – certo – ben poco ne rimarrebbe. Ma la civiltà lo esige.


Copyright © - Effedieffe 13 marzo 2012

| indietro | | inizio pagina |