Il 23 agosto 1948, nella chiesa di Nieuwe Kerk ad Amsterdam, in Olanda,
fu ufficialmente fondato il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC). Come riporta
l’Osservatore Romano, già nel 1910, in occasione della Conferenza missionaria di
Edimburgo, diverse Chiese, soprattutto protestanti, sottolinearono la necessità
di intraprendere un cammino comune per l'unità, per eliminare - si disse - "lo
scandalo delle divisioni" tra i credenti. Due movimenti ecumenici: "Vita e
azione" e "Fede e costituzione", nati entrambi negli anni Venti, formarono un
unico organismo e poi nel 1938 a Utrecht un comitato provvisorio pose le
fondamenta per il futuro CEC, la cui fondazione fu ritardata però di dieci anni
per lo scoppio delle guerre mondiali.
Ad oggi il CEC comprende, oltre a una
rappresentanza cattolica, le Chiese protestanti storiche anglicane, battiste,
luterane, metodiste, riformate, la maggior parte delle Chiese ortodosse e
diverse Chiese indipendenti. Per statuto, lo scopo primario dell'organismo è
"chiamarsi gli uni con gli altri all'unità visibile in un'unica fede e in
un'unica comunione eucaristica".
La storia dell’organismo ecumenico è segnata
anche dalla visita nella sede di Ginevra di due Papi: Paolo VI il 10 giugno 1969
e Giovanni Paolo II il 12 giugno 1984. Per ricordare al meglio i sessant’anni
dalla nascita sono in programma numerose iniziative; nei giorni scorsi nella
chiesa di Nieuwe Kerk si è svolta una cerimonia alla quale ha partecipato anche
la regina Beatrice d’Olanda che ha ricevuto una raccolta di saggi dal titolo:
"Il movimento ecumenico ad un bivio".
Nell’occasione, il pastore Samuel Kobia,
segretario generale del CEC, ha sottolineato che le Chiese sessant’anni fa
“hanno rinnovato la consacrazione a Cristo” e che “non solo sono rimaste unite,
ma hanno approfondito e ampliato l'amicizia”. Nei mesi scorsi si sono verificati
altri eventi importanti per la nascita del CEC come la riunione centrale
dell’organismo ecumenico, tenutasi a Ginevra in febbraio, alla quale ha preso
parte anche il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, il quale ha
sottolineato come "in sei decadi il CEC abbia compiuto notevoli passi per
l'unità dei cristiani".
Scopo del CEC è anche quello di favorire il dialogo
interreligioso, nei prossimi mesi infatti sarà organizzato un incontro al quale
parteciperanno rappresentanti musulmani. Spunto dell’iniziativa è la lettera “A
common word” inviata il 13 ottobre 2007 da 138 leader religiosi musulmani ai
maggiori rappresentanti cristiani. La missiva promuove la pace tra fedi diverse
e cerca un terreno comune di dialogo e comprensione basato sui due valori comuni
a Cristianesimo e Islam: l'amore dell'unico Dio e l'amore per il prossimo. Il
CEC è anche impegnato in difesa della pace e dell’ambiente, nel campo dei
diritti umani e degli aiuti ai sofferenti.
Tra i programmi in corso c'è il
"Decennio per sconfiggere la violenza 2001-2010", “per superare lo spirito, la
logica e la pratica della violenza – si legge sull’Osservatore Romano -
attraverso il comune impegno per la pace e la giustizia”. La conclusione del
programma sarà segnata da una convocazione ecumenica internazionale per la pace,
che avrà luogo dal 4 all'11 maggio 2011, con l'obiettivo di redigere una
dichiarazione ecumenica sulla "pace giusta".
[Fonte: Radio Vaticana 23 agosto 2008]