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COMUNICATO STAMPA 44ª SESSIONE DI FORMAZIONE ECUMENICA DEL SAE

Cattedra interreligiosa dei giovani: libertà nell'incontro con l'altro
Libertà ed economia: il mercato dinanzi alla fede


È giunta alla quinta giornata la 44ª Sessione di formazione ecumenica del Segretariato attività ecumeniche (SAE) a Chianciano. Mercoledì 1 agosto si è svolta la Cattedra interreligiosa dei giovani, moderata da Donatella Saroglia di "Saenotizie", sul tema "Diventare liberi". Stefano D'Amore, segretario della Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI), ha sottolineato "l'importanza della formazione delle coscienze, in un momento storico in cui non possiamo dimenticare chi soffre per mancanza di libertà, e dell'autodeterminazione, che oggi più che mai deve essere tutelata come libertà di dirsi, dinanzi ad una forte tendenza a parlare per gli altri". Il prete ortodosso Viorel Sapun ha presentato la situazione dei giovani ortodossi rumeni sul piano sociale, psicologico e spirituale: "La libertà è intesa anche come espressione della propria identità culturale, nella preferenza per la lingua materna e nella fecondazione reciproca delle culture che si incontrano". Per Ilaria Vellani, vicepresidente di Azione cattolica, la vera libertà consiste nel "decentrarsi da sé e mettersi interamente a servizio degli altri, perché la libertà dell'altro ci libera, ma il grande ostacolo è la paura che serpeggia nella nostra società, che si può tentare di superare con un progetto educativo delle scuole". Il vicepresidente dell'Unione giovani ebrei d'Italia (UGEI), Tobia Zevi, ha affermato che "non c'è vera libertà in assenza di regole", osservando come il popolo ebraico sia diventato libero proprio assumendo su di sé l'onere della Legge. Ha concluso la tavola rotonda Abdallah Kabakebbji, responsabile delle comunicazioni dei Giovani musulmani d'Italia (GMI), che ha dichiarato: "Poiché secondo i musulmani la libertà umana è per natura vincolata, allora riponiamo i vincoli in Dio, liberandoci dalla paura della sconfitta e della derisione".

I lavori di ieri si sono aperti con la meditazione biblica dell'ortodosso Viorel Sapun, basata su Romani 5:19-25, sul tema "Anche la creazione attende d'essere liberata". "La creazione - ha evidenziato Sapun - non ha senso se privata della presenza dell'uomo e viceversa: ne deriverebbe per entrambi un impoverimento del senso della loro esistenza. In questa relazione tra uomo e creato, l'armonia viene meno a causa della mancanza di responsabilità dell'uomo, che provoca la sofferenza della creazione con l'inquinamento, la povertà, le guerre, la corruzione. La contemplazione incessante del creato consente invece di sperimentare l'amore di Dio, per arrivare a quei cieli nuovi e terre nuove in cui Dio sarà tutto in tutti".

Luigino Bruni, economista dell'Università di Milano-Bicocca, ha discusso di "Libertà, economia, solidarietà", definendo ogni relazione profonda con l'altro come "ferita e benedizione". "Le esperienze umane - ha spiegato - fioriscono quando si riesce a convivere con questa tensione drammatica, ma diventano invivibili quando si vuole la benedizione senza la ferita, nutrendo la grande illusione della società moderna, che ha prospettato la libertà come assenza di dolore e una società regolata dal mercato che invade tutto il civile. È necessario - ha proseguito Bruni - sottoporre il mercato, che è un fatto umano, alla critica profetica della fede, considerando i cosiddetti ‘beni relazionali', cioè i beni di reciprocità gratuita come la partecipazione civile, la vita interiore e la spiritualità". Il pastore metodista Peter Ciaccio ha svolto il ruolo di "discussant", osservando che "i rapporti tra esseri umani entrano in crisi quando avvengono al di fuori della Legge che funge da mediatrice tra noi e Dio. Uno scontro tra civiltà ha proseguito Ciaccio -, tra esseri umani che sanno relazionarsi soltanto in maniera conflittuale tra loro, è sempre avvenuto nella storia quando si rifiuta la vocazione di Caino, la chiamata ad essere custodi del proprio fratello. Il mercato va vissuto come regola, ma relativizzata rispetto all'umano, come ci ha insegnato Gesù quando ha detto che ‘il Figlio dell'uomo è signore del sabato'".

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