La
conclusione del Meeting delle religioni che riunisce fedeli delle
religioni monoteiste e che per la prima volta ha ammesso gli israeliti.
Rifiuto del terrorismo e delle teorie che parlano di conflitti tra
fedi.
"Vogliamo
rinnovare il nostro impegno e la nostra la piena volontà di
rafforzare i legami fra i fedeli nel Dio Onnipotente". Con questo
fermo proposito si sono conclusi i lavori del terzo
"Meeting delle Religioni", che dal 29 al 30 giugno ha visto
riunirsi a Doha più di 100 delegati delle 3 religioni monoteiste;
quest’anno per la prima volta erano presenti anche rappresentanti
ebrei.
I partecipanti hanno
pubblicato alla fine del Meeting un documento comune, che afferma
l'importanza di questi incontri, i quali riflettono la sincera volontà
di tutti a “convivere" ed hanno esortato i fedeli delle 3
religioni a rafforzare il loro impegno a favore della pace e della
concordia fra tutti i popoli del modo.
Durante l’incontro è
emersa la necessità per il mondo arabo di aprire sezioni di scienze
religiose e le studio delle religioni comparate. I partecipanti hanno
auspicato la fondazione di un istituto arabo impegnato a rilanciare
gli studi delle religioni e hanno rifiutato le “teorie false” che
parlano di ‘”polemica tra le religioni”.
I delegati hanno dato
piena adesione a un progetto mirante alla fondazione di un Consiglio
superiore che si impegna a favore del dialogo inter-religioso, formato
da rappresentanti delle 3 religioni. La dottoressa Aisha Al Manah,
presidente dell'Istituto degli studi islamici e della scienza della svaria,
ha espresso ad AsiaNews il suo desiderio di vedere un mondo
arabo più riconciliato e tollerante, assicurando a tutti la
disponibilità del governo degli Emirati Arabi di proseguire gli
sforzi capaci di mantenere questo spirito di apertura.
Dura la condanna del
terrorismo esercitato nel nome della fede; il meeting ha ribadito che
le religioni non sono mezzi di guerra, ma strumenti di pace e ha
chiesto alla comunità internazionale di rafforzare le misure in grado
di prevenire l’ “anomalia del terrorismo” esercitato sotto
diverse “etichette” religiose.
Grande attenzione è
stata data all’informazione e ai media. I partecipanti hanno chiesto
agli ecclesiastici e ai capi religiosi di impegnarsi in pubblicazioni
su riviste e giornali e collaborare a trasmissioni radiofoniche e
televisive capaci di illuminare il popolo sulle problematiche
religiose. Gli studiosi hanno poi chiesto ai governi interessati di
mantenere un controllo rigido sulle trasmissioni “non sane”, che
“rovinano le coscienze e le menti e che danneggiano le religioni.
I lavori si sono chiusi
con il discorso di Shaikh Hamad Ben Khalifa Al Thani, emiro del Qatar.
Egli ha rinnovato l'impegno del suo governo a favore della pace e
della convivenza fra tutti i fedeli delle religioni monoteisti ed ha
auspicato la fondazione di un Centro internazionale per il dialogo
inter-religioso.
Walid Ghayad, tra i
partecipanti all’incontro, ha espresso ad AsiaNews il suo
compiacimento “per il clima di dialogo” che ha caratterizzato i
lavori di Doha ed ha sottolineato l'importanza dell'apertura verso
l'altro, “che non e un'isola ma una creatura di Dio”.
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[Fonte: AsiaNews 2 luglio 2005]