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Gli effetti di internet su Chiesa e società
Incontro di vescovi ed esperti europei
Nel 2009 i vescovi europei responsabili per i media cercheranno di analizzare
gli effetti della cultura del web nella società e nella Chiesa, di verificare in
quale modo i cristiani possono intervenire in questa cultura, e di comprendere
quale apporto la rete può recare al dialogo ecumenico e tra le religioni. Questa
è la decisione emersa dall'incontro, svoltosi in Vaticano dal 25 al 27 aprile,
che ha riunito vescovi ed esperti di diversi Paesi europei membri del comitato
esecutivo della Commissione episcopale europea per i mass media (Ceem). Si
tratta della commissione costituita dal Consiglio delle conferenze episcopali
d'Europa (Ccee) con il compito di seguire lo sviluppo dei media e delle
comunicazioni ecclesiali, favorendo in questo campo il lavoro delle varie
Conferenze episcopali.
Durante l'incontro i partecipanti hanno preparato i lavori della prossima
assemblea plenaria incentrata sul rapporto tra cultura di internet e la Chiesa,
che si svolgerà a Roma nel marzo del 2009. L'approfondimento del tema è stato
affidato a Nicoletta Vittadini, docente di sociologia dell'educazione
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. "La cultura del web - ha rilevato - è
una cultura della reticolarità. È una tecnologia orizzontale caratterizzata
dalla capillarità (accesso del singolo utente), connettività (possibilità di
entrare in relazione con altri utenti), socialità (si parla di social network),
dove la condivisione del sapere e le relazioni tra individui si rivelano
centrali".
Si tratta di caratteristiche che "cominciano ad avere effetti sulle nostre
società, e sono particolarmente visibili tra i giovani". Anche per questo ha
affermato nel suo intervento l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del
Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, "i media cattolici devono
essere una presenza, una compagnia costante, una proposta per le persone in
cerca di Dio". Evitando "di cadere nell'autoreferenzialità e di parlare solo da
cattolici a cattolici - ha proseguito - dimenticando le persone che non fanno
parte delle nostre comunità". Per raggiungere questo obiettivo, ha anticipato
Celli, il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali sta lavorando a "una
serie di cantieri aperti" che hanno come obiettivo "la formazione di agenti
pastorali della comunicazione".
Durante le giornate dell'incontro, c'è stata anche la presentazione da parte dei
vescovi responsabili di gruppi linguistici regionali europei e dei loro esperti
delle attività svolte nell'ultimo anno. Dai rapporti, rivela il comunicato
finale dei lavori, emergono alcune tendenze positive, come la crescita della
presenza della Chiesa nei media e un rinnovato interesse per la sfera religiosa,
ma anche situazioni problematiche quali "la banalizzazione di alcuni eventi
liturgici di rilevanza nazionale ed internazionale che tendono a ridurre il
carattere liturgico dell'evento (come matrimoni e funerali) a veri e propri talk
show televisivi".
Allo stesso modo, si lamentano "la strumentalizzazione della Chiesa a fini
politici soprattutto nei dibattiti che toccano temi etici", la "riduzione della
Chiesa solo ad istituzione interessata a difendere i propri interessi" e "una
visione della religione come fatto problematico per la convivenza".
(©L'Osservatore Romano - 1 maggio 2008)
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