Roma (AsiaNews) - I corpi martoriati dei cristiani copti uccisi il 9 ottobre
scorso attendono verità e giustizia. I 26 cadaveri ancora insanguinati, le teste
sfracellate dalla violenza degli autoblindo militari, sono ammucchiati in alcune
sale dell’ospedale copto del Cairo e in altri ospedali della città nell’attesa
di autopsia. Ihsan Kamel, capo dell’ufficio di medicina legale, ha dichiarato
che ci vorrà tempo e che i risultati saranno pubblicati solo il 27 ottobre. Egli
ha anche affermato che tutto quanto si dichiara in questi giorni da parte di
medici forensi potrebbe essere inaccurato. Forse quest’ultimo avvertimento è dovuto a scrupolo ed accuratezza
scientifici. Ma non vorremmo che sia dettato dal tentativo di squalificare
testimonianze di dimostranti e medici che in questi giorni hanno sottolineato
che la morte di diverse vittime è stata causata da proiettili di armi da fuoco e
dal peso schiacciante di veicoli pesanti.
Ieri, Magda Adly, capo di El Nadeem, un Centro di riabilitazione per le
vittime della tortura, ha dichiarato di aver assistito all’autopsia sul corpo di
otto degli uccisi a Maspero (la zona vicina a piazza Tahrir, dove è avvenuto il
massacro). Secondo la Adly è evidente che sei cadaveri erano stati schiacciati
da “veicoli pesanti” e due avevano ricevuto un “eccessivo” numero di pallottole.
La testimonianza della Adly coincide con quella dei molti sopravvissuti al
massacro del 9 ottobre, documentata con ampiezza da molti video pubblicati su
internet (v. ad esempio:
http://www.youtube.com/watch?v=v0y77M-FjHk&NR=1&skipcontrinter=1;
ttp://www.light-dark.net/vb/showthread.php?t=6804;
http://www.light-dark.net/vb/showthread.php?p=7917#post7917).
In queste immagini è evidente che i soldati hanno sparato contro la folla
inerme, come pure è evidente che gli autoblindo hanno puntato diritto sui
dimostranti indifesi.
In Egitto e nel mondo vi è il tentativo di nascondere la verità. Un solo
esempio: Mina Daniel, un cristiano che era anche uno dei leader della “primavera
araba” di piazza Tahrir, è stato ucciso il 9 giugno con colpi di armi da fuoco e
poi sfracellato da un autoblindo. Ma il suo certificato medico non dice nulla
delle cause della sua morte.
Il tentativo più potente di cancellare quanto è successo il 9 ottobre viene
dai militari. Due giorni fa in una conferenza stampa, l’esercito ha rigettato
tutte le accuse contro di esso. Mostrando ai giornalisti video e foto, i due
generali Adel Emara e Mahmoud Hegazy, hanno detto che i soldati non avevano
munizioni letali e che gli autoblindo cercavano in tutti i modi di evitare di
investire le persone che invece lanciavano molotov e pietre.
Contro questo tentativo di cancellare la verità e la giustizia si è levato
anche il capo degli ortodossi copti, papa Shenouda III. Incontrando ieri il
premier Essam Sharaf, egli ha ribadito che la manifestazione dei copti lo scorso
9 ottobre “era pacifica e i dimostranti non avevano armi”.
Nella sua catechesi del mercoledì pomeriggio, due giorni fa ha ribadito lo
stesso concetto e ha dichiarato che il massacro dei giorni scorsi “non ha
precedenti” nella storia recente della Chiesa in Egitto. Egli stesso ha citato i
primi risultati delle autopsie secondo cui due terzi dei martiri uccisi
presentano ferite di armi da fuoco e che i restanti sono stati travolti e
schiacciati da veicoli militari.
Molti cristiani e musulmani si domandano anche perché - se la manifestazione
dei copti era autorizzata - vi era uno spiegamento di centinaia di poliziotti e
migliaia di soldati. Ciò fa supporre che lo scontro fosse premeditato, forse per
ritardare le elezioni, forse per mantenere lo stato di emergenza.
La condanna dell’esercito e dei suoi metodi “fascisti”, peggiori che al tempo
di Mubarak, sta unendo i molti rappresentanti della “primavera araba”, ma anche
tanta parte della popolazione egiziana. Eppure, contro tutto questo, vi è lo
scandalo annunciato ieri: sul massacro di Maspero vi sarà solo un’inchiesta ed
essa sarà condotta dai militari.
Il ritornello dell’esercito è che fra i dimostranti vi erano persone
violente, armate, che hanno iniziato gli scontri con le forze dell’ordine. Il
ministro per la giustizia, Mohamed El-Guindy, ha dichiarato che sono iniziati gi
interrogatori dei dimostranti arrestati e che gli accusati saranno giudicati non
da un tribunale civile, ma militare.
Le organizzazioni copte dell’Europa, in un loro comunicato giunto ad
AsiaNews, condannano il “trionfo della vergogna” per l’esercito egiziano. Esse
puntano il dito anche verso il ministro dell’informazione, Osama Heikal e per i
media a lui sottomessi, che hanno lanciato gli appelli contro i copti che
“stavano uccidendo” l’esercito e l’Egitto.
L’occidente sembra distante da quanto succede in Egitto. Pressata dai
problemi dell’euro, la Ue ha condannato la violenza e ha chiesto più rispetto
per i diritti delle minoranze; la Casa Bianca ha addirittura sposato la tesi
dell’esercito egiziano. Il presidente Obama, infatti ha deplorato la “tragica
perdita di vite fra i dimostranti e le forze di sicurezza”, aggiungendo che “è
tempo di moderazione da entrambe le parti”.
Così le richieste di democrazia, libertà di stampa, parità di diritti per
cristiani e musulmani – il cuore delle lotte della “primavera araba” egiziana –
sembrano allontanarsi. Di questa visione democratica fa parte anche il diritto
dei cristiani a edificare luoghi di culto alla pari dei musulmani.
Ancora una volta, la libertà religiosa si manifesta come l’elemento chiave
dei diritti umani. La manifestazione dei copti – appoggiata anche da molti
musulmani – era nata per rivendicare il diritto di una chiesa ad Assuan,
distrutta dagli integralisti, appoggiati dal governatore locale (un ex
generale). Con la sua tragica conclusione, essa ha però manifestato anche i
tanti diritti umani di cui la popolazione egiziana è derubata.
Alcune organizzazioni copte ci hanno inviato alcune foto terribili sul
massacro dei loro fratelli di fede, chiedendo che vengano pubblicate. Pur con
qualche esitazione e avvertimento abbiamo deciso di pubblicarle. “Il sangue dei
martiri – ha detto Shenouda III ai funerali di alcune vittime – non è a basso
prezzo”: esso è il prezzo enorme che gli egiziani pagano per la dittatura dei
loro capi e per la superficialità dell’occidente. Finché non sarà fatta
giustizia ai massacrati di Maspero, non ci sarà giustizia per nessun egiziano.
ATTENZIONE: Le immagini che presentiamo sono molto crude e potrebbero
impressionare un pubblico sensibile. Per vedere le immagini
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