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"Città
dell'uomo"
Associazione fondata da Giuseppe Lazzati -
Convegno di studi
Gianni Borsa, su
chiesadimilano.it
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L'associazione Città dell'uomo fa giungere il suo contributo, così come
stanno facendo altri soggetti della società civile. L'evento si preoccupa di
verificare se esiste «un nucleo forte di elementi politici che costituiscano
quel tessuto comune, quella identità da salvaguardare, su cui sia possibile
intendersi tra coloro che vogliono un'Europa che non sia solo un mercato
comune». Si cerca una risposta riflettendo attorno a tre elementi che possono
aiutare in tale direzione: «Uno specifico modello sociale, una nuova
soggettività internazionale, la laicità come forma della convivenza civile».
Il clima di indecisione che caratterizza la vigilia del Consiglio Ue di
metà dicembre è sintomo della fase di stallo in cui l'Europa comunitaria
continua a macerarsi.
Dopo l'anno d'oro del 2004, con l'allargamento dei confini verso Est e
la firma della Costituzione, è arrivato l'anno orribile del 2005, con lo
stop alla Carta dagli elettori francesi e olandesi, il tira-e-molla sulle
Prospettive finanziarie 2007-2013, la sofferta apertura dei negoziati con
la Turchia, segnata da (giustificate) diffidenze verso Ankara.
Il grande progetto europeo non può procedere se a prevalere sono la paura,
gli egoismi nazionali, le meschinità di tanti leader che non amano l'Ue e non
osano ammetterlo. E l'Unione non si costruisce solo con il libero mercato
o l'architettura istituzionale: occorrono un grande «sogno comune», valori
e obiettivi condivisi, la volontà di perseguirli assieme.
Sapendo, fra l'altro, che il mondo oggi guarda all'esperimento in atto a
Bruxelles con estrema attenzione, quale modello di integrazione culturale e
politica e possibile alternativa ai conflitti in atto a livello planetario.
I capi di Stato e di governo dei 25 sono dunque chiamati a farsi carico di
queste responsabilità e ad assumere comportanti conseguenti. La
Dichiarazione di Berlino sul futuro d'Europa, annunciata per il 25 marzo 2007,
al di là delle parole che conterrà, dovrà dimostrare che la Comunità dei
popoli e degli Stati europei ha gambe per camminare.
In vista di quell'appuntamento, l'associazione Città dell'uomo fa giungere
il suo contributo, così come stanno facendo altri soggetti della società
civile, mediante un convegno che si terrà a Milano il 16 dicembre sul tema «Da
dove può ripartire l'Europa?».
L'evento si preoccupa di verificare se esiste «un nucleo forte di elementi
politici che costituiscano quel tessuto comune, quella identità da
salvaguardare, su cui sia possibile intendersi tra coloro che vogliono
un'Europa che non sia solo un mercato comune».
Si cerca una risposta riflettendo attorno a tre elementi che possono aiutare
in tale direzione: «Uno specifico modello sociale, una nuova soggettività
internazionale, la laicità come forma della convivenza civile».
Si tratta di tre temi prioritari rimasti irrisolti nell'Ue del
dopo-allargamento: quali risultati concreti deve perseguire l'Ue per far
intendere ai cittadini che essa porta loro concreti benefici? Quale politica
estera (espressa con «una sola voce») sviluppare per rafforzare il
multilateralismo e costruire la pace in ogni angolo del globo? E, ancora,
come giungere alla «unità nella diversità» (motto dell'Ue certificato nella
Costituzione), integrando fra loro popoli, culture e religioni, così da
evitare quello scontro di civiltà che qualcuno evoca e altri forse auspicano?
Per fare balzi in avanti occorre prendere una lunga rincorsa. L'Ue ci deve
ancora provare.
«Da dove
può ripartire l'Europa?
Una scommessa dopo la crisi costituzionale»
Milano, sabato 16 dicembre 2006,
ore 9-13
presso la
Fondazione Lazzati, Largo Corsia dei Servi 4,
Milano
con l'adesione di Acli milanesi, Agire
Politicamente,
Associazione Rosa Bianca, Azione cattolica
ambrosiana,
Centro sociale ambrosiano, Comunità e lavoro,
Fondazione Giuseppe Lazzati
Programma
Introduzione (a cura di Città dell'Uomo)
Il modello sociale europeo: difendere e arricchire una originalità
Emilio Gabaglio (già segretario della Confederazione europea dei
sindacati)
L'Europa «potenza civile»: costruire una soggettività internazionale e
una capacità di azione comune
Guido Formigoni (docente di Storia contemporanea all'Università Iulm
di Milano, presidente di Città dell'Uomo)
La laicità come identità dell'Europa:
integrare le diversità senza guerre di civiltà
Fulvio De Giorgi (docente di Storia dell'educazione all'Università
Cattolica di Milano)
Conclusioni: Piervirgilio Dastoli (direttore dell'Ufficio di
rappresentanza della Commissione europea in Italia)
Con la collaborazione di Radio Circuito Marconi
Per informazioni:
info@cittadelluomo.it • tel. 02.79.91.39.
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