Un'analisi e indicazioni di ampio orizzonte.
Il Papa, ricevendo il nuovo ambasciatore della Bulgaria, chiede di dare un’anima
al Vecchio Continente.
Benedetto XVI ha
riconosciuto che l’Europa ha bisogno di un’“anima” per evitare che
il progetto di integrazione del Vecchio Continente finisca per ridursi ad
un “grande mercato”.
È questa la constatazione alla quale il Pontefice è giunto questo sabato
nel discorso che ha rivolto al nuovo ambasciatore della Bulgaria presso la
Santa Sede, Valentin Vassilev Bozhilov.
La Commissione Europea ha indicato questo martedì la data del 1° gennaio
2007 per l’adesione di Bulgaria e Romania all’Unione Europea, anche se
ha fatto dipendere questa decisione dal rispetto di una serie di
condizioni che torneranno ad essere valutate ad ottobre.
Nel suo obiettivo di entrare a far parte dell’Unione, la Bulgaria, Paese
a maggioranza ortodossa, ha contato fin dal primo momento sul sostegno
della Santa Sede.
Rivolgendosi al rappresentante di Sofia in lingua francese, il Papa ha
auspicato che questo Paese, entrando nell’Unione, “svolga un ruolo
importante, contribuendo a ridare al nostro continente la spinta
spirituale di cui spesso ha tanto bisogno”.
Il Pontefice ha chiesto l’aiuto della Bulgaria affinché l’Europa “non
sia solo un grande mercato di scambio di beni materiali, sempre più
abbondanti, ma abbia un’anima, un’autentica dimensione spirituale”.
In particolare, il Papa si è riferito “alla situazione dei giovani dei
nostri Paesi”, che non trovano spazio per le loro aspirazioni “nelle
nostre società troppo centrate sul consumo di beni materiali e sulla
ricerca, a volte individualista, del benessere”.
I giovani, ha affermato, hanno bisogno “di ritrovare fiducia nel futuro
e di impegnarsi senza paura in progetti a lungo termine, dando origine a
nuove famiglie, solidamente costruite sul matrimonio e aperte all’accoglienza
dei bambini”.
Allo stesso tempo, ha riconosciuto, i ragazzi e le ragazze dell’Europa
hanno bisogno di imparare “a mettersi al servizio del bene comune della
società attraverso l’attività politica, economica e sociale,
preoccupandosi della solidarietà nei confronti dei più disagiati, così
come degli immigrati che provengono da altri orizzonti in cerca di un
rifugio o di una nuova opportunità”.
“Nel nostro mondo incerto e destabilizzato, l’Europa può diventare
testimone e messaggera del dialogo necessario tra le culture e le
religioni”, ha osservato Benedetto XVI.
Nel corso dell’udienza il Papa ha confermato il sostegno della Santa
Sede, necessario, come ha constatato, per “ridurre la violenza che oggi
si sviluppa pericolosamente, rompendo i muri dell’ignoranza e della
sfiducia che la possono generare”.
Affinché l’Europa “non si ripieghi su se stessa”, il Vescovo di
Roma ha proposto di “condividere meglio le ricchezze del mondo e
suscitare un autentico sviluppo dell’Africa, che serva per correggere le
ingiustizie dello squilibrio attuale tra nord e sud, fattore di tensioni e
minacce alla pace”.
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[Fonte: Zenit 17 maggio 2006]