Documento conclusivo dell'Assemblea della FCEI, novembre
2000
Noi, membri della XII Assemblea della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia, rinnoviamo il
nostro impegno a favorire la collaborazione e l'unità tra le diverse
componenti dell'evangelismo italiano nella testimonianza della nostra
fede in Cristo.
Siamo consapevoli delle differenze che esistono fra di
noi, sul piano dell'organizzazione ecclesiastica, dell'etica, della
prospettiva di testimonianza: siamo tuttavia convinti che esistano ampi
spazi per un'azione comune nell'annuncio della Parola, per la presenza
nel mondo della cultura e dell'informazione, per il servizio a favore
della giustizia, della pace, della salvaguardia del creato e al
prossimo.
Uniti dalla comune fede in Cristo e dalla centralità della
Parola nella nostra vita ed in quella delle nostre chiese, ci
impegniamo a percorrere strade che ci avvicinino a quelle componenti
dell'evangelismo italiano che, in spirito di fraternità e solidarietà, accettino di condividere con noi
progetti ed
iniziative.
Siamo consapevoli delle difficoltà che, soprattutto in
quest'anno del Grande Giubileo, sono intervenute nelle relazioni con la
Chiesa cattolica. In particolare ci hanno diviso affermazioni
teologiche, ecclesiologiche e di ordine etico che ci hanno mostrato
quanto arduo e difficile sia quel cammino verso l'unità che
costituisce una vocazione a cui siamo chiamati. Nonostante queste
difficoltà, ribadiamo il nostro impegno al dialogo con i fratelli e le
sorelle di tutte le chiese cristiane in una linea di chiarezza
evangelica, di radicamento nella tradizione teologica e spirituale di
cui siamo eredi e di apertura al soffio dello Spirito Santo che, ben al
di là di quello che noi vediamo ed immaginiamo, ci converte e ci
guida.
Siamo anche consapevoli della possibilità di sviluppare
progetti ecumenici in vari ambiti tra i quali segnaliamo l'accoglienza
allo straniero, la lotta allo sfruttamento delle donne e alle "nuove
schiavitu'", la cancellazione del debito dei paesi impoveriti, la
salvaguardia del creato.
Siamo consapevoli che molti dei problemi
che abbiamo richiamato si collocano all'interno dei processi di
globalizzazione dell'economia, dei processi migratori, delle culture e
della comunicazione. Si tratta di un fenomeno complesso e tumultuoso
che pone interrogativi gravi e che richiede un'analisi attenta e
rigorosa. Nella difficoltà, oggi, di darne una lettura e
un'interpretazione precisa, riteniamo che debba costituire tema di
riflessione e di impegno nelle nostre chiese.
Chiamati a rendere
testimonianza della nostra fede nel contesto della società italiana, ringraziamo il Signore per il dono del radicamento nella
vita sociale,
politica e spirituale del nostro paese. Prendiamo atto dei cambiamenti
intervenuti nella società italiana negli ultimi anni ed in particolare
della crescita di diverse confessioni di fede; siamo però consapevoli
della distanza che ci separa da un compiuto pluralismo religioso
vissuto nel quadro della laicità dello Stato cui si ispira la nostra
Costituzione.
Allarmati da insistenti spinte all'esclusione di alcune
presenze culturali, se non al razzismo xenofobo ed all'antisemitismo,
ci impegniamo a promuovere iniziative ed a sostenere politiche che
rafforzino il pluralismo di fedi, culture ed etnie nel quadro di uno
stato laico e democratico.
Chiamati alla libertà dell'Evangelo, ci
sentiamo chiamati ad essere testimoni di libertà anche nel contesto
della vita sociale e politica del nostro paese. Nel momento in cui, sia
pure tra difficoltà ed incertezze, si stanno consolidando le
istituzioni europee che mostrano di tutelare il pluralismo, le
politiche di laicità, i diritti delle minoranze, le garanzie di pari
opportunità nell'accesso alla comunicazione di massa, rinnoviamo il
nostro impegno a difendere gli stessi valori nel contesto del nostro
paese.
In particolare pensiamo alla necessità di proseguire
nell'elaborazione di politiche di accoglienza, di cooperazione
internazionale allo sviluppo, di tutela dei gruppi sociali svantaggiati, di garanzia del pluralismo e
dell'autonomia
dell'informazione, di promozione della parità e dell'attenzione alla
differenza di genere, di affermazione dei diritti umani.
Nel
momento in cui si avvia un nuovo triennio di attività
della Federazione, ci impegniamo a rafforzare le relazioni tra le
nostre chiese, la FCEI ed i suoi servizi. Sin dalla sua costituzione la
FCEI si è proposta come voce del protestantesimo: perché possa
sviluppare i suoi progetti e rispondere alla sua originaria vocazione
ha sempre più bisogno del pieno sostegno delle chiese membro.
Ma
soprattutto invochiamo l'aiuto del Signore affinché questa casa
comune dell'evangelismo italiano possa continuare a rispondere alla sua
vocazione di testimonianza, di unità e di servizio; è scritto
infatti: "Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i
costruttori" (Salmo 127,1).
S.Severa ( Roma ) 1 novembre 2000
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