Dal Sito Totus Tuus
Traduzione di Daniele Arcara.
Ieri il Cardinale Dario Castrillon Hoyos, Presidente della Commissione
Pontificale Ecclesia Dei, ha annunciato a Londra che Papa Benedetto XVI
vuole introdurre il “Rito Gregoriano” – in precedenza conosciuto come Rito
Tridentino – in ogni parrocchia della Chiesa d’Occidente.
Il Papa vuole introdurre il ‘Rito Gregoriano’ in tutte le parrocchie.
Questo è un annuncio così importante che tanti cattolici non crederanno
alle loro orecchie. Io ero uno dei quattro giornalisti presenti. Ecco degli
estratti dalla conferenza stampa diffusa, nella quale il Cardinale demolisce
completamente le interpretazioni liberali del
Summorum Pontificum:
Elena Curti (The Tablet): Eminenza, vorrei chiederLe la sua opinione
sulla risposta dei Vescovi dell’Inghilterra e del Galles al Motu Proprio del
Papa.
Cardinal Dario Castrillon Hoyos: Penso che sia positiva. Ci sono alcuni
problemi perché è un modo nuovo di celebrare la liturgia ed hanno bisogno
di tempo per preparare preti e catechisti sui contenuti della Forma
Straordinaria.
Reuters: In alcune parti del mondo sembra esserci della resistenza da
parte dei vescovi locali nel lasciare ai fedeli piena libertà di
celebrare la Forma Straordinaria. Che suggerimenti ha per i fedeli?
CC: Di informarsi. Tante difficoltà sorgono perché non conoscono la realtà
del Rito Gregoriano – questo è il nome giusto [corretto] della Forma
Straordinaria, perché questa Messa non è mai stata vietata, mai. Oggi
per tanti vescovi è difficile perché essi non hanno preti che conoscono il
latino. Tanti seminari insegnano poche ore di latino – non abbastanza da
dare la preparazione necessaria per celebrare bene la Forma Straordinaria.
Altri pensano che il Santo Padre stia andando contro il Concilio Vaticano
Secondo. Questa è ignoranza assoluta. I Padri Conciliari, non
celebrarono mai un’altra Messa che non fosse quella Gregoriana. L’altra [il
Novus Ordo] venne dopo il Concilio… Il Santo Padre, che è un teologo e che
fece parte della preparazione del Concilio, sta agendo esattamente in linea
con il Concilio, offrendo con libertà i modi diversi di celebrare. Questa
celebrazione, quella Gregoriana, è stata la celebrazione della Chiesa per
più di mille anni... Altri dicono che uno non può celebrare con la schiena
rivolta alle persone. Questo è ridicolo. Il Figlio di Dio si è
sacrificato al Padre, con la faccia verso il Padre. Ciò non è contro le
persone. E’ per le persone...
Damian Thompson (Telegraph): Eminenza, il Santo Padre vorrebbe che le
parrocchie ordinarie in Inghilterra che non hanno conoscenza del Rito
Gregoriano vengano introdotte ad esso?
CC: Sì, certo. Non possiamo celebrarlo senza conoscere il linguaggio, i
segni, ed i modi del Rito, ed alcune istituzioni della Chiesa stanno
aiutando in questo senso. [Quindi, introdurre per insegnare ai fedeli.
Questo mi ricorda quanto chiese il Concilio, e cioè, che i pastori insegnano
al loro gregge a cantare e parlare sia in latino che nella loro madrelingua.
Entrambe. Quindi anche adesso si usano entrambi!]
DT: Quindi il Papa vorrebbe vedere tante parrocchie ordinarie far spazio
per il Rito Gregoriano?
CC: Tutte le parrocchie. Non tante – tutte le parrocchie [Tutte. Tutte.
Tutte. Ripetete con me.] perché questo è un regalo di Dio. Egli offre
queste ricchezze, ed è molto importante per le nuove generazioni conoscere
il passato della Chiesa. Questo tipo di celebrazione è così nobile, così
bella – il modo di esprimere la nostra fede è quella dei teologi più
profondi. La celebrazione, la musica, l’architettura, la pittura, crea un
insieme che è un tesoro. Il Santo Padre vuole offrire a tutti questa
possibilità, non solo a pochi gruppi che la chiedono, così che tutti vengano
a conoscenza di questo modo di celebrare l’Eucaristia nella Chiesa
Cattolica.
Anna Arco (The Catholic Herald): Riguardo a ciò, vorreste vedere
tutti i seminari in Inghilterra e Galles insegnassero ai seminaristi
come celebrare nella Forma Straordinaria?
CC: Mi piacerebbe, e sarà necessario. Stiamo scrivendo ai seminari,
ed abbiamo presente che dobbiamo fornire una preparazione approfondita non
solo per il Rito, ma anche per [insegnare] la teologia, la filosofia, la
lingua Latina...
DT: Quali sarebbero i passi pratici per le parrocchie ordinarie [in
preparazione per il Rito Gregoriano]?
CC: Il parroco dovrebbe scegliere un'ora, di Domenica, per celebrare
la Messa, e preparare la comunità con la catechesi per capirla, per
apprezzare il valore del silenzio, il valore del modo sacro di stare davanti
a Dio, la teologia profonda, per scoprire come e perché il sacerdote
rappresenta la persona di Cristo e di pregare con il prete. [Questo
sottolinea anche il motivo per cui dico che SP è un gran dono per i preti.
Nel cambiare il punto di vista che il prete ha della Messa e di se stesso
come prete che dice la Messa, la parrocchia cambierà]
EC: Eminenza, penso che tanti cattolici siano piuttosto confusi da
questa continua enfasi sul Rito Tridentino, principalmente perché ci hanno
insegnato che il nuovo Rito ha rappresentato un vero progresso, e
molti di noi che siamo cresciuti con esso lo vediamo come vero progresso,
perché ci sono Ministri dell’Eucaristia, donne sul santuario, perché siamo
tutti sacerdoti, profeti e re. A molti di noi questa nuova enfasi sembra
negare tutto ciò. [buzzzz]
CC: Cos’è il progresso? "Progredire" vuol dire [offrire] il meglio a
Dio... Sono sorpreso, perché tanti giovani sono entusiasti della
celebrazione del Rito Gregoriano...
EC: Nel Motu Proprio, l’enfasi del Papa é su un Rito e due forme, ed
egli descrive il Rito Tridentino come “straordinario”. Straordinario quindi
vuol dire un’eccezione, non qualcosa che celebriamo tutte le domeniche.
CC: Non “un’eccezione”. Straordinario vuol dire “non ordinario”, non
“un’eccezione”. [Battimani. Questo è corretto.]
EC: Dovrebbe quindi superare il nuovo Rito? Dovremmo tornare
indietro? [Notate il clichè… “torniamo indietro”. Per questa gente questo è
uno spettacolo????? A somma zero ?????]
CC: Non è tornare indietro: è prendere un tesoro che è presente, ma
non era offerto… Ma ci vuole tempo. L’applicazione delle riforme del
Concilio Vaticano Secondo richiesero anni. Ci vuole tempo per comprendere la
profondità del vecchio Rito. Il Santo Padre non sta tornando al passato; sta
prendendo un tesoro dal passato per offrirlo fianco a fianco con la
celebrazione ricca del nuovo Rito. La seconda preghiera Eucaristica del
nuovo Rito è una delle più antiche [nell’intera liturgia della Chiesa].
Non è il caso di uno scontro ma di un dialogo fraterno.
DT: Ci sarà una chiarificazione del Motu Proprio?
CC: Non una chiarificazione del Motu Proprio stesso, ma di cose trattate
nel Motu Proprio, come il calendario, l’ordinazione al sottodiaconato, il
modo di usare i paramenti, il digiuno Eucaristico. [QUANDO?]
DT: Cosa ci dice del “gruppo stabile”?
CC: È una questione di buon senso... Intorno ad ogni Vescovo ci
sono forse tre o quattro persone. Questo è un gruppo stabile. Non è
possibile dare la Messa a due persone, ma due qui, due lì, due da un’altra
parte – loro possono averla. Sono un gruppo stabile.
DT: Da parrocchie diverse?
CC: Non c’è problema! Questo è il nostro mondo. I manager delle imprese non
vivono tutti insieme, ma sono un gruppo stabile.
[Fonte:
http://www.totustuus.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2315 ]