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GIORNATA SALVAGUARDIA CREATO: PREGHIERA ECUMENICA SULLE DOLOMITI CON UN APPELLO COMUNE

 

“Respirando l’aria di queste vallate e contemplando la bellezza delle montagne che ci circondano, ci sentiamo avvolti dalla sapienza e dalla bontà del Creatore”. Lo hanno affermato questa mattina i vescovi Karl Golser (Bolzano-Bressanone), Luigi Bressan (Trento), Giuseppe Andrich (Belluno-Feltre) e Diego Coletti (Como), a Passo Cereda, nel cuore delle Dolomiti bellunesi dove si sono recati insieme a una delegazione ecumenica per celebrare la IV Giornata nazionale per la salvaguardia del creato. Al termine della preghiera comune i quattro vescovi, il pastore Martin Burgenmeister, della parrocchia evangelico-luterana di Merano, l’archimandrita Atenagoras Fasiolo, della Chiesa greco-ortodossa, hanno letto un appello comune.

 “Nell’ammirare i vasti orizzonti alpini e nel prestare attenzione alle persone e alle famiglie che custodiscono questo prezioso dono – hanno detto – sentiamo un profondo senso di riconoscenza e auspichiamo che cresca sempre più lo spirito di fraternità per rispondere alla vocazione umana e cristiana che ci accomuna. La promozione di un giusto equilibrio tra l’uso e il rispetto del creato non è solo il porre un argine alla deriva individualistica, narcisista e autoreferenziale, ma la risposta al mandato di Dio e un servizio all’umanità e quindi è un valore essenziale del cristianesimo”.

“L’uomo – hanno aggiunto – non può sfruttare la natura senza un progetto di custodia e di condivisione o peggio ancora senza considerazioni di ordine etico. La visione dell’ambiente come risorsa solo da sfruttare porta in sé la minaccia della sua distruzione.

L’uomo non può inquinare l’ambiente con i suoi troppi rifiuti gestiti male e con quelli non più re-introducibili nel ciclo biologico naturale; in particolare non può con le emissioni di gas serra inquinare l’aria, elemento vitale per ogni esistenza, poiché contribuisce al deterioramento del clima”. Nell’appello comune viene anche ricordato che “il degrado ambientale minaccia anche la montagna che, rispetto alle nostre pianure europee, ormai così sfruttate, resta quasi ultimo esempio di biodiversità. Il riconoscimento delle Dolomiti come bene dell’umanità ci invita ad una maggiore responsabilità nella loro corretta gestione”.

Nell’appello viene pure ribadita la necessità, da parte dell’uomo, di una “conversione ecologica” che “fa adottare stili di vita sostenibili ed è motivata dalla carità verso tutti, che impegna a combattere il deterioramento della qualità dell’esistenza e a contrastare l’inquinamento dello spirito causato dalla superbia, dal rifiuto della fede e dalla mancanza di speranza. Tale conversione non è un qualcosa di aggiunto alla vita cristiana, ma ne è parte integrante”.

   
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