angolo
   

Sonia Gandhi e il Congress condannano le leggi anticonversione
Nirmala Carvalho 

La presidente del partito al potere in India ribadisce la forte opposizione alle leggi sulla libertà religiosa applicate negli Stati governati dai fondamentalisti. Leader delle minoranze chiedono a New Delhi la pubblicazione di un Libro bianco sulla condizione dei cristiani.

Sonia Gandhi, presidente del Congress, al potere in India, condanna le cosiddette Leggi sulla libertà religiosa, conosciute come leggi anti-conversione, adottate da diversi Stati dell’Unione amministrati dal nazionalista Bjp. La Gandhi si è fatta portavoce del suo partito rispondendo ad un memorandum presentato da John Dayal, membro del Consiglio nazionale per l’integrazione. “Le posizioni del Congress sono ben note. Queste sono leggi approvate da amministrazioni, dove siamo all’opposizione”. La leader politica ricorda infine che il suo partito ha ostacolato “fortemente” le ingiuste normative in parlamento e con manifestazioni per le strade

Le leggi sulla libertà religiosa colpiscono in modo particolare i cristiani, accusati dagli integralisti indù di operare conversioni forzate tra le fasce più povere della popolazione. Nello stesso tempo minacciano la libertà anche degli stessi fedeli indù, imponendo rigide regole e pene a chi decide di cambiare fede.

Nel momento in cui arrivava la lettera di Sonia Gandhi diversi rappresentanti della comunità cristiana erano riuniti per l’incontro della Commissione nazionale delle minoranze (Ncm), che il 4 agosto ha discusso anche della minaccia delle leggi anticonversione. Al termine dei lavori i partecipati si sono trovati d’accordo sulla necessità di un Libro bianco sulla situazione politica, economica e sociale delle minoranze cristiane in India. È pure emersa la richiesta che ogni Stato pubblichi una dichiarazione ufficiale, se al suo interno si verificano conversioni forzate, spesso inventate dagli integralisti per le loro persecuzioni. I vari leader hanno poi ribadito la volontà di servire la Costituzione indiana e di monitorare l’operato e le politiche del governo centrale e di quelli locali, affinché “mai le minoranze religiose sentano di vivere in un sistema ingiusto o che lo Stato sia sordo al loro dolore”.

Il presidente della Ncm, Hamid Ansari, ha poi spiegato che la Commissione ritiene il diritto di praticare e professare la propria fede – garantito dall’art. 25 della Costituzione – “un ingrediente essenziale del Paese”.

La Ncm ha quindi steso una “Carta delle richieste”, che in 15 punti sottopone a New Delhi problemi e necessità più urgenti delle minoranze. Tra le richieste: ritirare le “discriminatorie leggi sulla libertà religiosa in Madhya Pradesh, Rajasthan, Orissa, Chhattisgarh e Arunachal”; pieni diritti civili e costituzionali ai dalit cristiani; rassicurare le minoranze sullo stato di diritto, perseguendo i crimini d’odio settario e i colpevoli di violenze come l’organizzazione Sangh Parivar; la pubblicazione di un Libro bianco sulla condizione dei cristiani e lo studio di progetti per lo sviluppo economico e culturale delle minoranze nelle aree rurali.
__________________
[Fonte: AsiaNews 5 agosto 2006]

   
angolo