Il Card Kasper
propone agli ortodossi in sinodo di riconciliazione e ai figli della
Riforma un'alleanza per difendere le radici cristiane. «Cominciare un
dialogo chiaro e fraterno proprio dalla città dove greci e latini nel
1098 si incontrarono»
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Il rappresentante vaticano per
l’ecumenismo ha proposto agli ortodossi un Sinodo di riconciliazione
e ai figli della Riforma protestante un’alleanza a favore delle
radici cristiane, che corrono il rischio di perdersi, soprattutto in
Europa.
Il Cardinal Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha presentato queste proposte
intervenendo mercoledì
[25 maggio 2005 ndR]
al Congresso Eucaristico Nazionale Italiano.
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Hanno partecipato alla sessione anche l’Arcivescovo del Patriarcato
di Mosca, Kirill di Jaroslavl e Rostov, e il reverendo Eero Huovinen,
Vescovo luterano di Helsinki.
All’inizio del suo intervento, il Cardinale tedesco ha ricordato che
a Bari – “città ponte fra Occidente e Oriente, luogo della tomba
di San Nicola, il santo della carità riconciliante venerato sia in
Oriente che in Occidente” – ha avuto luogo nel 1098 un Sinodo di
Vescovi greci e latini.
“Perché non sperare che qui a Bari, 1.000 anni dopo il sinodo del
1098, nel 2098 [e perché non prima?], possiamo celebrare nuovamente
un sinodo di Vescovi greci e latini, un sinodo di riconciliazione?”,
ha chiesto.
Il nuovo pontificato di Benedetto XVI, ha affermato, “ci ha dato la
speranza che tali attese non sono pure utopie”.
“Speriamo di cuore, ed io ne sono profondamente convinto, che dopo i
grandi sforzi e gli importanti passi di Papa Giovanni Paolo II, il
nuovo Papa Benedetto XVI spiani ed apra la strada per una tale
prospettiva”, ha aggiunto.
Kasper ha riconosciuto che ortodossi e cattolici sono “gli eredi
della comune cultura europea” ed hanno “gli stessi valori etici,
che sono fondamentali per il bene delle nostre società e per i loro
uomini”.
“Ma quei valori sono seriamente minacciati sia dal secolarismo in
Europa occidentale che dalle profonde lacerazioni che in Europa
orientale quaranta o meglio settant’anni di propaganda ed educazione
ateista hanno compiuto”, ha spiegato.
“Che cosa dunque può essere più ovvio e urgente che come prossimo
passo sul lungo cammino verso la piena comunione formiamo
un’alleanza in favore della riscoperta delle radici cristiane
d’Europa?”, ha domandato.
“Un’alleanza per aiutarci a vicenda in favore dei valori comuni e
di una cultura della vita, della dignità della persona, della
solidarietà e della giustizia sociale, per la pace e per la
salvaguardia del creato”, ha specificato.
Il Cardinale ha presentato questa “alleanza” anche ai “fratelli
protestanti”, che soprattutto in Occidente affrontano le stesse
sfide.
Kasper ha quindi trattato la questione del ministero petrino (del
Vescovo di Roma), che costituisce uno degli ostacoli all’avanzamento
verso la piena unità.
In questo senso si è fatto eco della proposta di Giovanni Paolo II,
lanciata il 25 maggio 1995 con l’enciclica Ut
unum sint (numero 95), “di trovare una forma di esercizio del
primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della
sua missione, si apra ad una situazione nuova”.
“Cosa impedisce di incominciare già oggi qui a Bari a discutere
questa proposta?”, ha chiesto il Cardinale ai presenti. “Perché
non riflettere insieme – ha concluso – su una osmosi fra il
principio di sinodalità e collegialità e il principio petrino, che
proprio nelle settimane passate ha mostrato la sua forza
spirituale?”.
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[Fonte: Zenit.org 26 maggio 2005]