Metropolita Kirill ottimista: il dialogo cresce
Sara Melchiori, da Padova, su "Avvenire" del 22 ottobre 2005

Il metropolita ortodosso russo, stretto collaboratore di Alessio II, a Padova per una mostra d’arte si esprime fiducioso sul cammino ecumenico


Una visita breve ma significativa quella di Kirill, metropolita di Smolensk e capo del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche estere del patriarcato di Mosca, a Padova. Ospite dell'arcivescovo Antonio Mattiazzo, è giunto ieri nella città del Santo per l'inaugurazione della mostra «La città di Giotto ospita Dionisio. Testimonianza del secolo d'oro dell'arte russa», che propone fino all'8 gennaio nel Museo diocesano di Padova cinque pezzi autentici di questo artista russo vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo (per la cultura russa un alter ego del nostro Giotto). 

Oltre alle opere di Dionisio esposte anche le copie novecentesche di un'altra decina di icone e la riproduzione dell'abside della cattedrale della Natività del monastero di Ferapontov.  La visita del metropolita e la mostra si inseriscono in un progetto più ampio di dialogo e relazioni tra la città di Padova e la Russia, che vede l'arcivescovo Mattiazzo un attento protagonista.

«Questa breve visita - commenta lo stesso Kirill, al secolo Vladimir Michajilovic Gundjaev - è molto importante per i rapporti interculturali tra Russia e Italia e per le relazioni tra Chiesa cattolica e ortodossa russa. La Chiesa cattolica in Occidente e la Chiesa ortodossa in Oriente hanno tanta responsabilità per la vita spirituale della gente specie in quest'epoca in cui il secolarismo ci attacca. Sia in Oriente che in Occidente abbiamo delle sfide fortissime. È importante superarle insieme, appoggiandoci su una tradizione cristiana e culturale che è anche artistica e spirituale».

Ma se la relazione culturale è importante per il dialogo tra Paesi e Chiese anche sul cammino ecumenico sembra aprirsi un nuovo orizzonte: «Ultimamente - sottolinea - avvertiamo un miglioramento dei rapporti interconfessionali tra i cattolici e gli ortodossi. C'è ancora molta strada da fare, ma ora il clima è molto buono». Tra i segni positivi Kirill individua l'attenzione che il Sinodo dei vescovi cattolici sta ponendo sull'Eucarestia, elemento centrale anche nell'ecclesiologia ortodossa: «Siamo contenti della posizione dell'Episcopato cattolico sul fatto che l'Eucaristia ha un'importanza eccezionale nella nostra vita. In questo troviamo approcci comuni».

Nonostante le simpatie crescenti non sembrano però ancora maturi i tempi per un incontro tra il patriarca Alessio II e Benedetto XVI, c'è ancora storia da scrivere, commenta il metropolita: «Non pensiamo a un incontro ma a un miglioramento delle relazioni. L'incontro è importante ma non è la cosa più importante, chiuderebbe una pagina della storia che non è ancora scritta. Su questo dobbiamo lavorare e ho la sensazione che ora ci siano tutti i presupposti per questo lavoro».

Non facilmente praticabile invece, secondo Kirill, l'ipotesi di un Sinodo che comprenda cattolici e ortodossi: «Ecclesiologicamente finché non c'è una Chiesa unita non si può fare un Sinodo comune. Possono però esserci diverse forme di contatto reciproco. Alcuni parlano di un'organizzazione comune tra ortodossi e cattolici per trovare risposte alle sfide di oggi. Altri pensano che non serva. Io ritengo che debba essere trovata la forma più efficace del dialogo soprattutto su quei problemi che adesso veramente stanno davanti all'umanità e alla Chiesa».

In quest'ottica il metropolita Kirill sottolinea l'importanza della decisione di continuare il dialogo teologico, ma ribadisce la necessità che cattolici e ortodossi risolvano insieme le questioni che coinvolgono i cristiani, a cominciare dalle situazioni in cui le istituzioni internazionali assumono documenti contrari alla dottrina cristiana.
 

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