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Ortodossi, l'abbraccio del 4 luglio
Marco Tosatti
Mosca e Costantinopoli, un clima nuovo? La prima visita all'estero del
neo-patriarca Kirill sarà proprio nella città che ospita il Patriarcato
Ecumenico
L’istituzione delle conferenze episcopali della diaspora ortodossa, che avranno
il compito di guidare il gregge ortodosso fuori dalli Stati di provenienza, è la
principale, storica decisione venuta dal primo dei due incontri preparatori
previsti per il 2009, tenuto a Chambésy (Ginevra), che hanno lo scopo di
preparare il tanto atteso sinodo panortodosso. Secondo i canoni sinora vigenti,
i fedeli ortodossi che risiedevano furori dai Paesi di origine divenivano
competenza del Patriarcato ecumenico. Ma la massiccia emigrazione, seguita al
crollo della cortina di ferro, aveva creato non pochi problemi nella gestioni
degli affari ortodossi nella diaspora, dovuti anche all’esasperata
identificazione del messaggio cristiano con l’origine etnica dei fedeli.
Cosa che è stata causa di non poche incomprensioni e strumentalizzazioni, con
ripercussioni anche a livello politico ed economico. Con questa decisione
storica, presa all’unanimità, si istituiscono le conferenze episcopali ortodosse
nella diaspora, che saranno presiedute dal più anziano metropolita di
appartenenza a Costantinopoli. In sua assenza verrà sostituito secondo i cannoni
dell’ecclesiologia. Verranno istituite anche nuove conferenze episcopali onde
poter soddisfare le nuove condizioni che sono venute a crearsi nel mondo della
diaspora. Tutte le decisioni dovranno basarsi sul principio dell’unanimità delle
Chiese, che saranno rappresentate dai loro vescovi. Membri delle conferenze
episcopali saranno tutti i vescovi riconosciuti da tutte le Chiese ortodosse.
Tutte le conferenze avranno come centro di coordinamento Costantinopoli.
Chiaro segnale del nuovo clima è la notizia di ieri, che sarà Costantinopoli, il
4 luglio, la destinazione della prima visita all’estero del nuovo patriarca di
Mosca, Kyrill. I lavori, presieduti e diretti magistralmente dal metropolita di
Pergamo Ioannis Ziziulas, si sono svolti in un clima sereno e costruttivo, come
mai prima d’ora, e sono stati pervasi dalla volontà di tracciare finalmente un
cammino comune nell’ortodossia, per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.
Lavori insomma che hanno voluto confermare la svolta di Costantinopoli
dell’ottobre 2008, quando nell’incontro panortodosso di allora, fortemente
voluto da Bartolomeo, furono tracciate le nuove linee guida del mondo ortodosso.
Un contributo discreto vi aveva dato anche Kyrill ed anche il suo predecessore,
Alessio, che nell’occasione compì il suo ultimo viaggio. E certo non può
sfuggire, commentano varie fonti, che già Costantinopoli, nella sua esperienza
millenaria, con la decisione presa da Bartolomeo nel 2004 - quando, cogliendo di
sorpresa tutti, aprì il sinodo del Patriarcato ecumenico anche ai vescovi della
diaspora e non soltanto a quelli residenti in Turchia - aveva in sostanza
anticipato gli eventi di oggi, esaltando allo stesso tempo il ruolo della
gestione collegiale del mondo ortodosso. Lo stesso Bartolomeo, inoltre, ha più
volte espresso il desiderio, che possa venire il giorno in cui sia eletto
Patriarca ecumenico un cittadino non turco, al quale venga concessa, dopo
l’elezione, la cittadinanza.
Il patriarca Bartolomeo, nella sua riflessione domenicale, ha confermato
l’importanza dei lavori di Ginevra, puntualizzando che attraverso questi lavori
la Chiesa ortodossa si sta preparando a camminare compatta per poter affrontare
le esigenze e le sfide del mondo contemporaneo, senza che ciò significhi
secolarizzarsi. Monsignor Dositheos dell’Ufficio comunicazioni del Patriarcato
ecumenico, ci ha detto in proposito che è stato un passo di grandissimo valore,
che vuole inviare molteplici messaggi in tutte le direzioni. In primo luogo,
ripristina e riconferma una verità, che il messaggio cristiano è messaggio di
amore e di dialogo. Saper conversare senza uso di forme precostituite è segno di
libertà, che costituisce la base del pensiero cristiano. Di conseguenza non
occorre dare importanza a nessuno tipo di talebanismo, di qualsiasi natura ed
estrazione, che serpeggia anche tra alcuni cristiani di varie confessioni. il
prossimo incontro è stato fissato per metà dicembre, sempre a Ginevra.
Temi in agenda: il modo di riconoscere lo status di Chiesa autocefala; il modo
di riconoscere lo status dell’autonomia di una Chiesa; Dipticha, cioè le regole
del reciproco riconoscimento canonico tra le Chiese ortodosse; stabilire un
calendario comune delle festività (per esempio alcune Chiese festeggiano il
Natale il 25 dicembre, altre 10 giorni più tardi); impedimenti e canonicità del
sacramento del matrimonio; la questione del digiuno nel mondo contemporaneo; i
rapporti con le altre confessioni cristiane; il movimento ecumenico; il
contributo degli ortodossi per affermare l’ideale cristiano di pace, fratellanza
e libertà.
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