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«Lettera aperta al Papa
Benedetto XVI.
“Può la Chiesa legittimare l’islam come religione e
considerare Maometto un profeta?” »
A Sua Santità il Papa Benedetto XVI, Si tratta di una guerra di conquista islamica che ha trasformato l’Occidente cristiano in una roccaforte dell’estremismo islamico al punto da “produrre” terroristi suicidi islamici con cittadinanza occidentale, dove la minaccia più seria non è tanto quella degli efferati tagliatori di teste che impugnano le armi, quanto quella dei subdoli tagliatori di lingue che hanno eretto la dissimulazione a precetto di fede islamica, dando vita a uno stato islamico in seno allo stato di diritto, basato su un’ampia rete di moschee e di scuole coraniche dove si predica l’odio, si inculca la fede nel cosiddetto “martirio” islamico, si pratica il lavaggio di cervello per trasformare le persone in combattenti della guerra santa islamica; di enti caritatevoli e assistenziali islamici che in cambio di aiuti materiali plagiano e sottomettono le menti; di banche islamiche che controllano fette sempre più ampie della finanza e dell’economia mondiale accreditando il diritto islamico; di veri e propri tribunali islamici che in Gran Bretagna sono già riusciti a imporre la sharia, la legge islamica, equiparata al diritto civile su questioni attinenti allo statuto personale e familiare, anche se assumono delle sentenze che violano i diritti fondamentali dell’uomo, quale la legittimazione della poligamia e la discriminazione della donna. Questi sono fatti: ci si creda o meno, piacciano o meno, ma sono fatti reali, oggettivi, innegabili. Questa conquista islamica delle menti e del territorio si è resa possibile per l’estrema fragilità interiore dell’Occidente cristiano: sono due facce della stessa medaglia. Il nostro Occidente emerge sempre più come un colosso di materialità dai piedi d’argilla perché senz’anima, in profonda crisi di valori, che tradisce la propria identità non volendo riconoscere la verità storica ed oggettiva delle radici giudaico-cristiane della propria civiltà. E’ un Occidente ideologicamente e concretamente colluso con l’avanguardia dell’esercito di conquista islamico che mira a riesumare il mito e l’utopia della “Umma”, la Nazione islamica, invocando il Corano che legittima l’odio, la violenza e la morte, ed evocando il pensiero e l’azione di Maometto che ha dato l’esempio commettendo efferati crimini, come quello che lo vide personalmente partecipe della strage e della decapitazione di oltre 700 ebrei della tribù dei Banu Quraizah nel 627 alle porte di Medina. Ebbene, Sua Santità, come non ci si può rendere conto che la disponibilità, o peggio ancora la collusione con l’islam come religione, che a dispetto delle apparenze mette a repentaglio l’amore cristiano per i musulmani come persone, culmina nel rinnegare la fede nel Dio che si è fatto Uomo e nel cristianesimo che è testimonianza di Verità, Vita, Amore, Libertà e Pace? Ecco perché oggi è vitale per il bene comune della Chiesa cattolica, per l’interesse generale della Cristianità e della stessa Civiltà occidentale che Lei si pronunci in modo chiaro e vincolante per l’insieme dei fedeli sul quesito di fondo alla base di questa deleteria deriva religiosa ed etica che sta screditando la Chiesa, scardinando le certezze valoriali e identitarie dell’Occidente cristiano, trascinando al suicidio della nostra civiltà: è concepibile che la Chiesa legittimi sostanzialmente l’islam come religione spingendosi fino al punto da considerare Maometto come un profeta? Sua Santità, mi limiterò a indicarLe due recenti episodi di cui sono stato testimone. Mercoledì scorso, 15 ottobre 2008, l’arcivescovo di Brindisi, monsignor Rocco Talucci, mi ha fatto l’onore prima di accogliermi nella sede della Curia Arcivescovile verso le 17 e, mezz’ora dopo, di partecipare alla presentazione dell’autobiografia della mia conversione dall’islam al cattolicesimo “Grazie Gesù” nella Sala della Camera di Commercio di Brindisi. Ad organizzare il tutto è stata la mia cara amica Mimma Piliego, medico di base, volontaria presso il Seminario Papa Benedetto XVI e la Comunità Emmanuel, dedita al recupero dei tossicodipendenti. L’ho citata in “Grazie Gesù” come una delle testimoni di fede che mi hanno affascinato per la sua spiritualità. L’arcivescovo mi è subito parso un fine diplomatico, attento a valutare sempre i pro e i contro di ogni situazione, cercando di accontentare tutti e di non irritare nessuno. Non è esattamente il tipo di Pastore della Chiesa o più semplicemente di persona che prediligo, anche se mi sforzo di immedesimarmi nella condizione altrui per comprendere le ragioni profonde di chi trasforma l’equilibrismo esistenziale in prassi quotidiana, finendo per condizionare e determinare la stessa scelta di vita. Senonché la mia disponibilità alla comprensione delle ragioni altrui è venuta meno quando, intervenendo dopo la mia presentazione del libro, l’arcivescovo Talucci ha qualificato Maometto come “un profeta” e ha sostanzialmente legittimato l’islam come religione in quanto “espressione dell’aspirazione dell’uomo ad elevarsi a Dio”. Non è assolutamente mia intenzione sollevare un caso personale nei confronti dell’arcivescovo Talucci. Perché non è affatto un caso isolato. Magari fosse così! Purtroppo è un atteggiamento diffuso in seno alla Chiesa cattolica odierna. Il secondo episodio concerne il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini il 25 agosto 2008, nel corso di una conferenza stampa che ha preceduto l’incontro pubblico dal titolo “Le condizioni della pace”, ha ripetuto la tesi da lui già sostenuta in passato, secondo cui le religioni sarebbero di per sé “fattori di pace”, ma che farebbero paura a causa di “alcuni credenti” che hanno “tradito la loro fede”, mentre in realtà tutte le fedi sarebbero “portatrici di un messaggio di pace e fraternità”. La tesi del cardinale Tauran è che le religioni sarebbero intrinsecamente buone e che quindi lo sarebbe anche l’islam. Ne consegue che se oggi l’estremismo e il terrorismo islamico sono diventati la principale emergenza per la sicurezza e stabilità internazionale, ciò si dovrebbe imputare a una minoranza “cattiva” che interpreterebbe in modo distorto il “vero islam”, mentre la maggioranza dei musulmani sarebbe “buona” nel senso di rispettosa dei diritti fondamentali e dei valori non negoziabili che sono alla base della comune civiltà dell’uomo. La realtà oggettiva, lo dico con serenità e animato da un intento costruttivo, è esattamente il contrario di ciò che immagina il cardinale Tauran. L’estremismo e il terrorismo islamico sono il frutto maturo di chi, a partire dalla sconfitta degli eserciti arabi nella guerra contro Israele del 5 giugno 1967 che ha segnato il tramonto dell’ideologia laica, socialista e guerrafondaia del panarabismo, innalzando il vessillo del panislamismo ha voluto essere sempre più aderente al dettame del Corano e al pensiero e all’azione di Maometto. La verità, dunque, è che l’estremismo e il terrorismo islamico corrispondono genuinamente al “vero islam” che è un tutt’uno con il Corano che a sua volta è considerato un tutt’uno con Allah, opera increata al pari di Dio, così come corrispondono al pensiero e all’azione di Maometto. Alla radice del male non vi è dunque una minoranza di uomini “cattivi”, responsabili del degrado generale, mentre le religioni sarebbero tutte ugualmente “buone”. La verità è che le religioni sono diverse, mentre gli uomini – al di là della fede e della cultura di riferimento - potrebbero essere accomunati dal rispetto di regole e di valori comuni. La verità è che il cristianesimo e l’islam sono totalmente differenti: il Dio che si è fatto uomo incarnato in Gesù, che ha condiviso la vita, la verità, l’amore e la libertà con altri uomini fino al sacrificio della propria vita, non ha nulla in comune con Allah che si è fatto testo incartato nel Corano, che s’impone sugli uomini in modo arbitrario, che ha legittimato un’ideologia e una prassi di odio, violenza e morte perseguita da Maometto e dai suoi seguaci per diffondere l’islam. La verità, lo dico sulla base dell’oggettività della realtà manifesta e della consapevolezza legata all’esperienza diretta, è che non esiste un “islam moderato”, così come invece ha sostenuto lo stesso cardinale Tauran, mentre certamente ci sono dei “musulmani moderati”. Sono tutti quei musulmani che, al pari di qualsiasi altra persona, rispettano i diritti fondamentali dell’uomo e quei valori che non sono negoziabili in quanto sostanziano l’essenza della nostra umanità: la sacralità della vita, la dignità della persona, la libertà di scelta. L’amara verità è che quella parte della Chiesa ammalata di relativismo e di islamicamente corretto rischia di diventare più islamica degli stessi islamici. Mi domando se la Chiesa si rende conto dell’arbitrio commesso nell’assumere la tesi del Corano creato anziché increato, al fine di consentire l’interpretazione e la contestualizzazione storica dei versetti, quindi la rappresentazione di un islam dove fede e ragione sarebbero del tutto compatibili, quando storicamente e a tutt’oggi la stragrande maggioranza dei musulmani crede in un Corano increato al pari di Allah, dove i versetti hanno un valore assoluto, universale, eterno, immodificabili? Come può la Chiesa prestarsi al gioco di chi strumentalmente e ideologicamente decontestualizza, scorpora, seleziona arbitrariamente il contenuto e il messaggio coranico, al fine di evidenziare quei versetti che estrapolati da ciò che precede e ciò che segue, consentirebbero di affermare l’esistenza di un “islam moderato”? Come può la Chiesa legittimare sostanzialmente un sedicente “islam moderato”, finendo per accreditare un personaggio abietto e criminale, che non ha avuto alcuna remora a ricorrere a tutti i mezzi, compreso lo sterminio di chi non aderiva all’islam, per sottometterli alla sua mercé? Mi domando se la Chiesa si rende conto che se non afferma e non si erge a testimone dell’unicità, assolutezza, universalità ed eternità della Verità in Cristo, finisce per rendersi complice nella costruzione di un pantheon mondiale delle religioni, dove tutti ritengono che ciascuna religione sia depositaria di una parte della verità, anche se ciascuna religione si auto-attribuisce il monopolio della verità? Perché stupirsi poi del fatto che il cristianesimo, posto sullo stesso piano di una miriade di fedi e ideologie che danno le risposte più disparate ai bisogni spirituali, cessi di affascinare, persuadere e conquistare la mente e i cuori degli stessi cristiani, che disertano sempre più le chiese, che rifuggono dalla vocazione sacerdotale e più in generale che escludono la dimensione religiosa dalla propria vita? Per me il cristianesimo non è una religione “migliore” dell’islam, o la religione “completa” dal messaggio “compiuto” rispetto ad un islam considerato come una religione “incompleta” dal messaggio “incompiuto”. Per me il cristianesimo è l’unica religione vera, perché è vero Gesù, il Dio che si fa uomo e che ha testimoniato in mezzo a noi uomini tramite le opere buone la verità, il fascino, la ragionevolezza e la bontà del cristianesimo. Per me l’islam che riconosce un Gesù solo umano, che pertanto condanna il cristianesimo come eresia perché crede nella divinità di Gesù e come idolatria perché crede nel dogma della Santissima Trinità, è una falsa religione, ispirata non da Dio ma dal demonio. Per me l’islam che ottemperando alle prescrizioni coraniche ed emulando le gesta di Maometto corrompe l’animo di chi si sottomette e uccide il corpo di chi si rifiuta, è una religione fisiologicamente violenta e si è rivelata storicamente aggressiva e conflittuale, del tutto incompatibile con i valori fondanti della comune civiltà umana. Proprio la mia esperienza di “musulmano moderato” che perseguiva il sogno di un “islam moderato”, mi ha fatto comprendere che si può certamente essere “musulmani moderati” come persone ma che non esiste affatto un “islam moderato”. Dobbiamo pertanto distinguere tra la dimensione della persona da quella dalla religione. Con i musulmani moderati, partendo dal rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dalla condivisione dei valori non negoziabili della nostra umanità, si può dialogare e operare per favorire la civile convivenza. Ma dobbiamo affrancarci dall’errore diffuso che immagina che per poter amare i musulmani si debba amare l’islam, che per rapportarsi in modo dignitoso con i musulmani si debba attribuire pari dignità all’islam. Sua Santità Benedetto XVI, la Chiesa,
il Cristianesimo e la Civiltà occidentale oggi stanno soccombendo per
l’imperversare della piaga interna del nichilismo e del relativismo di
chi ha perso la propria anima, sotto l’incalzare della guerra di
conquista di natura aggressiva dell’estremismo e del terrorismo
islamico, in aggiunta alla deriva di un mondo che si è globalizzato
ispirandosi alla modernità occidentale ma solo nella sua dimensione
materialista e consumista, mentre non ha affatto recepito la sua
dimensione spirituale e valoriale. Finendo per avvantaggiare coloro che
rincorrono una concezione materialista e consumista della vita, scevra
da valori e regole, violando i diritti fondamentali dell’uomo, così come
è certamente il caso della Cina e dell’India. In questo contesto assai
critico e dalla prospettiva buia, Lei oggi rappresenta un faro di Verità
e di Libertà per tutti i cristiani e per tutte le persone di buona
volontà in Occidente e nel Mondo. Lei è una Benedizione del Cielo che
mantiene in piedi la speranza nel riscatto morale e civile della
Cristianità e dell’Occidente. Ci ispiriamo a Lei e confidiamo nella sua
benedizione per ergerci a Costruttori della Civiltà Cristiana in grado
di promuovere un Movimento di riforma etica che realizzi un’Italia,
un’Europa, un Occidente e un Mondo di Fede e Ragione. Che Dio l’assista
nella missione che Le ha conferito e che Dio ci accompagni nel comune
cammino volto all’affermazione della Verità, all’accreditamento del bene
comune e alla realizzazione dell’interesse generale dell’umanità. | indietro | | inizio pagina | |
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