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Nella giornata
di preghiera e penitenza per il Medio Oriente indetta dal Papa, il Patriarca di
Antiochia dei Maroniti, Nasrallah Sfeir e il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di
Segni
“Bisogna dimenticare, in queste circostanze
drammatiche, tutto ciò che ci può dividere e serrare i ranghi per fare fronte
a questa crisi con dei cuori puri, con buone intenzioni e spiriti vigili,
affinché possiamo proteggere il nostro Paese che è e che deve restare uno
spazio di convivenza pacifica fra genti di religioni differenti”. Sono le
parole giunte dal Libano ieri, Giornata di preghiera e penitenza per la pace in
Medio Oriente indetta da Benedetto XVI, dal patriarca di Antiochia dei maroniti,
il cardinale Nasrallah Sfeir. Al termine della Messa, ricevendo il mufti di
Tiro, Sayyed Ali el-Amine, il vescovo maronita, Maroun Sader e il vescovo
greco-cattolico della città Georges Bakaouni, il cardinale Sfeir ha chiesto
aggiornamenti sull’evoluzione degli eventi nel sud del Paese. “Che Dio venga
in aiuto del governo - ha detto il patriarca – affinché possa riunire intorno
a sé tutti i libanesi di tutte le confessioni, in modo che il Libano resti il
Paese della libertà, dell’amore e della pace”.
Da Roma il rabbino capo
Riccardo Di Segni ha fatto sapere che, da giorni, la comunità ebraica sta
pregando per tutte le vittime innocenti del conflitto. E commentando l’iniziativa
di Benedetto XVI ha detto: “Questo Papa ha conosciuto personalmente gli orrori
della guerra. Ci conforta la sua preoccupazione ed il suo invito a pregare che
porta tanti, senza distinzioni di fede, ad unirsi oggi alla nostra preghiera
perché crediamo che quando la preghiera nasce dall’unica preoccupazione della
sofferenza umana è certamente gradita ed ascoltata”. Diverse ieri in Italia
le località, anche turistiche, dove, per rispondere all’appello del Papa,
sacerdoti e vescovi hanno dato vita a svariate celebrazioni e momenti di
riflessione. Numerose anche le chiese dove sono stati raccolti aiuti per rendere
concreta e generosa la solidarietà verso le popolazioni colpite dal conflitto.
La partecipazione alla Giornata di preghiera è stata diffusa e corale anche tra
le comunità religiose non cattoliche.
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[Fonte: Radio Vaticana 24 luglio 2006
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