Oggi, 7 luglio 2009, sono passati due anni
dall'emanazione del
Motu proprio che ha dissotterrato un
tesoro inalienabile che "non poteva essere
abrogato" e, pur nella grande difficoltà e
povertà del momento presente, ringraziamo il
Signore per questa che sarà un pietra
miliare nella storia della Chiesa, un
ritorno DOVUTO, bellissimo, impareggiabile.
Siamo molto grati al nostro Papa Benedetto.
Ad multos Annos!
E tuttavia ancora oggi, a due anni
dall'emanazione del Motu proprio, la
sua applicazione è purtroppo decisamente
difficoltosa, dato il prevalere brutale
della corrente di pensiero post-conciliare
egemone. Fino a quando, Signore?
Io scrivo da Roma. Il nostro gruppo era
solito ritrovarsi già da oltre un anno per
la celebrazione Vetus Ordo ogni
domenica (e, provvidenzialmente, ogni giorno
per chi e quando potesse) in San Antonio in
Via Merulana, presso l'Altare del Sacro
Cuore. Il Sacerdote francescano che
celebrava, P. Benedetto, è stato avversato e
ostacolato con ogni mezzo dai suoi
confratelli e, ora che da circa due mesi -
ci han detto per ragioni familiari - è
tornato nella sua Polonia, non solo non è
più possibile alcuna celebrazione V.O., ma
da quell'Altare, che era rimasto ancora
miracolosamente intatto, sono stati
immediatamente smantellati i vecchi
bellissimi candelabri.
E il nostro (nonché quello di numerose altre
anime assetate di Vero e Santo) è diventato
un duro difficoltoso pellegrinaggio per
raggiungere, nella diocesi del Papa(!), una
Messa come Cristo comanda.
Ho parlato di Roma, ma ho amici in Calabria,
in Abruzzo, in Toscana, in Lombardia e le
difficoltà sono le stesse; e so che
purtroppo il problema è sofferto in molte
diocesi d'Italia e del Mondo.
Avete presente ad esempio il paradosso - per
non dire lo scandalo - dei cattolici di
Amiens, costretti a celebrare in strada,
mentre vengono concesse a luterani et
alii chiese e cappelle in disuso?
Ci sono diversi sacerdoti disposti a
celebrare nel Vetus Ordo e fedeli
assetati; ma non a tutti e non in ogni
situazione è possibile opporsi al vescovo e
ad un intero ambiente che non solo ti deride
(sarebbe il meno) ma ti osteggia, nonostante
le disposizioni contrarie del Santo Padre!
Ognuno di noi ha fatto e fa esperienza di
questa grande 'povertà' del nostro tempo, a
fronte di una ricchezza e pienezza, per
Grazia grande, dissepolta, ritrovata e
tuttora viva!
Maranatha e
Messainlatino.it hanno dato voce a tutte
queste nostre povertà e ne siamo grati,
sperando che qualcuno veda e provveda!
Tornando a Roma, sarebbe già importante che
il Santo Padre promuovesse - e non lo
riteniamo impossibile - una messa domenicale
Vetus Ordo in ognuna delle 4 grandi
Basiliche in orario accessibile ai fedeli.
In S. Pietro e S. Maria Maggiore ci sono
celebrazioni alle 7 del mattino (proibitive
per i molti che vengono dalle periferie o da
zone lontane).
In S. Giovanni in Laterano non se ne parla
neppure: la Madre di tutte le Chiese è
purtroppo molto profanata da passati abusi
che speriamo non più rivedere ed ha una
gestione completamente avulsa dalla
Tradizione; ma è pur sempre la Chiesa del
Vescovo di Roma!
Quanto a S. Paolo sembrerebbe più che altro
la Madre dell'ecumenismo: ricordiamo come
per l'Anno Paolino appena concluso
intendesse allestire una cappella ecumenica
per la preghiera dei protestanti.
Meraviglia e sconcerta che nella Chiesa
post-conciliare, così APERTA all'ecumenismo,
ci sia questa chiusura pregiudiziale, ma
anche piena di avversione, nei confronti
della Tradizione!
La Chiesa accoglie tutti, in essa c'è posto
per tutti; gli Anglicani ed altri non hanno
bisogno di convertirsi (Kasper), ma per i
cattolici NON C'E' posto. Altro che "ognuno
deve sentirsi a casa sua" come ha detto il
Papa ai vescovi Francesi!
In realtà siamo noi cattolici "prigionieri
in casa nostra" e costretti ad una sofferta
'diaspora' in cerca di una "parrocchia
d'elezione" che non sia inquinata da
movimenti cripto-protestanti o dai
modernisti!
In S. Giovanni in Laterano e in S. Maria
Maggiore non sono mancate bellissime
celebrazioni in VO, ma finora sono e
sembrano rimanere sporadiche e occasionali!
La domanda è accorata e pressante: perché
nella diocesi del Papa non si promuove la
messa domenicale VO almeno in ogni Basilica?
E perché nelle altre Diocesi non costituire
almeno una "Parrocchia personale" come è
stato fatto a Roma? In una città come Roma
dalle distanze proibitive, purtroppo essa
non è facilmente raggiungibile per tutti,
anche se è già una grazia che ci sia! Per
me, ogni volta, è come andare in
pellegrinaggio ed è con questo spirito che
vivo, quando posso, il mio 'andare' verso S.
Trinità dei Pellegrini.
È
bene ricordare che Benedetto XVI inizia così la sua lettera
d`accompagnamento del Summorum Pontificum:
"...con grande fiducia e speranza metto
nelle vostre mani di Pastori il testo di una
nuova Lettera Apostolica "Motu Proprio data"
sull’uso della liturgia romana anteriore
alla riforma effettuata nel 1970."
Fiducia? In chi è stata riposta la fiducia
del Santo Padre? Come hanno risposto i
depositari di questa fiducia? Son capaci di
interrogare la loro coscienza?
Il Motu Proprio termina con questa frase:
"Tutto ciò che da Noi è stato stabilito
con questa Lettera Apostolica data a modo di
Motu proprio, ordiniamo che sia considerato
come ''stabilito e decretato'' e da
osservare dal giorno 14 settembre di quest'anno,
festa dell'Esaltazione della Santa Croce,
nonostante tutto ciò che possa esservi in
contrario''..
ORDINIAMO, non è una suggestione, una
preghiera, un consiglio, ma un ordine.
Ciò vuol dire che i sacerdoti, parroci,
vescovi che ostacolano l`applicazione del
Summorum Pontificum non solo deludono la
fiducia e la speranza che il Santo Padre ha
riposto in loro ma DISOBBEDISCONO.
Ciò è grave ma si direbbe che oggi si possa
disobbedire al Papa apertamente senza che
nessuna sanzione intervenga.
E poi c'è chi disprezza i Lefebvriani!
Peccato che non riescano ad arrivare
dappertutto. Inoltre celebrano “una cum” il
Papa e la Santa e Divina Liturgia officiata
da loro, se è illegittima per i noti motivi,
almeno è più che valida!
Maria Guarini