Un anfratto nella roccia, una grotta sulle pendici del monte
Stauris. È annerita dal fumo delle candele accese durante le
festività, in aperto contrasto con il bianco sbrecciato
dell’intonaco che un tempo faceva da sfondo agli affreschi, ormai
impercettibili, che ricoprivano l’intera parete di fondo. Sul
pavimento sconnesso tracce di mosaici, tasselli indecifrabili di
figure bizantine. È la grotta di s. Pietro ad Antiochia sull’Oronte,
definita la più antica chiesa del mondo. La sera del 24
dicembre la piccola comunità cristiana della città si raduna per
celebrare il Natale qui, in questa grotta semplicemente decorata
per l’occasione: dei tappeti, un’icona con Maria che abbraccia
teneramente il suo Bimbo, qualche candela e diversi fiori.
Nel frattempo, nelle casupole abbarbicate sul pendio della
montagna, tante povere famiglie - che proprio qui attorno hanno
trovato un rifugio abusivo - se ne stanno accoccolate intorno ad
una stufa a legna bevendo un caldo tè e raccontandosi le ultime
disavventure di un giorno uguale all’altro, che volge alla fine.
Numerose persone in silenzio, nell’oscurità che sovrasta la
città, si incamminano verso il monte.
Durante la celebrazione c’è sempre anche la televisione
turca: con la telecamera scruta in ogni anfratto, riprende ogni
volto, per captare espressioni di miracolo. Ma nulla di
strepitoso, sensazionale, eclatante.
Non è una chiesa sfarzosa, finemente decorata e artisticamente
pregiata, non c’è oro, non oggetti preziosi, non statue
inghirlandate, non un ricco presepe di statuine, angeli, animali e
casette, non una processione di incenso.
Come una volta, semplicemente una reggia ricavata da una grotta
di roccia, grande ed ospitale, pronta ad accogliere chiunque:
cattolici, ortodossi, musulmani, credenti e non, ricchi e poveri,
giovani, bambini, anziani.
E ancora una volta il miracolo si ripete: la Parola si fa
carne, un pezzo di pane, attorno al quale tutti insieme si invoca
la Pace, Pace nei nostri cuori, Pace tra Cielo e terra, Pace tra
tutti i popoli, soprattutto tra quelli ancora martoriati da
guerre, soprusi, violenze; soprattutto nella terra dove Lui è
nato.
Un gruppetto di uomini, donne e bambini, di buona volontà - e
non importa più a quale religione, a quale ceto sociale, a quale
nazione, si appartenga – che, nonostante l’ora tarda e il
freddo, credono nella Luce, quella vera, e sono qui a cercarla, ad
invocarla, perché ancor oggi continui ad illuminare ogni uomo.
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