Mancano pochi giorni all’atteso viaggio a Cipro di Benedetto XVI che, domenica
30 maggio, all’Angelus, ha chiesto ai fedeli radunati in piazza San Pietro,
preghiere per la pace e la prosperità dell’intero Paese e per il prossimo Sinodo
per il Medio Oriente.
Si tratta della prima visita di un Pontefice nell’Isola: ricco il programma che
vede già all’arrivo a Paphos (4 giugno) una celebrazione ecumenica, seguita, il
giorno dopo a Nicosia, da una serie di incontri istituzionali e religiosi, tra i
quali spicca quello con la comunità cattolica locale. Momento cardine del
viaggio apostolico sarà la messa di domenica 6 giugno, con la consegna
dell’“Instrumentum laboris” dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del
Sinodo dei vescovi (10-24 ottobre).
“Un programma pieno di momenti importanti
per una visita che lascerà un'impronta profonda in tutta l'Isola”, dice al SIR
padre Umberto Barato, vicario patriarcale di Cipro, Isola che ecclesiasticamente
appartiene al Patriarcato latino di Gerusalemme. La minoranza cattolica
(maroniti e latini), il 3,15% della popolazione che è a maggioranza ortodossa,
attende il Papa e si sta preparando nel migliore dei modi a riceverlo. Tutte le
parrocchie sono state coinvolte e molti fedeli presteranno opera come volontari.
Recentemente, in una nota congiunta, la Chiesa cattolica maronita e quella
latina di Cipro, hanno parlato della presenza di Benedetto XVI nell’Isola come
di “una benedizione e di una grande opportunità per promuovere i principi e
valori umani e cristiani, basati sulla libertà, il perdono, la pace e la
riconciliazione”.
Ma chi i sono i cattolici ciprioti? Quanti sono e qual è la
loro storia? Risponde padre Barato.
Tre minoranze. “La Costituzione del 1960 riconosce che Cipro è formato
dall’etnia greca e dall’etnia turca. Si riconoscono poi tre minoranze: i
maroniti, gli armeni e latini cattolici.[Cattolici (di rito Orientale) sono
anche i Maroniti e gli Armeni, come lo sono i Latini - ndR] Al tempo
dell’indipendenza, queste tre minoranze furono invitate a scegliere a quale
delle due etnie volessero appartenere e tutte e tre scelsero l’etnia greca. Le
tre minoranze hanno il diritto di eleggere un loro rappresentante al Parlamento.
Il rappresentante non ha diritto di parola, se non in sede di Commissione o
quando ne viene richiesto”.
Maroniti. “I maroniti approdarono a Cipro nei secoli VII-VIII. Nel
passato erano un’importante componente della popolazione dell’Isola. Arrivarono
ad avere circa 60 villaggi, con chiese e istituzioni proprie. Oggi sono poco più
di 5 mila persone in 4 villaggi tutti nella parte nord occidentale dell’Isola,
quella occupata dai turchi: Kormakiti, Assomatos, Karpasha e Ayía Marina.
Durante l’invasione del 1974, la maggior parte dei maroniti, specialmente i
giovani, fuggirono dai loro villaggi e si stabilirono nella parte sud
dell’isola, dove un po’ alla volta ricostruirono la loro vita. Dal 1988 Cipro
dei Maroniti è una diocesi del Patriarcato Maronita del Libano. Mons. Joseph
Soueif è l'attuale arcivescovo, che nel prossimo Sinodo per il Medio Oriente
ricoprirà la carica di segretario speciale. I maroniti attualmente hanno 8
parrocchie: 3 nella parte nord; 3 nell’area di Nicosia; 1 a Larnaca e 1 a
Limassol. Sono servite da 5 sacerdoti diocesani e da 3 monaci antonini. Ci sono
anche tre suore antonine libanesi, al servizio dell’arcivescovo. La liturgia
viene celebrata in lingua araba e aramaica, ma molte parti sono ora tradotte in
greco”.
Latini. “La storia dei cattolici latini a Cipro comincia con
l’occupazione dell’Isola da parte dei Templari alla fine del secolo decimo per
terminare con la prima invasione della Turchia (1571). I turchi allora permisero
di rimanere nell’isola solo agli ortodossi e ai [Cattolici] maroniti. I
cattolici [di rito Latino] dovettero abbandonare monasteri e chiese,
trasformate in moschee, o occupate dagli ortodossi. Nel 1593 i francescani di
Terra Santa ottennero dal Sultano di Istanbul di ritornare a Cipro. I latini
nativi di Cipro sono pochi e vanno sempre più diminuendo, soprattutto a causa
dei matrimoni misti. La Chiesa latina, nell’ultimo scorcio del XX secolo, si è
arricchita di nuovi membri dall’Asia, filippini, cingalesi, indiani, soprattutto
donne che lavorano presso famiglie cipriote, ambasciate o l’Onu. Difficile
accertare il numero preciso dei fedeli latini di Cipro. Sembra che i ciprioti
autoctoni siano 350. Secondo le liste elettorali, i latini che possono votare
sono 600. A questi si devono aggiungere almeno altre 300 o 400 persone, membri
delle loro famiglie. Quindi circa mille persone in tutto. A questo numero
bisogna aggiungere un nutrito gruppo di persone, tecnici, professori, uomini
d’affari occidentali che vivono a Cipro per qualche anno. Molto probabilmente
arrivano a 2 mila persone circa. Poi c’è il rebus dei lavoratori stranieri. I
filippini sono quasi tutti cattolici e si suppone che siano 7 mila. I cingalesi
sono circa 1.500 e gli indiani circa 300 persone. Ultimamente hanno cominciato
ad arrivare molti africani provenienti dal Camerun e dalla Nigeria, qualcuno dal
Congo. Molti di loro sono cattolici, ma non è possibile dare un numero esatto.
Non si conosce il numero degli illegali. In conclusione, si stima che il numero
dei lavoratori stranieri cattolici a Cipro si aggiri tra le 9 e 10 mila persone,
poco più”.
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