As-salámu ‘aláikum! Pace a voi!
Ringrazio cordialmente il Gran Muftì, Muhammad Ahmad Hussein, insieme con il
Direttore del Jerusalem Islamic Waqf, Sheikh Mohammed Azzam al-Khatib al-Tamimi
e il Capo del Awquaf Council, Sheikh Abdel Azim Salhab, per le parole di
benvenuto che essi mi hanno rivolto a vostro nome. Sono profondamente grato per
l’invito a visitare questo sacro luogo e volentieri porgo i miei ossequi a voi e
ai capi della comunità Islamica in Gerusalemme.
La Cupola della Roccia conduce i nostri cuori e le nostre menti a riflettere sul
mistero della creazione e sulla fede di Abramo. Qui le vie delle tre grandi
religioni monoteiste mondiali si incontrano, ricordandoci quello che esse hanno
in comune.
Ciascuna crede in un solo Dio, creatore e regolatore di tutto. Ciascuna
riconosce Abramo come proprio antenato, un uomo di fede al quale Dio ha concesso
una speciale benedizione. Ciascuna ha raccolto schiere di seguaci nel corso dei
secoli ed ha ispirato un ricco patrimonio spirituale, intellettuale e culturale.
In un mondo tristemente lacerato da divisioni, questo sacro luogo serve da
stimolo e costituisce inoltre una sfida per uomini e donne di buona volontà ad
impegnarsi per superare incomprensioni e conflitti del passato e a porsi sulla
via di un dialogo sincero finalizzato alla costruzione di un mondo di giustizia
e di pace per le generazioni che verranno.
Poiché gli insegnamenti delle tradizioni religiose riguardano ultimamente la
realtà di Dio, il significato della vita ed il destino comune dell’ umanità –
vale a dire, tutto ciò che è per noi molto sacro e caro – può esserci la
tentazione di impegnarsi in tale dialogo con riluttanza o ambiguità circa le sue
possibilità di successo. Possiamo tuttavia cominciare col credere che l’Unico
Dio è l’infinita sorgente della giustizia e della misericordia, perché in Lui
entrambe esistono in perfetta unità. Coloro che confessano il suo nome hanno il
compito di impegnarsi decisamente per la rettitudine pur imitando la sua
clemenza, poiché ambedue gli atteggiamenti sono intrinsecamente orientati alla
pacifica ed armoniosa coesistenza della famiglia umana.
Per questa ragione, è scontato che coloro che adorano l’Unico Dio manifestino
essi stessi di essere fondati su ed incamminati verso l’unità dell’intera
famiglia umana. In altre parole, la fedeltà all’Unico Dio, il Creatore,
l’Altissimo, conduce a riconoscere che gli esseri umani sono fondamentalmente
collegati l’uno all’altro, perché tutti traggono la loro propria esistenza da
una sola fonte e sono indirizzati verso una meta comune. Marcati con
l’indelebile immagine del divino, essi sono chiamati a giocare un ruolo attivo
nell’appianare le divisioni e nel promuovere la solidarietà umana.
Questo pone una grave responsabilità su di noi. Coloro che onorano l’Unico Dio
credono che Egli riterrà gli esseri umani responsabili delle loro azioni.
I Cristiani affermano che i doni divini della ragione e della libertà stanno
alla base di questa responsabilità. La ragione apre la mente per comprendere la
natura condivisa e il destino comune della famiglia umana, mentre la libertà
spinge il cuore ad accettare l’altro e a servirlo nella carità. L’indiviso amore
per l’Unico Dio e la carità verso il nostro prossimo diventano così il fulcro
attorno al quale ruota tutto il resto.
Questa è la ragione perché operiamo instancabilmente per salvaguardare i cuori
umani dall’odio, dalla rabbia o dalla vendetta.
Cari Amici, sono venuto a Gerusalemme in un pellegrinaggio di fede. Ringrazio
Dio per questa occasione che mi è data di incontrarmi con voi come Vescovo di
Roma e Successore dell’Apostolo Pietro, ma anche come figlio di Abramo, nel
quale "tutte le famiglie della terra si diranno benedette" (Gn 12,3; cfr Rm
4,16-17). Vi assicuro che è ardente desiderio della Chiesa di cooperare per il
benessere dell’umana famiglia. Essa fermamente crede che la promessa fatta ad
Abramo ha una portata universale, che abbraccia tutti gli uomini e le donne
indipendentemente dalla loro provenienza o da loro stato sociale. Mentre
Musulmani e Cristiani continuano il dialogo rispettoso che già hanno iniziato,
prego affinché essi possano esplorare come l’Unicità di Dio sia
inestricabilmente legata all’unità della famiglia umana. Sottomettendosi al suo
amabile piano della creazione, studiando la legge inscritta nel cosmo ed
inserita nel cuore dell’uomo, riflettendo sul misterioso dono dell’autorivelazione
di Dio, possano tutti coloro che vi aderiscono continuare a tenere lo sguardo
fisso sulla sua bontà assoluta, mai perdendo di vista come essa sia riflessa sul
volto degli altri.
Con questi pensieri, umilmente chiedo all’Onnipotente di donarvi pace e di
benedire tutto l’amato popolo di questa regione. Impegniamoci a vivere in
spirito di armonia e di cooperazione, dando testimonianza all’Unico Dio mediante
il servizio che generosamente ci rendiamo l’un l’altro. Grazie!
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