Benedetto XVI rinuncia al titolo di
«Patriarca d'Occidente». Il Pontificio Consiglio per l'unità dei
cristiani: «Un atto che esprime realismo teologico e storico». Una nota
spiega perché l’attributo «obsoleto e non più utilizzabile» non
compare nell’edizione 2006 dell’Annuario pontificio dov’era apparso
la prima volta nel 1863
Nota
storica
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Motivi di «realismo
storico e teologico», e la speranza che «il dialogo ecumenico» possa
trarne «giovamento». È per questo che Benedetto XVI ha deciso di
cancellare dall'Annuario pontificio il titolo di «Patriarca
d'Occidente», che dunque nell'edizione di quest'anno, per la prima volta
dal 1863, non riporta quell'attributo tra i titoli pontifici.
A spiegare le motivazioni di Papa Ratzinger è stato ieri un comunicato
del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, a confermare da un
lato le indiscrezioni trapelate in proposito alcune settimane fa e,
dall'altro, per fornire «un chiarimento» rispetto ai «diversi»
commenti che hanno chiosato quelle indiscrezioni. «Senza la pretesa di
considerare la complessa questione storica del titolo di Patriarca in
tutti i suoi aspetti - si legge così nel comunicato - si può affermare
dal punto di vista storico che gli antichi Patriarcati dell'Oriente,
fissati dai Concili di Costantinopoli (381) e di Calcedonia (451), erano
relativi a un territorio abbastanza chiaramente circoscritto, allorché il
territorio della Sede del Vescovo di Roma rimaneva vago».
Così «in Oriente, nell'ambito del sistema ecclesiastico imperiale di
Giustiniano (527-565), accanto ai quattro Patriarcati orientali
(Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), il Papa era
compreso come Patriarca d'Occidente». Al contrario, Roma privilegiò
«l'idea delle tre sedi episcopali petrine: Roma, Alessandria e Antiochia».
E «senza usare il titolo di «Patriarca d'Occidente», il IV Concilio di
Costantinopoli (869-70), il IV Concilio del Laterano (1215) e il Concilio
di Firenze (1439), elencarono il Papa come il primo degli allora cinque
Patriarchi».
Così quel titolo «fu adoperato nell'anno 642 da Papa Teodoro I», in
seguito a esso si ricorse «soltanto raramente» e «non ebbe un
significato chiaro». «La sua fioritura - spiega ancora il comunicato -
avvenne nel XVI e XVII secolo, nel quadro del moltiplicarsi dei titoli del
Papa; ne "L'Annuario pontificio" esso apparve per la prima volta
nel 1863».
Oggi il significato del termine Occidente «richiama un contesto
culturale che non si riferisce soltanto all'Europa Occidentale, ma si
estende dagli Stati Uniti d'America fino all'Australia e alla Nuova
Zelanda, differenziandosi così da altri contesti culturali». E dunque
quel termine «non intende descrivere un territorio ecclesiastico né esso
può essere adoperato come definizione di un territorio patriarcale». Al
limite, Occidente potrebbe «essere compreso soltanto in riferimento alla
Chiesa latina», e esprimere «la giurisdizione particolare del Vescovo di
Roma per la Chiesa latina».
Così quel titolo, «sin dall'inizio poco chiaro», negli anni è
diventato «obsoleto e praticamente non più utilizzabile», e «appare
dunque privo di senso insistere a trascinarselo dietro». D'altra parte,
conclude il comunicato, «tralasciare il titolo di "Patriarca
d'Occidente" non cambia chiaramente nulla al riconoscimento, tanto
solennemente dichiarato dal Concilio Vaticano II, delle antiche Chiese
patriarcali. Ancor meno tale soppressione può voler dire che essa
sottintende nuove rivendicazioni. La rinuncia a detto titolo vuole
esprimere un realismo storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la
rinuncia a una pretesa, rinuncia che potrebbe essere di giovamento al
dialogo ecumenico».
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Lo
storico: «Un titolo antico coniato dai bizantini Ora attendiamo le
reazioni del mondo ortodosso»
Giorgio Fedalto, già docente
all’Università di Padova: «Il cammino dei secoli ha cambiato per
sempre il significato di espressioni come Oriente e Occidente»
«Il mondo ortodosso è
molto legato alle tradizioni antiche. La Chiesa latina, invece, ha sempre
mostrato un'attenzione maggiore all'evoluzione storica, geografica e
culturale, manifestatasi anche sul piano istituzionale e canonico. Per
questo credo che la soppressione del titolo di Patriarca d'Occidente
dal novero di quelli riferiti al Papa, forse toccherà più la
sensibilità degli ortodossi che dei latini, a meno che non ci sia stata
una pre-intesa tra le Chiese.»
È l'ipotesi formulata da
Don Giorgio Fedalto alla lettura del Comunicato del Pontificio Consiglio
per l'unità dei cristiani che commenta e chiarisce la soppressione
dell'antico titolo dall'Annuario Pontificio 2006. Fedalto, sacerdote del
Patriarcato di Venezia, già titolare della cattedra di Storia del
Cristianesimo dell'Università di Padova, ha insegnato anche storia
bizantina.
«Il titolo di Patriarca
nasce nel mondo ebraico: è nel V secolo che gli imperatori romani tolgono
tale titolo al presidente della Comunità ebraica nell'impero per
attribuirlo alle Chiese cristiane più importanti. Con l'imperatore
Giustiniano, alla metà del VI secolo, si definisce la lista dei cinque
Patriarcati - Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme -
ma con una rilevanza particolare al primo, Roma, come confermano vari atti
di Giustiniano, a partire dai provvedimenti legislativi. Questa Pentarchia
rimarrà però efficiente finché vi sarà un imperatore bizantino a
tutelarla.»
In questo contesto prende
forma - e per iniziativa bizantina - l'attribuzione al Papa di Roma del
titolo di Patriarca d'Occidente.
«Roma, tuttavia, non ha
mai dato eccessiva importanza la titolo. Intanto in ambito ortodosso la
situazione si è fatta più complessa: anzitutto le Chiese orientali delle
diverse confessioni si sono create vari Patriarchi soprattutto nel Medio
Oriente; quindi, con la formazione di nuove entità statali all'interno
dell'impero ottomano, che hanno portato alla nascita di chiese autocefale,
cioè indipendenti, poi con i movimenti della diaspora - gli Armeni dopo
il genocidio per mano turca, i Russi dopo la rivoluzione d'ottobre - che
suscitarono nuove chiese orientali indipendenti nell'Europa occidentale e
nelle Americhe,. Non dimentichiamo inoltre che il cattolicesimo non
comprende solo la chiesa latina ma anche le chiese cattoliche di rito
orientale.»
Il Comunicato del Dicastero
vaticano spiega la rinuncia al titolo di Patriarca d'Occidente come atto
di «realismo storico e teologico» e come contributo all'ecumenismo. «Il
cammino della storia ha mutato profondamente il significato, la portata e
i confini di termini come Oriente e Occidente. La chiesa cattolica ne
prende atto, nella scia di un rinnovamento teologico e canonico già
alimentato dal Concilio Vaticano II. Sul piano ecumenico è difficile
prevedere le reazioni ortodosse alla soppressione del titolo: ciò anche
perché nell'ortodossia ci sono ambienti aperti al dialogo e altri invece
chiusi e ostili. E resta in ogni caso il nodo del "primato petrino"
Per questo sarà importante il lavoro negli organismi impegnati nel
dialogo, per una corretta comunicazione e ricezione di questa novità,
oltre ad una realistica comprensione della loro mentalità.»