Dal Papa una scelta in nome del dialogo:
rinuncia al titolo di «Patriarca d'Occidente»

Salvatore Mazza, su Avvenire 24 marzo 2006

Benedetto XVI rinuncia al titolo di «Patriarca d'Occidente». Il Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani: «Un atto che esprime realismo teologico e storico». Una nota spiega perché l’attributo «obsoleto e non più utilizzabile» non compare nell’edizione 2006 dell’Annuario pontificio dov’era apparso la prima volta nel 1863

Nota storica

Motivi di «realismo storico e teologico», e la speranza che «il dialogo ecumenico» possa trarne «giovamento». È per questo che Benedetto XVI ha deciso di cancellare dall'Annuario pontificio il titolo di «Patriarca d'Occidente», che dunque nell'edizione di quest'anno, per la prima volta dal 1863, non riporta quell'attributo tra i titoli pontifici.
A spiegare le motivazioni di Papa Ratzinger è stato ieri un comunicato del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, a confermare da un lato le indiscrezioni trapelate in proposito alcune settimane fa e, dall'altro, per fornire «un chiarimento» rispetto ai «diversi» commenti che hanno chiosato quelle indiscrezioni. «Senza la pretesa di considerare la complessa questione storica del titolo di Patriarca in tutti i suoi aspetti - si legge così nel comunicato - si può affermare dal punto di vista storico che gli antichi Patriarcati dell'Oriente, fissati dai Concili di Costantinopoli (381) e di Calcedonia (451), erano relativi a un territorio abbastanza chiaramente circoscritto, allorché il territorio della Sede del Vescovo di Roma rimaneva vago».

Così «in Oriente, nell'ambito del sistema ecclesiastico imperiale di Giustiniano (527-565), accanto ai quattro Patriarcati orientali (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), il Papa era compreso come Patriarca d'Occidente». Al contrario, Roma privilegiò «l'idea delle tre sedi episcopali petrine: Roma, Alessandria e Antiochia». E «senza usare il titolo di «Patriarca d'Occidente», il IV Concilio di Costantinopoli (869-70), il IV Concilio del Laterano (1215) e il Concilio di Firenze (1439), elencarono il Papa come il primo degli allora cinque Patriarchi».

Così quel titolo «fu adoperato nell'anno 642 da Papa Teodoro I», in seguito a esso si ricorse «soltanto raramente» e «non ebbe un significato chiaro». «La sua fioritura - spiega ancora il comunicato - avvenne nel XVI e XVII secolo, nel quadro del moltiplicarsi dei titoli del Papa; ne "L'Annuario pontificio" esso apparve per la prima volta nel 1863».
Oggi il significato del termine Occidente «richiama un contesto culturale che non si riferisce soltanto all'Europa Occidentale, ma si estende dagli Stati Uniti d'America fino all'Australia e alla Nuova Zelanda, differenziandosi così da altri contesti culturali». E dunque quel termine «non intende descrivere un territorio ecclesiastico né esso può essere adoperato come definizione di un territorio patriarcale». Al limite, Occidente potrebbe «essere compreso soltanto in riferimento alla Chiesa latina», e esprimere «la giurisdizione particolare del Vescovo di Roma per la Chiesa latina».

Così quel titolo, «sin dall'inizio poco chiaro», negli anni è diventato «obsoleto e praticamente non più utilizzabile», e «appare dunque privo di senso insistere a trascinarselo dietro». D'altra parte, conclude il comunicato, «tralasciare il titolo di "Patriarca d'Occidente" non cambia chiaramente nulla al riconoscimento, tanto solennemente dichiarato dal Concilio Vaticano II, delle antiche Chiese patriarcali. Ancor meno tale soppressione può voler dire che essa sottintende nuove rivendicazioni. La rinuncia a detto titolo vuole esprimere un realismo storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia a una pretesa, rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico».
 

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Lo storico: «Un titolo antico coniato dai bizantini Ora attendiamo le reazioni del mondo ortodosso»
Giorgio Fedalto, già docente all’Università di Padova: «Il cammino dei secoli ha cambiato per sempre il significato di espressioni come Oriente e Occidente»

«Il mondo ortodosso è molto legato alle tradizioni antiche. La Chiesa latina, invece, ha sempre mostrato un'attenzione maggiore all'evoluzione storica, geografica e culturale, manifestatasi anche sul piano istituzionale e canonico. Per questo credo che la soppressione del titolo di Patriarca d'Occidente dal novero di quelli riferiti al Papa, forse toccherà più la sensibilità degli ortodossi che dei latini, a meno che non ci sia stata una pre-intesa tra le Chiese.»

È l'ipotesi formulata da Don Giorgio Fedalto alla lettura del Comunicato del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani che commenta e chiarisce la soppressione dell'antico titolo dall'Annuario Pontificio 2006. Fedalto, sacerdote del Patriarcato di Venezia, già titolare della cattedra di Storia del Cristianesimo dell'Università di Padova, ha insegnato anche storia bizantina.

«Il titolo di Patriarca nasce nel mondo ebraico: è nel V secolo che gli imperatori romani tolgono tale titolo al presidente della Comunità ebraica nell'impero per attribuirlo alle Chiese cristiane più importanti. Con l'imperatore Giustiniano, alla metà del VI secolo, si definisce la lista dei cinque Patriarcati - Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme - ma con una rilevanza particolare al primo, Roma, come confermano vari atti di Giustiniano, a partire dai provvedimenti legislativi. Questa Pentarchia rimarrà però efficiente finché vi sarà un imperatore bizantino a tutelarla.»

In questo contesto prende forma - e per iniziativa bizantina - l'attribuzione al Papa di Roma del titolo di Patriarca d'Occidente.

«Roma, tuttavia, non ha mai dato eccessiva importanza la titolo. Intanto in ambito ortodosso la situazione si è fatta più complessa: anzitutto le Chiese orientali delle diverse confessioni si sono create vari Patriarchi soprattutto nel Medio Oriente; quindi, con la formazione di nuove entità statali all'interno dell'impero ottomano, che hanno portato alla nascita di chiese autocefale, cioè indipendenti, poi con i movimenti della diaspora - gli Armeni dopo il genocidio per mano turca, i Russi dopo la rivoluzione d'ottobre - che suscitarono nuove chiese orientali indipendenti nell'Europa occidentale e nelle Americhe,. Non dimentichiamo inoltre che il cattolicesimo non comprende solo la chiesa latina ma anche le chiese cattoliche di rito orientale.»

Il Comunicato del Dicastero vaticano spiega la rinuncia al titolo di Patriarca d'Occidente come atto di «realismo storico e teologico» e come contributo all'ecumenismo. «Il cammino della storia ha mutato profondamente il significato, la portata e i confini di termini come Oriente e Occidente. La chiesa cattolica ne prende atto, nella scia di un rinnovamento teologico e canonico già alimentato dal Concilio Vaticano II. Sul piano ecumenico è difficile prevedere le reazioni ortodosse alla soppressione del titolo: ciò anche perché nell'ortodossia ci sono ambienti aperti al dialogo e altri invece chiusi e ostili. E resta in ogni caso il nodo del "primato petrino" Per questo sarà importante il lavoro negli organismi impegnati nel dialogo, per una corretta comunicazione e ricezione di questa novità, oltre ad una realistica comprensione della loro mentalità.»

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