«Archivi e ipocrisie. L'Anti
Defamation League e Pio XII»
Francesco Colafemmina su Fides et Forma 21
dicembre 2009
La linea è quella dettata qualche anno fa dalla ADL:
la Santa Sede non può beatificare Pio XII se prima non si rendono
accessibili gli Archivi Vaticani ad un team di esperti internazionali.
[Vedi Commento alla nota di Padre Lombardi (non si
comprende se viene dalla Sala Stampa o dalla Segreteria di Stato - ndR)]
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La linea è quella dettata qualche anno
fa dalla ADL: la Santa Sede non può beatificare Pio XII se prima non si
rendono accessibili gli Archivi Vaticani ad un team di esperti
internazionali.
Più precisamente l'Anti Defamation League afferma:
L'ADL ha da anni insistentemente affermato che è nei migliori interessi
sia della Chiesa Cattolica Romana che del popolo ebraico, declassificare
e rendere disponibili a studiosi indipendenti e storici tutti gli
archivi più importanti pre e post II guerra mondiale, per cercare la
migliore verità possibile sul ruolo di Pio XII durante l'Olocausto.
Questo materiale dovrà includere materiale noto come gli Archivi Segreti
Vaticani, gli archivi delle Conferenze Episcopali Europee e gli archivi
delle nunziature apostoliche di tutto il mondo durante il papato di Pio
XII. Sebbene noi riconosciamo completamente che il processo di santità è
una questione interna alla Chiesa, il problema di quanto Pio XII abbia o
non abbia fatto per salvare gli Ebrei durante l'Olocausto è una
questione profonda che deve essere risolta in primo luogo per il bene
delle relazioni ebraico-cattoliche. Questi documenti ecclesiastici
rivestono particolare importanza per i sopravvissuti dell'Olocausto e le
loro famiglie. Procedere oltre nella causa di beatificazione senza avere
nelle mani tutta l'evidenza fattuale, sarebbe prematuro dal momento che
così tante cose sono sconosciute in merito alla verità storica delle
azioni vaticane intraprese durante la guerra. Fino a quando tutti gli
archivi segreti Vaticani della II guerra mondiale non saranno
declassificati e resi disponibili a studiosi indipendenti per studi ed
analisi, la figura di Pio XII in rapporto agli Ebrei continuerà ad
essere velata e fonte di controversia e contesa. Premiamo fortemente il
Vaticano di considerare una sua più alta priorità il completo e pieno
accesso agli archivi.
A prima vista può sembrare una richiesta ammissibile. In realtà non lo
è. Consultare la documentazione d'archivio relativa agli anni del
secondo conflitto mondiale ed a quelli immediatamente successivi,
significherebbe -stando a stime esorbitanti di parte ebraica-
declassificare almeno 16 milioni di documenti. Questi documenti
dovrebbero essere analizzati da chi? Sicuramente da storici incaricati
di difendere l'ortodossia olocaustica e la rispondenza della storia alle
esigenze di parte israeliana, visto che questa richiesta giunge solo da
gruppi di pressione di parte.
Una richiesta che è anche arrogante e presuntuosa quando accusa,
implicitamente, il Vaticano di coprire col segreto informazioni
sensibili sulle "sue azioni" negli anni della guerra. Tanto più
arrogante in quanto proviene dalla massima autorità lobbistica ebraica
mondiale, fondata nel 1913 dal B'nai B'rith ed oggi dalla bocca di
autorità dello Stato di Israele. Ma soprattutto perchè sembra ignorare
tutti i 12 volumi con più di 5000 documenti sul periodo della Guerra
fatti pubblicare da papa Paolo VI e tutti i documenti e le testimonianze
raccolti in questi ultimi anni.
Da un lato c'è dunque una ingerenza di fondo che è letteralmente
inammissibile e in malafede, giacché la Santa Sede non delega a nessuno
la "certificazione" della sua storia. È un'ingerenza doppiamente
inammissibile allorchè sulla base di questa "certificazione" storica la
Chiesa dovrebbe decidere la "santità" o meno di Papa Pacelli,
subordinando così il mistero spirituale al materialismo storicistico ed
alle convenienze politiche.
Se si trattasse di una semplice questione storica sarebbe come se
l'Italia chiedesse ad Israele - uno stato sovrano - di consultare tutta
la documentazione d'archivio relativa, che so io, al massacro di Sabra e
Shatila o alle varie distruzioni effettuate a Gaza negli ultimi decenni,
prima di autorizzare Israele a proclamare nel mondo le sue lamentationes
olocaustiche. È evidente che ciò sarebbe paragonabile da Israele ad un
vero e proprio atto ostile.
Quando è invece il piccolo, ma potente, stato mediorientale a chiedere
alla Santa Sede di aprire gli archivi per alcuni anni alla ricerca di
studiosi "ortodossi", beh... il Vaticano dovrebbe ritenersi quasi
onorato per la concessione...
A questa dinamica si aggiunge la completa ignoranza delle implicazioni
ecclesiologiche e spirituali in genere che comporta la causa di
beatificazione di Pio XII. Una ignoranza che personalmente ritengo vera
soltanto a parole. Da un lato, infatti, si considera la Chiesa Cattolica
una mera istituzione mondana e politica. Dall'altro siamo consapevoli
che la questione strettamente storica è usata quale "paravento"
ideologico delle implicazioni più autentiche della beatificazione di Pio
XII. Implicazioni tutte intraecclesiali, appartenenti al mondo cattolico
più che a quello ebraico.
Si "lotta" contro Pio XII perchè egli è l'ultimo papa prima del
Concilio. Perchè rappresenta un modello di Chiesa considerato ormai
superato e "defunto". Perchè si pensa che la Chiesa abbia intrapreso un
nuovo cammino - accettabile al mondo ebraico - solo con la
Nostra Aetate,
e tutto ciò che la precede non possa essere che cassato, ostracizzato,
ideologicamente gettato nel dimenticatoio. Anche rispetto alla
beatificazione di Pio IX quella di papa Pacelli non può che essere
considerata con maggiore fastidio e inesauribile ostilità. Quando nel
2000 fu beatificato Pio IX sembrava forse talmente lontano nella storia
che la sua beatificazione finiva per ricadere nella categoria del
pittoresco vaticano, più che in quella del pernicioso passatismo
"antisemita"...
Sia come sia, oggi dobbiamo prepararci ad un'offensiva natalizia e
postnatalizia nei riguardi del Santo Padre. Come nel gennaio scorso col
caso Williamson, così anche nei prossimi giorni potremmo assistere
all'inizio di una nuova via crucis mediatica del Sommo Pontefice.
Gli antidoti? Anzitutto l'unità di Vescovi e Cardinali. In vista del
Natale sarebbe auspicabile che nessuno facesse dichiarazioni fuori luogo
o palesemente ostili all'operato di Sua Santità. Non è nemmeno
accettabile il silenzio non ostile. Servire il Papa ed amare la Chiesa
dovrebbe spingere tutti ad avere un maggior senso di comunione e
concordia, indipendentemente dalle proprie personali e mondane opinioni.
In secondo luogo si tratta di informare correttamente. Su questo punto
non si può fare molto. I giornali sono sempre pronti a scatenarsi contro
il Papa e a dar ragione alla political correctness della propaganda
lobbistica.
Per smontare la propaganda sarebbe tuttavia opportuno ricordare almeno
un evento fondamentale e porre una domanda discriminante: se Pio XII è
stato un papa "controverso", che "non ha ritenuto di gridare di fronte
al mondo in maniera forte e chiara la sua condanna del nazismo", perchè
allora colui che fu Rabbino capo di Roma negli anni della guerra
(1940-1944) si convertì al cattolicesimo pubblicamente il 13 febbraio
1945? E perchè lui, Israel Zoller, decise di farsi battezzare Eugenio
Pio Zolli? E perchè dichiarò allora: "Io non ho esitato a dare una
risposta negativa alla domanda se mi fossi convertito per gratitudine a
Pio XII, per i suoi innumerevoli atti di carità.Ciò nonostante, sento il
dovere di rendergli omaggio e di affermare che la carità del Vangelo fu
la luce che mostrò la via al mio cuore vecchio e stanco. È quella carità
che tanto spesso brilla nella storia della Chiesa e che rifulge
nell’opera del Pontefice regnante"?
Questa vicenda rimossa dalla memoria storica dell'ebraismo italiano è
una prova determinante delle menzogne e dei sospetti infondati e
malevoli diffusi sulla figura del Venerabile Pio XII. E attesta ancora
di più l'ipocrisia delle valutazioni storiche e delle richieste di
aprire gli archivi vaticani. Ipocrisia che non occulta del tutto le vere
ragioni dell'ostilità ideologica a papa Pacelli: il suo incarnare una
Chiesa che si vorrebbe apertamente "archiviare", una Chiesa diversa dal
mondo, fatta di carità silenziosa e non gridata, di obbedienza riservata
e non di democratismo relativista e mediatizzato, fatta di persone
operanti nella preghiera e non di attivisti in cerca di un posto al
sole. Quella Chiesa di 60 anni fa è talmente incompatibile con la
moderna mentalità da costituire un autentico "scandalo".
Perciò scandalizza l'ermeneutica della continuità fra quella Chiesa e la
Chiesa dell'oggi: un'unica Chiesa in cammino verso l'Oriente, verso il
Signore che ritorna. Ermeneutica della continuità che oggi Papa
Benedetto ribadisce con grande coraggio e profonda serenità,
indicandoci, in previsione del Natale, che il vero centro della nostra
vita non sono tutti questi mondani cavilli e queste vili macchinazioni,
bensì il Dio bambino che nasce a Betlemme. Quel Bambino che duemila anni
fa ha cambiato la storia del mondo e cambia ogni giorno il cuore
dell'uomo.
Nonostante il mondo ebraico non sia nè monolitico, nè ostile in massa
alla figura di Pio XII, - notevoli esponenti ebraici continuano
inascoltati a proclamare la grande levatura morale ed umana di papa
Pacelli - stamane tutte le agenzie e i principali quotidiani mondiali
rilanciano le dichiarazioni del magnate statunitense Ronald S. Lauder
(patrimonio stimato intorno ai 3 Miliardi di dollari), presidente del
World Jewish Congress. Mentre nessuno si premura di leggere - ad esempio
- le 277 pagine del rapporto della fondazione Pave the Way dell'ebreo
Gary Krupp, no... tutti vanno dietro alla propaganda vuota del WJC!
Lauder, filantropo di gran fama, ha dichiarato in una nota reperibile
sul sito del WJC quanto segue: "Fino a quando gli archivi sul periodo
cruciale dal 1939 al 1945 rimangono chiusi, e fino a quando non verrà
raggiunto un consenso unanime sulle azioni - o inazioni - di Pio XII in
merito alla persecuzione di milioni di Ebrei nell'Olocausto una
beatificazione è inopportuna e prematura."
Ha poi aggiunto: "Sebbene sia una decisione completamente interna alla
Chiesa Cattolica decidere a chi devono essere rivolti gli onori
religiosi, ci sono forti preoccupazioni sul ruolo politico di Pio XII
durante la II guerra mondiale che non possono essere ignorati." E
ancora: "data l'importanza delle buone relazioni fra Cattolici ed Ebrei
e in seguito ai difficili eventi dell'anno scorso, sarebbe stato
apprezzabile se il Vaticano avesse mostrato maggiore sensibilità su
questo problema."
Tutto ciò cosa ci ricorda se non la dichiarazione dell'Antidefamation
League? Faccio notare, tra l'altro, quanto sia insopportabile quell'inciso
sulla "libertà della Chiesa" di beatificare chi ritiene più opportuno.
Se da un lato si mostra - mediaticamente - rispetto per le decisioni
della Chiesa, come si può dall'altro lato pretendere di intervenire
sulla questione suggerendo tempi e modi della beatificazione? Perché
tutta questa aperta e strabordante ipocrisia?
Leggiamo poi quanto afferma il leggiadro rabbino capo di Francia, Gilles
Bernheim: "dato il silenzio di Pio XII durante e dopo la Shoah, non
voglio credere che i Cattolici vedano in Pio XII un esempio di moralità
ed umanità. Spero che la chiesa voglia rinunciare a questa
beatificazione pianificata e voglia così onorare il proprio messaggio e
i propri valori".
Al che mi vengono in mente queste interessanti notizie sulle variopinte
esibizioni di alcuni ebrei in Terrasanta... reiterate....
Si dirà: ma cosa c'entrano queste storie spiacevoli con la questione Pio
XII? C'entrano eccome! Se, infatti, autorità come il WJC si prodigano
tanto nell'indicare alla Santa Sede l'atteggiamento da tenere nei
riguardi della beatificazione di Pio XII, restano invece MUTI dinanzi
alle violenze spregevoli subite da religiosi e religiose in Terrasanta.
Perché la loro idea di dialogo religioso è intesa costantemente a loro
esclusivo vantaggio? Perché credono di poter "fare le pulci" alla Santa
Sede, mentre presumono una "immunità costitutiva" rispetto alle azioni
di minoranze deviate del mondo ebraico? E che dire della squallida
attitudine allo sputo sui cristiani di cui recentemente si è occupato
anche il Jerusalem Post?
Se ADL, WJC ed altre sigle simili fossero tanto zelanti nel promuovere e
salvaguardare il rispetto dei Cattolici in Terrasanta, quanto lo sono
nell'opera costante, quasi "liturgica" di salvaguardia della "memoria",
forse avrebbero una certa credibilità e potrebbero apparire istituzioni
meno ipocrite di quanto non siano in realtà. Se queste istituzioni
mondiali protestassero dinanzi alle violenze subite dai Cristiani in
Terrasanta forse il loro appello al Vaticano sulla ricerca storica
potrebbe sembrare sincero. In realtà non lo è. Si tratta piuttosto di
pura ideologia. Ideologia a senso unico, monologo più che dialogo,
incapacità di comprendere l'altro e ingerenza ossessiva negli affari
della Chiesa Cattolica.
Le reazioni stanno montando come la panna in tutto il mondo. Finora si
tratta di reazioni provenienti da una parte selezionata e - ahimè -
maggioritaria del mondo ebraico, mondo per sua costituzione variegato e
non omologabile in un'unica categoria. Leggo adesso il commento del
Presidente dell'European Jewish Congress: "la valutazione papale
riguardo alle "virtù eroiche" mostrate dall'altamente controverso papa
Pio XII è un grosso schiaffo in faccia alla memoria dell'Olocausto." E
ha aggiunto che la questione non riguarderebbe le relazioni giudaico
cristiane ma la "memoria dell'Olocausto".
Qualche giornalista cerca di ottenere dichiarazioni di parte cattolica.
E resto personalmente sbigottito nel leggere che il Cardinal Bagnasco ha
preferito evitare commenti sulla questione in una intervista pubblicata
oggi su La Stampa. Si attende a breve la reazione del clero tedesco e
francese, molto sensibile quando si tratta di criticare l'operato del
Papa.
Stupefacenti anche le rivelazioni de La Repubblica di oggi. Stando ad
Orazio La Rocca i massimi vertici delle Comunità Ebraiche italiane
starebbero per presentare - per tramite della Comunità di Sant'Egidio -
una richiesta di chiarimenti al Pontefice. Si tratterebbe insomma di
ottenere dal Vaticano la garanzia di bloccare l'iter della causa di
beatificazione ponendo degli specifici paletti. Tra le righe si accenna
alla necessità di chiarire la questione in occasione della visita alla
Sinagoga di Roma prevista il prossimo 17 gennaio.
Intanto il Santo Padre con la sua consueta mitezza e serenità ha già
chiarito un anno fa il suo pensiero sulla figura di Pio XII:
"La guerra mise in evidenza l’amore che nutriva per la sua “diletta
Roma”, amore testimoniato dall’intensa opera di carità che promosse in
difesa dei perseguitati, senza alcuna distinzione di religione, di
etnia, di nazionalità, di appartenenza politica. Quando, occupata la
città, gli fu ripetutamente consigliato di lasciare il Vaticano per
mettersi in salvo, identica e decisa fu sempre la sua risposta: “Non
lascerò Roma e il mio posto, anche se dovessi morire” (cfr Summarium, p.186).
I familiari ed altri testimoni riferirono inoltre delle privazioni
quanto a cibo, riscaldamento, abiti, comodità, a cui si sottopose
volontariamente per condividere la condizione della gente duramente
provata dai bombardamenti e dalle conseguenze della guerra (cfr A.
Tornielli, Pio XII, Un uomo sul trono di Pietro). E come dimenticare il
radiomessaggio natalizio del dicembre 1942? Con voce rotta dalla
commozione deplorò la situazione delle “centinaia di migliaia di
persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione
di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un
progressivo deperimento” (AAS, XXXV, 1943, p. 23), con un chiaro
riferimento alla deportazione e allo sterminio perpetrato contro gli
ebrei. Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce
delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli
intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il
più gran numero possibile di ebrei. Per questi suoi interventi, numerosi
e unanimi attestati di gratitudine furono a lui rivolti alla fine della
guerra, come pure al momento della morte, dalle più alte autorità del
mondo ebraico, come ad esempio, dal Ministro degli Esteri d’Israele
Golda Meir, che così scrisse: “Quando il martirio più spaventoso ha
colpito il nostro popolo, durante i dieci anni del terrore nazista, la
voce del Pontefice si è levata a favore delle vittime”, concludendo con
commozione: “Noi piangiamo la perdita di un grande servitore della pace”. Purtroppo
il dibattito storico sulla figura del Servo di Dio Pio XII, non sempre
sereno, ha tralasciato di porre in luce tutti gli aspetti del suo
poliedrico pontificato. "
Queste parole evidentemente non bastano a soddisfare i farisei moralisti
ebrei i quali oggi fanno sapere quanto segue:
"(Adnkronos) - A quanto apprende l'ADNKRONOS, si riunisce domani a
Bologna l'assemblea dei rabbini italiani per discutere della vicenda
relativa alla beatificazione di Pio XII e alla prossima visita del Papa
alla sinagoga di Roma in programma il 17 gennaio. Nell'occasione il
presidente dei rabbini italiani, Giuseppe Laras, farà alcune
comunicazioni sulla visita di Joseph Ratzinger al tempio ebraico della
Capitale e sulla situazione di tensione che si è venuta a verificare
dopo l'approvazione del decreto sulle virtù eroiche di Pacelli da parte
del Pontefice. Al termine dell'incontro verrà diffuso un documento nel
quale di farà riferimento al caso Pio XII. Fra le questioni che saranno
discusse il problema dell'apertura degli archivi segreti del Vaticano
relativi al periodo che va dal 1939 al 1945. Ciò che viene messo in
discussione da parte dei rabbini non è la beatificazione in quanto
tale, ma il fatto che attraverso di essa si porti ad esempio e modello
per tutti la figura di Pacelli, mentre sui suoi comportamenti esistono
ancora dubbi; è quindi necessario conoscere ogni dettaglio e ogni
aspetto della sua azione negli anni del secondo conflitto mondiale."
Dunque siamo al farsesco ed al grottesco! Sono gli storici (magari di
parte ebraica) a dover sancire secondo le varie comunità ebraiche in
subbuglio nel mondo, la "moralità" e quindi anche l'esemplarità di Pio
XII! Cosa dobbiamo dedurne? Dovremmo pensare che per i signori delle
varie comunità ebraiche mondiali Pio XII doveva farsi ammazzare dai
nazisti per essere portato oggi ad "esempio e modello per tutti"? E
allora, con un tantinello di rabbia mi viene da dire: se per 5 anni di
guerra tutti sapevano dei campi di concentramento e nessuna potenza
mondiale ha fatto nulla o ha potuto far nulla per bloccare la Shoah, CHE
COSA DIAMINE AVREBBE DOVUTO FARE IL PAPA??? Cosa avrebbe dovuto fare più
di quanto fece ed è già documentato?
E chi da a questa gente l'autorità morale per giudicare un Venerabile
Papa della Chiesa di Roma?
Loro che non hanno mosso un dito quando il giorno di Santo Stefano
dell'anno scorso Israele ha bombardato ferocemente Gaza uccidendo
centinaia di bambini e di innocenti con armi proibite come le bombe al
fosforo?
Loro che in qualità di guide religiose avevano il dovere morale di
gridare la necessità della Pace hanno invece consentito una violenta
esibizione di odio e prepotenza! Loro non hanno detto una parola una
quando i Rabbini di Israele hanno concesso l'esenzione dallo Shabbat ai
militari che intrapresero la guerra su Gaza (il 26 era infatti venerdì e
il venerdì al tramonto comincia lo Shabbat)!
E allora consentitemi di citare Matteo, 23:
1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2"Sulla
cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Quanto vi
dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché
dicono e non fanno. 4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono
sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un
dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini:
allargano i loro filattéri e allungano le frange; 6amano posti d'onore
nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7e i saluti nelle piazze,
come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8Ma voi non fatevi
chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti
fratelli. 9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è
il Padre vostro, quello del cielo. 10E non fatevi chiamare "maestri",
perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11Il più grande tra voi
sia vostro servo; 12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si
abbasserà sarà innalzato. 13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli
davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate
entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci 14. 15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la
terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della
Geenna il doppio di voi. 16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non
vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. 17Stolti e
ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?
18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per
l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19Ciechi! Che cosa è più
grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20Ebbene, chi
giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21e
chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.
22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi
è assiso. 23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della
menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi
della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose
bisognava praticare, senza omettere quelle. 24Guide cieche, che filtrate
il moscerino e ingoiate il cammello! 25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del
bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e
d'intemperanza. 26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere,
perché anche l'esterno diventi netto! 27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri
imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni
di ossa di morti e di ogni putridume. 28Così anche voi apparite giusti
all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e
d'iniquità. 29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai
profeti e adornate le tombe dei giusti, 30e dite: Se fossimo vissuti al
tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il
sangue dei profeti; 31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere
figli degli uccisori dei profeti. 32Ebbene, colmate la misura dei vostri
padri! 33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della
Geenna? 34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi
alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle
vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35perché ricada
su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue
del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che
avete ucciso tra il santuario e l'altare. 36In verità vi dico: tutte
queste cose ricadranno su questa generazione. 37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti
sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una
gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
38Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! 39Vi dico infatti che
non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome
del Signore!".
Applausi a Padre Lombardi
di Francesco Colafemmina
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Propongo qui di seguito un breve commento alla nota di Padre Lombardi
alla Radio Vaticana riguardante la firma da parte del Papa del decreto
sulle virtù eroiche di Pio XII. In corsivo la nota. Faccio umilmente
notare che questa nota dovrebbe servire a placare l'Assemblea Rabbinica
Italiana che si riunisce questa sera a Bologna. Fa specie, inoltre, che
il messaggio di Padre Lombardi sia stato pubblicato su Radio Vaticana e
non, come dovrebbe avvenire in questi casi, sul Bollettino della Sala
Stampa della Santa Sede. Dunque è una dichiarazione ufficiale o un mero
commento personale? Non è dato comprenderlo, sebbene sia evidente che
dovrebbe trattarsi di una dichiarazione ufficiale. Intanto tutte le
agenzie del mondo fanno sapere che la Santa Sede smentisce la prossima
beatificazione di Pio XII e fa "marcia indietro". Ottimi risultati di
comunicazione! Stiamo toccando i vertici dell'abilità diplomatica e
mediatica... Veniamo però al testo della "dichiarazione":
" La firma da parte del Papa del Decreto “sulle virtù eroiche” di Pio XII
ha suscitato un certo numero di reazioni nel mondo ebraico,
probabilmente perché si tratta di una firma il cui significato è chiaro
nell’ambito della Chiesa cattolica e degli “addetti ai lavori”, e può
meritare alcune spiegazioni per un pubblico più vasto, in particolare
quello ebraico, comprensibilmente molto sensibile a tutto ciò che
riguarda il periodo storico della Seconda Guerra Mondiale e
dell’Olocausto."
Premesso che la Chiesa Cattolica non deve rendere conto a nessuno delle
sue decisioni interne, andiamo oltre:
" Quando il Papa firma un Decreto “sulle virtù eroiche “ di un Servo di
Dio, cioè di una persona di cui è stata introdotta la Causa di
beatificazione, conferma la valutazione positiva che la Congregazione
delle Cause dei Santi ha già votato - dopo attento esame degli scritti e
delle testimonianze – sul fatto che il candidato ha vissuto in modo
eminente le virtù cristiane e ha manifestato la sua fede, la sua
speranza, la sua carità, in grado superiore a ciò che si attende
normalmente dai fedeli. Perciò può essere proposto come modello di vita
cristiana al popolo di Dio."
Citiamo la Instructio Sanctorum Mater del 2007:
Art. 4- § 1. La causa di beatificazione e canonizzazione riguarda un
fedele cattolico che in vita, in morte e dopo morte ha goduto fama di
santità, vivendo in maniera eroica tutte le virtù cristiane; o gode di
fama di martirio perché, avendo seguito più da vicino il Signore Gesù
Cristo, ha sacrificato la vita nell'atto del martirio.
" Naturalmente si tiene conto in questa valutazione delle circostanze in
cui la persona ha vissuto, occorre quindi un esame dal punto di vista
storico, ma la valutazione riguarda essenzialmente la testimonianza di
vita cristiana data dalla persona (il suo intenso rapporto con Dio e la
continua ricerca della perfezione evangelica – come diceva il Papa
sabato scorso nel suo discorso alla Congregazione delle Cause dei
Santi), e non la valutazione della portata storica di tutte le sue
scelte operative. Anche una eventuale successiva Beatificazione si
colloca nella stessa linea, di proporre al popolo di Dio – con
l’ulteriore conforto del segno di grazie straordinarie date da Dio per
intercessione del Servo di Dio – un modello di vita cristiana eminente.
In occasione della Beatificazione di Giovanni XXIII e di Pio IX,
Giovanni Paolo II affermava: “La santità vive nella storia e ogni santo
non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità.
Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni
storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all’imitazione e alla
venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse
risplende” (3.9.2000)."
E' evidente - nonostante l'inciso di Giovanni Paolo II - che l'operato
in vita dei Santi e dei Beati riguarda la valutazione della loro
attualizzazione nella storia delle virtù cristiane. Lo dice lo stesso
Giovanni Paolo II affermando che la "santità vive nella storia". La
virtù non vive certo fuori dalla storia. Come si può dunque affermare
che la "portata storica" delle "scelte operative" di un Santo o di un
Beato, sia indifferente rispetto alla proclamazione delle sue "eroiche
virtù"?
Si tratta di una contraddizione logica evidente: Se Pinco Pallino è
stato perfettamente virtuoso ma ha omesso di salvare milioni di esseri
umani (ammesso che fosse stato possibile salvarli) è chiaro che
l'autenticità delle sue "eroiche virtù" sarebbe clamorosamente messa in
discussione.
" Ciò non intende dunque minimamente limitare la discussione circa le
scelte concrete compiute da Pio XII nella situazione in cui si trovava.
Per parte sua, la Chiesa afferma che sono state compiute con la pura
intenzione di svolgere al meglio il servizio di altissima e drammatica
responsabilità del Pontefice."
Mettiamoci d'accordo! O la Chiesa afferma che queste "scelte concrete"
sono state compiute con "la pura intenzione etc." oppure sospende il
giudizio. O una cosa o l'altra! E Benedetto XVI ha già indicato il suo
pensiero in merito affermando:
" Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle
concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che
solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran
numero possibile di ebrei."
Questo è un giudizio sull'operato storico di Pio XII, non un'opinione
secondaria sulla sua "portata storica". Ed è espresso dal Sommo
Pontefice che a norma di Diritto Canonico ha potestà suprema, piena,
immediata e universale sulla Chiesa. E' lui che firma il decreto
sull'inchiesta della Congregazione della Causa dei Santi ed è egli,
illuminato dallo Spirito Santo ad agire in piena libertà!
Can. 331 - Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l'ufficio
concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che
deve essere trasmesso ai suoi successori, è capo del Collegio dei
Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa
universale; egli perciò, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria
suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può
sempre esercitare liberamente.
" In ogni caso, l’attenzione e la preoccupazione di Pio XII per la sorte
degli ebrei – cosa che certamente è rilevante per la valutazione delle
sue virtù – sono largamente testimoniate e riconosciute anche da molti
ebrei. Rimane quindi aperta anche in futuro la ricerca e la valutazione
degli storici nel loro campo specifico. E nel caso concreto si comprende
la richiesta di avere aperte tutte le possibilità di ricerca sui
documenti. Già Paolo VI aveva voluto favorire rapidamente tale ricerca
con la pubblicazione dei volumi degli Actes et Documents. Per l’apertura
completa degli archivi – come si è detto più volte – occorre provvedere
all’ordinamento e alla catalogazione di una massa enorme di documenti,
che richiede un tempo tecnico ancora di alcuni anni. Quanto al fatto che
i Decreti sulle virtù eroiche di Papa Giovanni Paolo II e Pio XII siano
stati promulgati nello stesso giorno, ciò non significa un “abbinamento”
delle due Cause da ora in poi."
Che vuol dire? Che senso ha questa giustificazione? Era utile? Era
opportuna?
"Le due Cause sono del tutto indipendenti e seguiranno ciascuna il
proprio iter. Non vi è quindi nessun motivo di ipotizzare un’eventuale
Beatificazione contemporanea. Infine, le disposizioni di grande amicizia
e rispetto del Papa Benedetto XVI verso il popolo ebraico sono state già
testimoniate moltissime volte e trovano nel suo stesso lavoro teologico
una testimonianza inconfutabile. E’ chiaro quindi che la recente firma
del Decreto non va in alcun modo letta come un atto ostile contro il
popolo ebraico e ci si augura che non sia considerata un ostacolo sul
cammino del dialogo fra l’ebraismo e la Chiesa cattolica. Ci si augura
anzi che la prossima visita del Papa alla Sinagoga di Roma sia occasione
per riaffermare e rinsaldare con grande cordialità questi vincoli di
amicizia e di stima."
In conclusione: invece di difendere il Papa e l'autorità pontificia, la
si sminuisce dunque, quasi che il Santo Padre fosse il segretario
firmatario di atti altrui. Invece di ribattere alle ingerenze vergognose
del mondo ebraico negli affari interni della Chiesa Cattolica si viene
loro incontro come agnellini miti ed obbedienti. Invece di difendere la
dignità dei fedeli e della Chiesa tutta dalle accuse in malafede ed
ipocrite dei vari rabbini sbraitanti che si fa? Ci si piega obbedienti
alle loro richieste...
Complimenti!
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