Una “roadmap”
costruita dai leader delle maggiori religioni mondiali che possa
promuovere la sicurezza internazionale e fermare il
fondamentalismo e le violenze interreligiose che ne derivano. È
questo l’obiettivo previsto per l’ultimo giorno dei lavori
del secondo Congresso dei leader delle religioni mondiali che ha
come scopo la promozione dell’armonia e del dialogo
interreligioso.
Il patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo I ha
sottolineato nel corso del suo intervento che “la guerra fra
le religioni fa emergere il lato peggiore di ognuno di noi”.
“Il fanatismo religioso – ha aggiunto - è uno degli aspetti
più spinosi del problema ed è su questo punto che i nostri
sforzi devono convergere, se vogliamo che il mondo cambi in
meglio”.
Il patriarca ha
poi chiesto alle 43 delegazioni presenti – in rappresentanza
delle comunità cristiane, musulmane, ebraiche, buddiste,
taoiste, scintoiste ed indù – di “insegnare il valore del
rispetto e della riconciliazione in ogni sinagoga, moschea
chiesa e tempio del mondo”.
I rappresentanti
religiosi hanno voluto inoltre sottolineare il ruolo dell’educazione
dei giovani, base della tolleranza e contributo fondamentale per
la sicurezza globale.
Koichiro Matsuura,
direttore generale dell’Organizzazione educativa, scientifica
e culturale delle Nazioni Unite, ha poi lodato il Kazakhstan –
la nazione ospitante – e l’ha definita “modello di
coesistenza pacifica”.
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[Fonte: AsiaNews 13 settembre 2006]