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Roma e Canterbury, prove di dialogo ecumenico

I giornali britannici in questi giorni sembrano particolarmente sensibili nei confronti delle questioni legate al dialogo ecumenico tra cattolici e protestanti. Se due giorni fa era stato The Times a riportare con enfasi la notizia che l’arcivescovo di Canterbury e primate anglicano Rowan Williams sarebbe pronto per effettuare una visita al Papa in Vaticano - l’incontro con Benedetto XVI dovrebbe avvenire entro l’anno, nel 40mo anniversario della storica visita di Michael Ramsey, il centesimo arcivescovo di Canterbury, a Paolo VI - è di oggi la notizia pubblicata dal Daily Mirror secondo la quale nel settembre 2007 Papa Ratzinger - come fece Wojtyla nel 1982 - potrebbe attraversare la Manica e visitare i quattro milioni di cattolici residenti in Gran Bretagna. Due notizie, quelle riportate da The Times e Daily Mirror parecchio significative perché testimoniano come oltre Manica qualcosa si stia muovendo e che, in particolare, la freddezza mostrata per anni dalla chiesa anglicana nei confronti di Roma potrebbe subire un improvviso “scongelamento”. 
 
Che il dialogo ecumenico e quindi la ricerca dell’unità tra le chiese cristiane sia una prerogativa del pontificato di Benedetto XVI non è un segreto, ma che a questa ricerca si stia mobilitando anche la Chiesa protestante inglese resta una novità degna di nota. Come testimonia The Times, infatti, interessante è il motivo che starebbe dietro il viaggio di Williams a Roma: sua intenzione sarebbe quella di «sanare la frattura secolare» che da mezzo millennio divide cattolici e protestanti. 
 
Certo, le differenze tra le due chiese rimangono e non sono poco significative (la questione del sacerdozio femminile ammesso dagli anglicani, ad esempio, di fatto divide nettamente Roma da Canterbury e nella strada dell’unità pone i protestanti lontani dai cattolici, indietro rispetto a quanto, ad esempio, non siano cattolici ed ortodossi) ma la decisione di ambo le parti di provare comunque una strada che conduca alla piena comunione rimane un fatto nuovo e quindi significativo i cui sviluppi sono oggi difficilmente prevedibili.
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[Fonte: Il Velino 15 marzo 2006]
 
L'immagine, dono dell'Ordine monastico anglicano di Santa Croce ai monaci Camaldolesi - che sono un importante crocevia per il dialogo ecumenico e interreligioso anche con l'ebraismo e la Chiesa ortodossa - rappresenta S. Gregorio Magno e S. Agostino di Canterbury: le due chiese di Roma e d'Inghilterra che ricevono la benedizione dell'unico Signore.

   
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