L'invito nel giorno in cui la Santa Sede e il Patriarcato hanno
siglato
una nuova dichiarazione comune. Il patriarca: «C'è da entrambe le parti la volontà di proseguire il dialogo. Si spera
di riprendere i lavori della Commissione mista entro l'inizio del prossimo anno»
La strada da percorrere verso l'unità «è ancora molta», dopo «950
anni di scisma e di reciproca privazione». Ma il cammino «è cominciato», e ora occorre procedere «malgrado le
tante difficoltà, passo per passo, tramite il dialogo dell'amore e della verità». Parole impegnative quelle che
ieri mattina, nella solenne cornice pubblica della chiesa di San Teodoro Megalomartire, sono state pronunciate dal
patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Un'affermazione decisa circa la volontà reciproca di cattolici e
ortodossi di proseguire nel «pur difficile» processo verso la piena unità.
A offrire lo spunto al discorso del patriarca è stata la solenne cerimonia della
consegna "in uso liturgico" alla Chiesa ortodossa, per volontà del Papa, dell'antica chiesa romana di San
Teodoro al Palatino. Per la comunità costantinopolitana «un'importante e storica decisione», che le permette di
avere per la prima volta «un degno luogo di culto» in Roma e, allo stesso tempo, un gesto che svolge «un ruolo del
tutto positivo» nel cammino di unità.
Alla presenza del cardinale vicario Camillo Ruini, del cardinale Walter Kasper, presidente del pontificio Consiglio
per la promozione dell'unità dei cristiani, e del cerimoniere pontificio monsignor Pietro Marini, la liturgia,
interamente cantata, si è aperta con la lenta processione accompagnata dai tintinnii delle campanelle, guidata da
Bartolomeo I e dal metropolita d'Italia, Ghennadios. Subito dopo la benedizione con le candele e l'intronazione del
libro del Vangelo dietro l'iconostasi.
«Sicuramente - ha detto Bartolomeo II nel suo discorso - 950 anni di scisma e di reciproca privazione costituiscono
una dolorosa realtà. Però, dopo poco più della metà del passato XX secolo, quegli indimenticabili grandi uomini,
il venerato nostro predecessore patriarca Athenagoras, da una parte, e papa Giovanni XXIII e poi Paolo VI dall'altra,
hanno compiuto i primi generosi e grandi passi dell'amore. Le braccia sono aperte e il dialogo dell'amore ha costruito
relazioni di reciproca comprensione ed è cominciato anche il dialogo teologico della verità. Occidente e Oriente si
guardano ormai faccia a faccia». «Naturalmente - ha quindi proseguito il Patriarca - abbiamo ancora davanti a noi
molta strada prima che il calice sia comune. Aspettiamo, desideriamo, sogniamo e preghiamo per l'unione».
I lavori di restauro della chiesa di San Teodoro, dalla caratteristica pianta circolare, sono durati oltre due anni.
L'edificio sostituirà la chiesa di Sant'Andrea apostolo - cappella dell'ambasciata di Grecia - dove finora la
comunità ha svolto i suoi riti. Nella costruzione adiacente alla chiesa, che ospiterà la comunità ortodossa alla
quale è stata affidata, già da ieri è stata aperta una biblioteca che fungerà da centro spirituale, culturale ed
ecumenico. Prima dell'inizio della celebrazione, a portare al patriarca il saluto del Governo italiano è stato il
sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta.