Al convegno
dell'associazione il teologo Luigi Sartori ha indicato la figura di
Abramo come modello comune ai tre monoteismi, di fede che si
costruisce nel quotidiano Il vescovo Paglia: «Ecumenismo vuol dire
rinnovare i cuori»
Si respira un'atmosfera ricca di impegno
alla 42esima Sessione di formazione ecumenica del Sae - Segretariato
attività ecumeniche - in corso a Chianciano Terme.
Gruppi di lavoro, sessioni plenarie e incontri che si protraggono
anche nel dopocena, per una settimana di confronto sulla fede,
attraverso la visione delle differenti confessioni cristiane ed anche
del mondo ebraico e musulmano , in continuo dialogo tra urgenza
profetica e realtà confessionali.
«Se aveste fede quanto
un granello di senape…» è il titolo della sessione guidata dal
presidente Sae, Mario Gnocchi. Abramo è il protagonista della prima
giornata che ha visto la partecipazione del teologo Luigi Sartori, già
presidente della Associazione teologica italiana e storico animatore
del Sae.
Monsignor Sartori ha
tenuto una relazione sulla fede del grande patriarca «una fede
immersa nella storia che continua». Una fede da sperimentare in
continuazione, da esplorare con una dialettica sempre nuova, per
scoprire il progetto di Dio, in una continua purificazione, che
elimini i ricorrenti pericoli deformanti: la pretesa per sé, uomo,
degli attributi di Dio, assoluto. Con una pericolosità esponenziale
di generare assolutismo, violenza ed odio. La fede di Abramo, quindi
è di per sé ecumenica «non solo perché egli con-crede con gli
altri senza tentare di convertirli, ma perché tutta la Bibbia è la
patria di tutte le fedi e, quindi, chi non ha un orizzonte di apertura
ecumenica non ha la fede biblica».
E nel Nuovo Testamento
è in Maria che Abramo si «rispecchia», Maria che riscopre la fede
cui abbandonarsi come definitiva realizzazione delle promesse per fare
spazio alla libertà di Dio ed al Suo progetto. «L'ecumenismo pone le
Chiese perennemente in movimento - conclude il teologo - le Chiese che
credono si pongono sui limiti della storia e nella sequela di Abramo e
Maria, non per affermare la propria verità, ma per viverla e
confrontarla»
Nel pomeriggio, poi, si è svolta una tavola rotonda sulla fede de i
figli di Abramo. L'appuntamento interreligioso era previsto a tre voci
, ma il contributo dell'Imam di Centocelle, Samir Khaldi, è mancato
in extremis, lasciando ai rappresentanti della comunità ebraica con
Luciano Caro, rabbino capo di Ferrara e cristiana con Daniele Garrone,
decano della Facoltà Teologica Valdese, la responsabilità
dell'incontro. «Nella tradizione ebraica la salvezza non deriva tanto
dalla fede - ha dichiarato Luciano Caro - assolutamente legata alle
azioni del credente e di Dio, quindi per nulla astratta, ma al timore
di Dio e alla consapevolezza del Suo giudizio divino sulle nostre
azioni».
Un invito a non fare un uso ingenuo e romantico della paternità di
Abramo per le tre religioni monoteiste è stato rivolto da Garrone,
che ha sottolineato «il rischio di un suo uso ideologico per
screditare gli altri figli di Abramo o, altrimenti, di una
sottovalutazione delle differenze che renderebbe comunque più
difficile il dialogo».
Il vescovo di Terni - Narni - Amelia, Vincenzo Paglia, presidente
della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo della Cei
ha ricordato nell'omelia della celebrazione eucaristica serale, come
il Sae abbia sorretto lo spirito dell'ecumenismo, fecondandone i
contenuti. «La storia del cristianesimo - ha detto monsignor Paglia -
urlava questa necessità, raccolta dal Concilio Vaticano II»,
un'iniezione di spirito evangelico. «Il dialogo ecumenico - ha
proseguito il presule - non può basarsi su accorgimenti tattici o
nuovi compromessi più avanzati, quanto sul rinnovamento spirituale
dei cuori». Come hanno mostrato testimoni quali Giovanni XXIII, Paolo
VI e Atenagora I, patriarca ortodosso di Costantinopoli, e i martiri
dei totalitarismi del secolo scorso hanno purtroppo confermato.
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Comunione
Chiesa Ortodossa rumena e ruolo delle donne
"Sofferenza
spirituale per l'impossibilità di condividere la comunione
eucaristica" è stata espressa questa mattina da Siluan Span,
vescovo vicario della Chiesa ortodossa romena, Egli ha rimarcato che
"la pienezza della comunione per tutti i cristiani è una sfida
per la presente generazione del movimento ecumenico". Un tema
affrontato ieri sera è stato quello del ruolo delle donne nelle
confessioni cristiane e nelle religioni. "A partire dal Concilio
Vaticano II - aveva osservato la teologa cattolica Serena Noceti - le
donne hanno conosciuto una maggiore partecipazione nelle attività
pastorali e nei movimenti. Permangono comunque delle difficoltà, in
particolare per l'accesso al ministero ordinato" che, ha
aggiunto, "è desiderio di servizio alla Chiesa". Per
Cristina Arcidiacono, segretaria della Federazione giovanile
evangelica (Fgei)"con il ministero femminile, che nelle chiese
protestanti italiane è iniziato nel 1963, le donne hanno dimostrato
di poter dare un apporto positivo". A sua volta Nibras Breigheche,
responsabile della sezione di Trento dei giovani musulmani d'Italia (Gmi),
ha sottolineato che all'interno dell'associazione "le donne
costituiscono la metà dei componenti del direttivo e oltre la metà
dei soci".
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Il programma
Stasera la riflessione di Maria Vingiani sul Vaticano
II
La 42ª Settimana di formazione
ecumenica del Sae vive oggi la sua terza giornata. Dopo la Divina
liturgia ortodossa presieduta da Siluan Span, vescovo vicario della
Chiesa ortodossa romena di Gavedo (Ms), seguiranno i lavori di gruppo.
I convegnisti si divideranno in 12 piccole riunioni ciascuna delle
quali farà riferimento, secondo angolazioni differenti, al tema guida
della sessione: «Se aveste fede quanto un granello di senape..».
Ciascun gruppo è affidato a un responsabile, coadiuvato da consulenti
di diversa confessione. Sempre oggi, nel pomeriggio si parlerà de «La
fede della comunità» con gli interventi del teologo cattolico
Severino Dianich e della pastora luterana Almut Kramm. La giornata si
concluderà con l'intervento di Maria Vingiani, fondatrice e presidente
emertito del Segretariato attività ecumeniche che parlerà sul tema :
«A quarant'anni dal Concilio: esperienza e testimonianza».