Scalfari: sette ragioni per dire "no" alla Turchia in Europa
Eugenio Scalfari

In vista del Consiglio europeo sulla Turchia, il 16 e il 17 dicembre a Bruxelles, Francia e Austria stanno premendo sulla presidenza olandese dell’Unione affinché ponga condizioni all’apertura del negoziato con la Turchia e affinché ne aggiunga di ulteriori nella sua conduzione. Italia e Inghilterra alle quali si è aggiunta anche la Germania hanno chiesto che i negoziati si aprano presto e "chiaramente con lo scopo dell’adesione". Pubblichiamo il pensiero di Eugenio Scalfari, fondatore di"Repubblica"


Entrata o adesione no della Turchia nella Comunità europea?

Sono tra quelli decisamente contrari all'ingresso della Turchia nell'Unione europea e concordo su quanto ha lucidamente scritto pochi giorni fa su Repubblica l'ambasciatore Salleo che ha lunga esperienza sull'argomento. Le motivazioni a sostegno di questa mia tesi sono le seguenti.

1. La Turchia è geograficamente fuori dell'Europa, salvo la sottile striscia dl terra al di qua del Bosforo. Un allargamento dell'Europa al di là dei confini del continente creerebbe un precedente per ulteriori sconfinamenti nei vicino Oriente e nel Maghreb, dal Libano a Israele, Egitto e a tutta la sponda del Mediterraneo. Associare questi Paesi con trattati di collaborazione economica e altre forme di amichevole alleanza può essere un utile obiettivo; promuoverne l'ingresso a pieno titolo nell'Unione avrebbe invece la conseguenza di annacquarne definitivamente i caratteri originali e trasformarli in una zona di libero scambio anziché in un vero e proprio soggetto politico.

2. La Turchia confina con l'Iraq, l'Iran, la Siria, l'Armenia. Ha rilevanti interessi in tutta la zona caucasica. È alle prese da tempo con la questione curda. Porta con sé insomma molti e molto gravi problemi che diventerebbero di pertinenza di tutta l'Europa, ivi compresi quelli del terrorismo curdo e dell'instabilità delle repubbliche ex sovietiche di religione musulmana.

3. Quel paese è in fase di forte crescita demografica. Alla fine del prossimo decennio conterà cento milioni di abitanti. Sarebbe, dal punto di vista demografico, il paese più popolato dell'UE, con immediate ripercussioni sulla composizione del Parlamento europeo e di tutti gli organi dell'Unione. La Germania, che conta attualmente 96 seggi nel Parlamento di Strasburgo e che è il maggior finanziatore del bilancio comunitario, non accetterà mai l'ingresso della Turchia che destabilizzerebbe il già difficile equilibrio raggiunto all'interno dei vari organi dell'Unione.

4. Quella della Turchia è una storia di guerre e di invasioni dell'Europa e se ne vedono ancora ampie tracce nei Balcani.

5. Dal punto di vista economico si tratta d'un paese molto povero. Tutto il sistema dei contributi europei alle regioni depresse e all'agricoltura salterebbe, con conseguenze assai gravi per il nostro Mezzogiorno, per i Paesi dell'Est europeo da poco entrati nell'Unione, della Grecia, della Spagna e della Francia.

6. La Turchia è un paese islamico. Per certi aspetti questo può essere un aspetto positivo per l'Europa, ma per altri aspetti rappresenta invece un elemento fortemente negativo. Il costume oltreché la religione sono in contraddizione con i valori e il costume dell'Europa.

7. Infine, l'ingresso della Turchia è fortemente voluto dagli Usa, dalla Gran Bretagna e dall'Italia berlusconiana. Dagli Usa soprattutto, che avrebbero a quel punto un paese strettamente alleato e pronto a seguire le indicazioni della Casa Bianca dentro agli organi dirigenti dell'Unione europea.

Come si vede c'è abbondanza di argomenti per opporsi all'ingresso della Turchia nell'Unione europea.
 

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