«Del silenzio di Dio
risuona oggi la creazione»
Ermes Ronchi su
Avvenire 7 aprile 2006
Il mistero del Sabato Santo
Il grande sabato: giorno delle
donne, che raccolte nei loro veli, in segreto preparano aromi. Giorno
della madre, addolorata, forte, fedele, vergine del silenzio e di
misteriosa pace. Giorno della fede contro ogni evidenza, in cui si
spera contro ogni speranza. No, credere a Pasqua/ non è giusta fede:/
troppo bello sei/ a Pasqua./ Fede vera è/ al grande venerdì/ quando
Tu/ non c'eri lassù/ e non un'eco/ risponde all'alto grido (D. M.
Turoldo).
Del silenzio di Dio risuona oggi la creazione. Nel silenzio del
sepolcro tace la voce di Dio diventata volto in Cristo, tace il volto
sotto il sudario, il volto diventato terra dell'Eden, polvere avanti
di ricevere il soffio di vita, volto da cui è tratto ogni volto, ogni
Adamo anonimo e innumerevole. Cristo è più Adamo di Adamo. Il volto
bello del Tabor (Luca 9,33 ), il volto duro (Luca 9,51), incamminato
verso Gerusalemme, ora è incamminato verso gli inferi. Le icone
orientali mostrano Gesù che scende nello sheol, ne abbatte le porte,
raggiunge Adamo, lo solleva, lo prende per il polso (dove si misura la
vita) e lo trascina con sé. E dietro Adamo si avvia l'immensa
carovana, l'immenso pellegrinaggio dell'umanità verso la vita. Cristo
è più Adamo di Adamo: discende là dove ogni uomo attende e mostra che
alla radice di tutte le cose non c'è la morte, ma la vita.
E fuori del sepolcro è primavera. Gli inferi indicano anche le
profondità dell'uomo, il nucleo essenziale, misterioso e originario in
ogni creatura. Terra profonda delle mie radici è Cristo, e so di
poterlo incontrare in tutto ciò che di più umano io vivo, là dove sono
me stesso, dove l'uomo è uomo, Cristo è presente. Allora tutto ciò che
l'uomo compie con tutto il cuore, con tutto se stesso, in libertà e
perfino in dolce follia, lo avvicinerà all'assoluto di Dio. Perché Dio
è assente soltanto là dove è assente il cuore. «È il divino traspare
proprio dal fondo dell'essere» (Teilhard de Chardin). Gli inferi
indicano anche il fondo oscuro della materia. Lì Cristo è disceso per
darle energia e spinta ascensionale verso più luminosa vita. Cristo,
seminato nei solchi del mondo, diramato dentro le arterie del cosmo,
inonda di vita perfino le vie della morte.
Se io comincio a pensare che nelle profondità della materia e della
mia carne, che nelle parti oscure del mio essere, nelle mie zone di
durezza e di dissonanza, è disceso Cristo per illuminarmi, per
trasfigurarmi, per risuscitare l'immagine divina in me, allora anch'io
posso dire di essere nella Pasqua «luce da luce». In me e in ciascuno
di voi, nel santo e nel peccatore, nel ricco e nell'ultimo immigrato,
nella vittima e perfino nel carnefice, nel torturato e nel
torturatore, c'è il Cristo risorgente. Cristo non solo è risorto una
volta per tutte, ma è il Risorgente per l'eternità, colui che dal
fondo del mio essere, dal fondo di ogni uomo, dal fondo della storia,
è energia che ascende, vita che germina, masso che rotola
dall'imboccatura del cuore. E ne usciamo pronti alla primavera di vita
nuova, trascinati in alto dal Cristo risorgente. Gli inferi indicano
anche i sotterranei del futuro, dove la vita è fatta di germogli, che
solo domani o dopodomani daranno frutti maturi, e io chiamato a
custodire germogli, là dove il fiume comincia con la prima goccia
d'acqua, la primavera con il primo fiore, l'amore con il primo
sguardo, chiamato a vegliare il futuro oltre ogni segnale di morte.
Oggi è il giorno della profezia in cui - come i profeti, come Abramo,
come Mosè, come Maria - si ama la Parola di Dio più ancora della sua
realizzazione, in cui la nuda Parola respira, più vera ancora della
sua realizzazione.
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