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Consuntivo del
viaggio del Papa a Valencia
Un discorso sereno, aperto,
fiducioso: il Papa gioca a tutto campo. Le giornate di Valencia hanno ribadito
che le ragioni dell’avvenire, del futuro, del progresso non sono nell’intemperanza
laicista di chi ha preteso di cancellare con un tratto di norma giuridica la
realtà del matrimonio come unione di un uomo e di una donna, ma nella realtà
che ancora una volta Benedetto XVI ha rilanciato con la forza dell’ispirazione
cristiana. Il premier spagnolo ha pensato bene di non farsi vedere di fronte
alle centinaia di migliaia di persone accorse al V incontro mondiale delle
famiglie: avrebbe potuto toccare con mano la serena determinazione del Papa e
dei cattolici, avrebbe ascoltato parole chiare e aperte, un appello alla realtà
delle cose, più forte delle lenti ideologiche. “Nessun uomo si è dato
l'essere a sé stesso né ha acquisito da solo le conoscenze elementari della
vita. Tutti abbiamo ricevuto da altri la vita e le verità basilari di essa, e
siamo chiamati a raggiungere la perfezione in relazione e comunione amorosa con
gli altri. La famiglia, fondata nel matrimonio indissolubile tra un uomo e una
donna, esprime questa dimensione relazionale, filiale e comunitaria, ed è
l'ambito dove l'uomo può nascere con dignità, crescere e svilupparsi in modo
integrale”. Ne consegue la constatazione che si tratta di “un'istituzione
insostituibile” non solo secondo i piani di Dio, ma anche nell’economia
della società.
C’è sempre la preoccupazione
del Papa di non fare discorsi confessionali, ma di richiamare tutti a una comune
razionalità. Insomma: i legislatori non hanno la disponibilità della famiglia
come patrimonio dell’umanità, devono invece intervenire per promuoverla e
difenderla: “La famiglia è un bene necessario per i popoli, un fondamento
indispensabile per la società e un grande tesoro degli sposi durante tutta la
loro vita”.
Infine, direttamente alle
famiglie italiane: “In ogni parte del mondo – ha costatato il Papa all’Angelus
- gli italiani sono stati sempre stimati per il loro forte legame alla famiglia
e ai suoi valori. Auspico che questo patrimonio spirituale, morale e sociale,
costantemente rinnovato alla luce della Parola di Dio e degli insegnamenti della
Chiesa, possa essere difeso anche di fronte alle sfide dell'epoca attuale”.
Provare per credere: a chi vanno
le dediche dei campioni del mondo, nella splendida e indimenticabile notte di
Berlino, dopo un mese tiratissimo, pieno di troppi profeti di sventura? È forse
proprio questa la migliore parabola di una modernità che per andare avanti ha
bisogno di ritrovare costantemente le proprie radici, la propria identità, la
realtà della vita, per fortuna tanto più forte di ideologismi vecchi e nuovi.
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[Fonte: SIR 10 luglio 2006]
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