Attivare la coscienza
critica. Il codice delle corbellerie
Giuseppe Savagnone
Può un pessimo libro
produrre effetti inaspettatamente positivi? È la domanda che ci si
pone oggi, assistendo al rifiorire, sull'onda del singolare successo
del Codice Da Vinci, dell'interesse per problemi da tempo caduti nel
dimenticatoio, come l'autenticità e la storicità dei vangeli.
Che il libro di Dan Brown sia pessimo, anche dal punto di
vista letterario, lo dicono critici e commentatori di comprovata
«laicità», a prescindere da ogni preoccupazione di ordine religioso.
A rendere poi peggiore la situazione è il fatto che l'opera mescola in
modo così confuso realtà e fantasia - un eufemismo per non dire
«verità e menzogna» - da dare una vernice di verosimiglianza a ogni
genere di corbellerie storiche. È accaduto, così, che molti lettori
rimanessero colpiti dalle perentorie affermazioni pseudo-scientifiche
messe in bocca a questo o a quel personaggio.
Ad uso di questi lettori ricordiamo alcuni dati.
In primo luogo, non è vero che, nel
325, con il concilio di Nicea, «Costantino commissionò e finanziò una
nuova Bibbia», mentre «i vecchi vangeli vennero messi al bando,
sequestrati, bruciati». Tutti gli studiosi seri - molti dei quali non
credenti e magari anche estremamente critici nei confronti del
cristianesimo - riconoscono che i vangeli che possediamo sono stati
scritti pochi decenni dopo la morte di Gesù e all'incirca 250 anni
prima di Costantino.
Non è vero, inoltre, che i vangeli
apocrifi e in particolare i testi gnostici siano più attendibili dei
vangeli canonici. Scrive E. P. Sanders, uno storico assolutamente
«laico», che su molti punti è in forte contrasto con la lettura
cristiana delle fonti: «Condivido l'opinione prevalente fra gli
studiosi secondo cui poco, ben poco dei vangeli apocrifi potrebbe
risalire in qualche modo ai tempi di Gesù. Essi sono leggendari e
mitologici». E conclude: «È ai quattro vangeli canonici che dobbiamo
rivolgerci per trovare tracce del Gesù storico». E in questi vangeli
non c'è traccia del primato affidato da Cristo alla Maddalena, né del
fatto che quest'ultima fosse «di famiglia reale», e meno che mai del
matrimonio fra loro, fatto, secondo Brown, per stringere un'alleanza tra
due casate principesche e prendere il potere in Israele.
Quanto, poi, al fatto che la Maddalena
abbia avuto una figlia da Gesù e che l'abbia portata in Francia, dove
ella avrebbe dato origine alla dinastia dei Merovingi, siamo davanti a
una di quelle fantasie su cui si può solo ridere di cuore. Allo stesso
modo si è costretti a ridere, come hanno fatto tutti gli storici del
Medio evo, di fronte alla tesi che le crociate furono fatte per
distruggere le prove della discendenza di Gesù.
Cosa può venire di buono da un testo
che dice sciocchezze simili? E qui viene la sorpresa. Per taluni la
lettura del Codice Da Vinci ha costituito la prima occasione per
interrogarsi su un insieme di affermazioni tradizionali rese ormai
praticamente invisibili dall'abitudine. Persone che non si erano prima
minimamente interessate al fatto religioso, e in particolare ai vangeli,
hanno cominciato a porsi delle domande e a cercare risposte leggendo o
informandosi.
Diciamolo pure: piuttosto che i
segreti del Graal, il Codice Da Vinci ha messo in luce un abisso di
ignoranza anzitutto nel grande pubblico. È venuto fuori un deficit di
informazione, ma anche di formazione intellettuale, che infatti invoca
interventi urgenti per essere almeno in parte colmato.
Come credenti poi siamo finalmente costretti a renderci conto che una
fede senza consapevolezza critica rischia di tradursi in una prassi
sonnolenta, facilmente vulnerabile da provocazioni anche superficiali
come questa. Ma proprio per questo si aprono adesso prospettive di un
approccio più critico alla tradizione cristiana, superando la
tentazione di dare tutto per scontato. E allora ben venga pure una sfida
vigliacca come quella di Dan Brown, anche se sarà intelligente
preoccuparsi di non incrementare il business a cui inesorabilmente
puntano autore e produttori. Quanto al mondo cattolico è importante che
non faccia finta di niente né si rinchiuda nella propria malinconia, ma
sappia interpretare il senso di difesa come uno stimolo al dissenso
intelligente ed efficace per ritrovare la propria creatività e
riscoprire, come ha auspicato il cardinale Ruini, «il fascino della
verità».
Dio, dice un antico proverbio, può
scrivere dritto sulle righe storte.
LA CHIESA DI FRONTE AL “CODICE DA VINCI”
■ Dalla sua pubblicazione, nella primavera del 2003, il romanzo “Il
Codice Da Vinci”, di Dan Brown, ha venduto 40 milioni di esemplari: lo
si può considerare il “best-seller del decennio”.
■ Il film basato sul romanzo sarà presentato al festival di Cannes
il prossimo 17 maggio, e verrà proiettato simultaneamente per la prima
volta sui maxi schermi dei cinema di tutto il mondo il venerdì 19 maggio.
■ Secondo “Newsweek”, questa superproduzione di Hollywood,
diretta da Ron Howard e con attori di prima fila (Tom Hanks, Jean Reno,
Audrey Tautou, Alfred Molina, Ian McKellen, etc.), sarà il grande evento
del 2006. Si stima che 800 milioni di persone andranno a vedere il film.
L’argomento de “Il Codice Da Vinci”:
■ Gesù ha sposato Maria Maddalena ed ha avuto diversi figli. La sua
discendenza è il vero Santo Graal (sangue di re = sang reale = Santo
Graal)
■ Cristo ha affidato la Chiesa a Maria Maddalena, ma gli apostoli
hanno tramato contro di lei, tanto da costringerla a scappare in Francia.
D’allora il clandestino “Priorato di Sion” protegge la discendenza
di Cristo dagli attacchi della Chiesa Cattolica, e trasmette i suoi
segreti in codici occulti. Per esempio, nell’ “Ultima Cena” di
Leonardo Da Vinci, la figura insieme a Cristo non è quella dell’apostolo
Giovanni, bensì di Maria Maddalena.
■ Il romanzo incomincia quando una commissione di cardinali fa
pressione sul prelato dell’ Opus Dei affinché uno dei suoi membri,
assassino di professione, uccida gli ultimi discendenti viventi di Cristo.
Le idee di fondo de “Il Codice Da Vinci” sono:
■ Gesù non pensava di essere Dio e nemmeno i suoi discepoli lo
consideravano divino. La credenza nella divinità di Gesù Cristo fu
imposta dall’imperatore Costantino nel Concilio di Nicea del 325.
■ Gesù e Maria Maddalena rappresentavano la dualità maschile -
femminile (come Marte e Atena, Iside e Osiride); i primi seguaci di Gesù
adoravano “il sacro femminile”, ma dopo fu eliminato, e la Chiesa
divenne misogina.
■ La Chiesa si fonda su una grande bugia: Cristo era un uomo normale
e di tutti i giorni. Per nascondere la verità, essa ha distrutto
documenti, ha assassinato milioni di streghe ed eretici, ha manipolato le
Scritture.
Questo romanzo presenta due problemi:
■ Si tratta di un’opera di finzione, nella quale tutti i
personaggi della Chiesa sono rappresentati in modo odioso;
■ L’autore afferma nella presentazione del libro: “Tutte le
descrizioni di opere d’arte, architettura, documenti e rituali segreti
contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà”. Tuttavia, l’opera
contiene innumerevoli errori: d’arte, di storia, di religione e di
cultura
Il film aggraverà ancora la situazione:
■ perché queste falsità giungeranno a moltissime persone (800
milioni, e ancora di più qualora concorresse per i premi Oscar)
■ perché le immagini sono più potenti delle parole, e lasciano un’orma
più profonda.
■ perché i film arrivano alle folle, pure a coloro dotati di scarsa
formazione e mancanti di risorse critiche per distinguere tra finzione e
realtà.
■ perché sarà usata dai nemici della Chiesa per lanciare altre
accuse e attacchi su temi che non riguardano per nulla il libro.
COSA SI PUÒ FARE DI FRONTE A QUESTA SITUAZIONE?
Approfittare dell’opportunità per parlare di Gesù Cristo e della
Chiesa:
■ Molti cattolici ben formati e praticanti si sentiranno offesi:
occorre saper incanalare la loro reazione in modo sereno e costruttivo;
■ Molti più cattolici avranno dei dubbi riguardo al fatto se quel
che dice il libro è vero o no: bisognerà intensificare la catechesi, e
trattare alcuni temi (richiesti o meno);
■ Tante altre persone finora indifferenti proverranno la curiosità
di sapere di più riguardo alla fede: sarà necessario essere preparati
per soddisfare il loro interesse con una evangelizzazione attraente.
■ Può essere una buona occasione di lavorare insieme ad altri
credenti: con gli ortodossi e protestanti, perché il libro e il film
offendono tutti i cristiani; con gli ebrei e musulmani (perché è una
nuova manifestazione d’intolleranza contro coloro che hanno una visione
religiosa del mondo); e con gli intellettuali non credenti, che si sentono
offesi dai numerosi errori storici, artistici, culturali, etc., messi in
scena per guadagnare soldi.
■ Si può approfittare per spingere i cattolici di una certa
posizione (intellettuali, giornalisti, imprenditori, etc.) a muoversi
maggiormente e a vivere la loro fede con più responsabilità.
v. anche:
Gnostici di ritorno
Il
"Codice da Vinci", ma la storia è un'altra cosa
Cristo
portatore di acqua viva, una riflessione cristiana sulla new age
Vivere per comunicare o comunicare
per vivere? Cap.VIII
"Salvezza
in Cristo e dialogo interreligioso"
Inghilterra: la Chiesa e il “Codice
da Vinci”
Una web page interamente
dedicata alla figura di Maria Maddalena e rivolta ai fans di "Il
Codice da Vinci" di Dan Brown. È
una
iniziativa "senza precedenti" realizzata dalla Conferenza
episcopale inglese per rispondere alle domande ed inviare informazioni
sul cattolicesimo. La pagina web si apre sul sito
www.life4seekers.co.uk/ ed è accessibile dal 22 luglio, giorno in cui
si celebra santa Maria Maddalena, al centro del racconto di Dan Brown.
"Ciò che vogliamo – spiega il direttore dell'ufficio
informazioni della Conferenza episcopale che cura il sito, mons. Keith
Barltrop – è utilizzare questo meraviglioso giorno di festa per dare
ai fans del romanzo la possibilità di scoprire chi era realmente Maria
Maddalena". Nella pagina web si può trovare una vasta gamma di
notizie sulla santa: biografie, immagini, articoli, preghiere,
riferimenti biblici e altri link. Alla fine un invito a "leggere la
Bibbia, i Padri della Chiesa e il Catechismo invece di un falso come è
'Il Codice da Vinci'".
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