Il Dicastero per le
Comunicazioni Sociali invoca una reazione comune alla pornografia
Monsignor Foley constata
“l’allarmante diffusione di una pratica tanto degradante”
La “minaccia” della
pornografia e la vulnerabilità dei bambini di fronte al fenomeno richiedono
una risposta di condanna e devono essere affrontate con un dialogo continuo
con il mondo della comunicazione, del cinema, delle autorità e del pubblico,
ha affermato questo giovedì il Presidente del Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni Sociali.
Durante la presentazione a Roma del IV rapporto sulla pornografia in Italia
– realizzato da “Eurispes” con il patrocinio del Dicastero –,
l’Arcivescovo John Patrick Foley ha ricordato le grandi possibilità
informative offerte dal rapido sviluppo del mondo della comunicazione, che
tuttavia è anche veicolo per “creare nuovi modelli di comportamento, non
sempre edificanti per la dignità della persona umana”.
Il rapporto evidenzia la continua crescita del “mercato” della
pornografia, sia nei negozi che a livello di pubblicazioni, anche se la
televisione a pagamento, l’home video e le trasmissioni “on line”
registrano i più alti livelli di fatturazione. I video-telefoni cellulari
stanno poi conquistando sempre più fette di mercato.
Due terzi dei ragazzi del Paese – tra i 15 e i 18 anni – accedono a
materiale pornografico stampato o “on line”, ha rivelato il
rapporto, che ha anche lanciato l’allarme sulla quantità di minori (anche
giovanissimi) che compaiono sui siti Internet pornografici.
“È da sperare che quest’ultimo studio dell'Eurispes possa contribuire a
formare cittadini responsabili non solo per vivere in un struttura
comunicativa legale che protegga i giovani, ma anche per esercitare
quell’autocontrollo e maturo giudizio che potrà privare i pornografi del
loro mercato”, ha affermato il prelato, secondo quanto raccolto dal servizio
di informazione “Sir” dell’episcopato italiano.
Secondo Foley, “Eurispes” ha offerto “un notevole contributo affinché
venga fatta luce sull’allarmante diffusione di una pratica così degradante,
ma purtroppo considerata redditizia, come la pornografia”.
“In questo contesto più vulnerabili sono i bambini, i giovani, che passano
molte ore davanti alla televisione, che navigano in Internet”, ha avvertito
nel suo intervento, come ha reso noto il dicastero a ZENIT.
Per questo motivo è necessario “che esista una vera pedagogia in tal senso,
da parte della famiglia, della scuola e della società, facendo richiamo alle
responsabilità personali dei professionisti che operano nel campo delle
comunicazioni, stabilendo precisi codici etici, ispirati al rispetto della
dignità umana, del bene comune e finalizzati allo sviluppo della persona
umana”.
“La pornografia infatti perverte i rapporti umani, si basa sullo
sfruttamento delle persone, crea atteggiamenti antisociali, annulla il senso
morale e non può portare a relazioni mature, poiché si basa sull’egoismo e
crea una vera e propria dipendenza”, ha ricordato monsignor Foley.
“Di fronte ad una tale minaccia per una sana formazione della persona
umana”, il prelato ritiene che tutti siano chiamati a reagire.
Ciò non dev’essere fatto, però, “con un atteggiamento che sia solo di
censura e condanna”, ma bisogna “rispondere al problema instaurando un
dialogo continuo con il mondo della comunicazione, con le industrie
cinematografiche che determinano la diffusione di atteggiamenti e mode, con le
autorità statali, e soprattutto con il pubblico, affinché sappia discernere
e scegliere”.
Di fronte alla diffusione della pornografia, il Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni Sociali ha pubblicato già nel 1989 il documento “Pornografia
e violenza nei mezzi di comunicazione: una risposta pastorale”.
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[Fonte:Zenit.org 23 maggio 2005]