Nel quarto anno del suo pontificato, evento
senza precedenti, il Papa è in Gran Bretagna per incontrare il primate
anglicano Robert Runcie. È il 29 maggio del 1982 quando Giovanni
Paolo II e l’arcivescovo di Canterbury firmano una dichiarazione
comune.
1. Nella Chiesa Cattedrale di Cristo a
Canterbury il Papa e l’Arcivescovo di Canterbury si sono incontrati
alla vigilia della Pentecoste per ringraziare Dio del progresso
compiuto nell’opera di riconciliazione tra le nostre Comunioni.
Insieme ai rappresentanti delle altre Chiese e comunità cristiane
abbiamo ascoltato la Parola di Dio; insieme abbiamo ricordato il
nostro battesimo e rinnovato le promesse fatte allora; insieme abbiamo
riconosciuto la testimonianza di coloro la cui fede li aveva portati
fino al punto di rinunciare al prezioso dono della stessa vita al
servizio di altri, in tempi antichi e moderni.
2. Il vincolo del
nostro comune battesimo in Cristo ha portato i nostri predecessori a
dare inizio ad un dialogo approfondito tra le nostre Chiese, un
dialogo basato sui Vangeli e sulle antiche tradizioni comuni, un
dialogo che ha per scopo l’unità per la quale Cristo così pregava
rivolto a suo Padre: “Perché il mondo sappia che mi tu hai mandato
/ e li hai amati come hai amato me” (Gv 17, 23).
Nel 1966 i nostri
predecessori Papa Paolo VI e l’Arcivescovo Michael Ramsey fecero una
Dichiarazione Comune nella quale annunciarono la loro intenzione di
aprire un serio dialogo tra la Chiesa Cattolica Romana e la Comunione
Anglicana che avrebbe compreso “non solo argomenti teologici come la
Scrittura, la Tradizione e la Liturgia, ma anche argomenti di
difficoltà pratica per ambedue le parti” (Declaratio Communis,
par. 6). Dopo che questo dialogo ha già prodotto tre rapporti
sull’Eucaristia, il Ministero e l’Ordinazione, e sull’Autorità
della Chiesa, in una Dichiarazione Comune del 1977 il Papa Paolo VI e
l’Arcivescovo Donald Coggan ebbero occasione di incoraggiare un
completamento del dialogo su questi tre importanti argomenti, affinché
le conclusioni della Commissione fossero considerate dalle Autorità
rispettive attraverso procedimenti adeguati ad ognuna delle Comunioni.
La Commissione Internazionale Anglicana-Cattolica Romana ha ora
completato il compito affidatole con la pubblicazione del suo Rapporto
Finale, e poiché le nostre due Comunioni procedono nello studio
necessario, ci uniamo anche noi con il ringraziare i membri della
Commissione per la loro dedizione, istruzione ed integrità in un
lavoro lungo ed impegnativo intrapreso per amore di Cristo e per
l’unità della sua Chiesa.
3. Il completamento del
lavoro di questa Commissione ci invita a considerare la prossima fase
del nostro pellegrinaggio comune nella fede e nella speranza verso
l’unità che tanto auspichiamo. Siamo d’accordo che è l’ora di
formare una nuova Commissione Internazionale. Il suo compito sarà
quello di continuare il lavoro già cominciato; di esaminare,
specialmente alla luce delle nostre rispettive opinioni sul Rapporto
Finale, le principali differenze dottrinali che ancora ci separano, in
vista della loro eventuale risoluzione; di studiare tutto ciò che
ostacola il reciproco riconoscimento dei ministeri delle nostre
Comunioni; e di consigliare quali passi seguire quando, in base alla
nostra unità nella fede, riusciremo a procedere verso il ritorno ad
una comunione completa. Ci rendiamo perfettamente conto che il compito
di questa nuova Commissione non sarà facile, ma ci incoraggia la
fiducia che abbiamo nella grazia di Dio e i risultati del potere di
questa grazia che abbiamo potuto notare nel movimento ecumenico del
nostro tempo.
4. Mentre continua
questa necessaria opera di chiarimento teologico, essa deve essere
accompagnata dal lavoro zelante e dalla fervente preghiera dei
Cattolici Romani e degli Anglicani di tutto il mondo, poiché essi
desiderano crescere nella reciproca comprensione, nell’amore
fraterno e nella comune testimonianza del Vangelo. Ancora una volta
dunque ci rivolgiamo ai Vescovi, al clero e ai fedeli delle nostre due
Comunioni in ogni paese, diocesi e parrocchia in cui i nostri fedeli
vivono a fianco a fianco. Raccomandiamo a tutti di pregare per questa
opera e di fare del loro meglio per ottenerne maggiori risultati con
la loro collaborazione verso una crescente fedeltà a Cristo e
testimonianza di lui al mondo intero. Soltanto con una tale
collaborazione e preghiera potrà essere cancellato il ricordo delle
passate inimicizie e potrà aver fine il nostro antagonismo.
5. Il nostro scopo non
è solo limitato all’unificazione delle nostre due Comunioni,
escludendo gli altri Cristiani, ma piuttosto si estende al compimento
della volontà di Dio che consiste nella unità visibile di tutto il
suo popolo. Nel presente dialogo, e in quelli che si svolgono tra
altri Cristiani tra di loro e con noi, noi riconosciamo, negli accordi
che potremo raggiungere e nelle difficoltà che incontreremo, una
nuova sfida ad abbandonarci completamente alla verità del Vangelo.
Siamo quindi felici di fare oggi questa Dichiarazione alla gradita
presenza di tanti fratelli cristiani le cui Chiese e Comunità sono già
unite a noi nella preghiera e nel lavoro per l’unità di tutti.
6. Insieme a loro
desideriamo servire la causa della pace, della libertà e della dignità
umana, affinché Dio sia glorificato da parte di tutte le sue
creature. Insieme a loro salutiamo nel nome di Dio tutti gli uomini di
buona volontà, sia quelli che credono in lui, che quelli che ne sono
ancora alla ricerca.
7. Questo luogo santo
ci ricorda la visione del Papa Gregorio che mandò sant’Agostino
apostolo in Inghilterra, zelante nel predicare il Vangelo e nel far da
pastore al suo gregge. Durante questa vigilia di Pentecoste, ci
rivolgiamo di nuovo in preghiera a Gesù, il Buon Pastore, che aveva
promesso di chiedere al Padre di mandarci un altro Avvocato che
sarebbe con noi per sempre, lo Spirito della verità (cf. Gv
14, 16), affinché ci conduca verso la completa unità alla quale
siamo stati chiamati. Fiduciosi nel potere di questo stesso Spirito
Santo, ci impegnamo nuovamente a lavorare per l’unità con fede
ferma, rinnovata speranza e amore sempre più profondo.
29 maggio 1982