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MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ KIRILL I, PATRIARCA DI MOSCA
E DI TUTTE LE RUSSIE
Santità, amato fratello in Cristo,
Eminenze e Eccellenze Reverendissime,
cari fratelli e sorelle,
Signore e Signori,
Saluto di cuore la Santità Vostra e tutti i partecipanti al concerto di musica
sacra russa, organizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità
dei cristiani, dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Dipartimento per le
relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Per la prima volta nella storia, tre gruppi musicali d’eccezione – l’Orchestra
Nazionale Russa, il Coro Sinodale di Mosca e la Cappella di Corni di San
Pietroburgo – si riuniscono oggi nella Sala Paolo VI in Vaticano per eseguire le
opere di grandi compositori russi. Nella sala sono presenti il Capo della Chiesa
Cattolica, rappresentanti dell’episcopato e del clero, monaci e monache, laici.
Tutto questo fa del momento che vivete un evento di grande importanza nella
storia degli scambi culturali tra le nostre Chiese.
La musica è un linguaggio particolare che ci dà la possibilità di comunicare con
i nostri cuori. La musica è in grado di trasmettere sentimenti dell’animo umano
e stati spirituali che le parole non riescono a descrivere.
Per capire un popolo, bisogna ascoltarne la musica. E ciò si riferisce non
soltanto alla musica liturgica ortodossa di cui oggi saranno eseguite alcuni
delle migliori realizzazioni, ma anche alle opere dei compositori russi scritte
per le sale di concerto. Negli anni delle persecuzioni per la Chiesa e del
dominio dell’ateismo di Stato, quando la maggioranza della popolazione non aveva
accesso alla musica sacra, queste opere, assieme ai capolavori della letteratura
russa e delle arti figurative, hanno contribuito a portare l’annuncio
evangelico, proponendo al mondo laico ideali di grande levatura morale e
spirituale.
"Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con arpa e cetra, lodatelo con timpani
e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti" (Sal. 150, 3-4). Queste parole del
Salmo, che risuoneranno anche oggi nella vostra Sala, ci fanno vedere che la
musica può essere imbevuta dello spirito di preghiera e di contemplazione di
Dio. Anche una musica laica per il suo genere può essere portatrice di un
contenuto spirituale.
Auguro il sostegno di Dio alla Santità Vostra e a tutti gli ospiti e i
partecipanti al concerto.
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Lodate il nome del Signore,
lodatelo, servi del Signore.
Lodate il Signore: il Signore è buono;
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
Signore, il tuo nome è per sempre;
Signore, il tuo ricordo per ogni generazione. Alleluia.
Venerabili Fratelli,
Illustri Signori e Signore,
Cari fratelli e sorelle,
abbiamo ascoltato poc’anzi, in una sublime melodia, le parole del Salmo 135,
che ben interpretano i nostri sentimenti di lode e di gratitudine al Signore,
come anche la nostra intensa gioia interiore per questo momento di incontro e di
amicizia con i cari Fratelli del Patriarcato di Mosca. In occasione del mio
compleanno e del V anniversario della mia elezione a Successore di Pietro, Sua
Santità Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, ha voluto offrirmi,
insieme alle graditissime parole del Suo Messaggio, questo straordinario momento
musicale, presentato dal Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del
Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, nonché autore
della Sinfonia appena eseguita.
La mia profonda gratitudine, perciò, va innanzitutto a Sua Santità il Patriarca
Kirill. A Lui rivolgo il mio più fraterno e cordiale saluto, esprimendo
vivamente l’auspicio che la lode al Signore e l’impegno per il progresso della
pace e della concordia tra i popoli ci accomunino sempre più e ci facciano
crescere nella sintonia degli intenti e nell’armonia delle azioni. Ringrazio,
quindi, di vero cuore il Metropolita Hilarion, per il saluto che tanto
gentilmente ha voluto rivolgermi e per il suo costante impegno ecumenico,
congratulandomi con Lui per la sua creatività artistica, che abbiamo avuto modo
di apprezzare. Con Lui saluto con viva simpatia la Delegazione del Patriarcato
di Mosca e gli illustri rappresentanti del Governo della Federazione Russa.
Rivolgo il mio cordiale saluto ai Signori Cardinali e ai Vescovi qui presenti,
in particolare al Signor Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e a Mons. Gianfranco
Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che hanno
organizzato, con i loro Dicasteri e in stretta collaborazione con i
rappresentanti del Patriarcato, le "Giornate della cultura e della spiritualità
russa in Vaticano". Saluto, poi, gli illustri Ambasciatori, le distinte Autorità
e tutti voi, cari amici, fratelli e sorelle, in particolar modo le comunità
russe presenti a Roma e in Italia, che partecipano a questo momento di gioia e
di festa.
A suggellare questa occasione in modo davvero eccezionale e suggestivo è stata
chiamata la musica, la musica della Russia di ieri e di oggi, propostaci con
grande maestria dall’Orchestra Nazionale Russa, diretta dal maestro Carlo Ponti,
dal Coro Sinodale di Mosca, dalla Cappella dei Corni di Pietroburgo. Rivolgo un
grazie vivissimo a tutti gli artisti per il talento, l’impegno e la passione con
cui propongono all’attenzione di tutto il mondo i capolavori della tradizione
musicale russa. In queste opere, di cui oggi abbiamo ascoltato un significativo
saggio, è presente in modo profondo l’anima del popolo russo e con essa la fede
cristiana, che trovano una straordinaria espressione proprio nella Divina
Liturgia e nel canto liturgico che sempre l’accompagna. Esiste, infatti, un
legame stretto, originario, tra la musica russa e il canto liturgico: è nella
liturgia e dalla liturgia che quasi si sprigiona e prende avvio gran parte della
creatività artistica dei musicisti russi, per dar vita a capolavori che
meriterebbero una maggiore conoscenza nel mondo occidentale. Abbiamo avuto oggi
la gioia di ascoltare brani di grandi artisti russi dell’ ‘800 e del‘900, come
Musorgskij e Rimski-Korsakov, Čajkovskij e Rachmaninov. Tali compositori, e
quest’ultimo in particolare, hanno saputo far tesoro del ricco patrimonio
musicale-liturgico della tradizione russa, rielaborandolo e armonizzandolo con
motivi ed esperienze musicali dell’Occidente e più vicini alla modernità. In
questa scia credo vada collocata anche l’opera del Metropolita Hilarion.
Nella musica, dunque, già si anticipa e in qualche modo si realizza il
confronto, il dialogo, la sinergia tra Oriente e Occidente, come pure tra
tradizione e modernità. Proprio ad n’analoga visione unitaria e armonica
dell’Europa pensava il Venerabile Giovanni Paolo II, quando, riproponendo
l’immagine, suggerita da Vjačeslav Ivanovič Ivanov, dei "due polmoni" con cui
bisogna ritornare a respirare, auspicava una nuova consapevolezza delle profonde
e comuni radici culturali e religiose del continente europeo, senza le quali
l’Europa di oggi sarebbe come priva di un’anima e comunque segnata da una
visione riduttiva e parziale. Proprio per riflettere ulteriormente su queste
problematiche si è svolto ieri il Simposio, organizzato dal Patriarcato di
Mosca, dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e da quello
della Cultura, sul tema: "Ortodossi e Cattolici in Europa oggi. Le radici
cristiane e il comune patrimonio culturale di Oriente e Occidente".
Come ho più volte affermato, la cultura contemporanea, e particolarmente quella
europea, corre il rischio dell’amnesia, della dimenticanza e dunque
dell’abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato dalla fede
cristiana, che costituisce l’ossatura essenziale della cultura europea, e non
solo di essa. Le radici cristiane dell’Europa sono costituite infatti, oltre che
dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti,
anche dall’inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa
preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse
espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate,
favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano. Anche oggi
tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi
devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso
umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che
le nostre comunità cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima
fra tutte quella della secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da
Dio e dal suo progetto, ma finisce per negare la stessa dignità umana, in vista
di una società regolata solo da interessi egoistici.
Torniamo a far respirare l’Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai
credenti, ma a tutti i popoli del Continente, a promuovere la fiducia e la
speranza, radicandole nella millenaria esperienza di fede cristiana! In questo
momento non può mancare la testimonianza coerente, generosa e coraggiosa dei
credenti, perché possiamo guardare insieme al futuro comune come ad un avvenire
in cui la libertà e la dignità di ogni uomo e di ogni donna siano riconosciute
come valore fondamentale e sia valorizzata l’apertura al Trascendente, a Dio,
l’esperienza di fede come dimensione costitutiva della persona.
Nel brano di Musorgskij, intitolato L’angelo proclamò, abbiamo ascoltato
le parole rivolte dall’Angelo a Maria, e quindi anche a noi: "O Genti,
rallegratevi!". Il motivo della gioia è chiaro: Cristo è risorto dal sepolcro
"ed ha risuscitato i morti". Cari fratelli e sorelle, è la gioia di Cristo
Risorto che ci anima, ci incoraggia e ci sostiene nel nostro cammino di fede e
di testimonianza cristiana per offrire vera gioia e solida speranza al mondo,
per donare validi motivi di fiducia all’umanità, ai popoli dell’Europa, che
volentieri affido alla materna e potente intercessione della Vergine Maria.
Еще раз благодарю Патриарха Кирилла, митрополита Илариона, российских гостей,
оркестр, хоры, организаторов и всех присутствующих.
[Rinnovo il mio ringraziamento al Patriarca Kirill, al Metropolita Hilarion, ai
rappresentanti russi, all’orchestra, ai cori, agli organizzatori e a tutti i
presenti].
Su tutti voi e sui vostri cari scendano abbondanti le benedizioni del Signore.
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