La firma zoppa della Costituzione europea
Bernardo Cervellera, su AsiaNews del 28 agosto 2004



Senza il riferimento alle radici spirituali del continente, la tanto vantata pace dell’Europa rischia di aprire una voragine di conflitti.


La firma della Costituzione europea che domani si terrà a Roma suscita speranze e sconcerto in tutto il mondo. Dall' osservatorio di AsiaNews, abbiamo raccolto alcune voci da Terrasanta, Iraq, India, Cina. Tutti chiedono un maggiore coinvolgimento dell’Europa nella vita delle loro nazioni. 

Un coinvolgimento che non deve essere solo economico o di facciata, ma a livello di cultura, dialogo interreligioso, impegno per i diritti umani, per la costruzione della pace e della convivenza.

Ma come farà l’Europa a trovare tanta vitalità e fantasia creativa? Noi crediamo che la firma della Costituzione avvenga in un corpo azzoppato che farà fatica a camminare.

Perché questa Europa che predica di essere tollerante, dialogante con tutti e aperta a tutti i contributi, ha mostrato di essere profondamente intollerante nei confronti di un ministro proposto alla Commissione europea. Il motivo? È cattolico ed ha idee su matrimonio e omosessualità che non coincidono con la moda del “politicamente corretto”. A nulla sono valse tutte le precisazioni del ministro Rocco Buttiglione sulla differenza fra “Morale” personale e ubbidienza alle “Leggi” dell’Unione Europea. Di fatto egli è stato emarginato per la sua “morale cattolica”.

La campagna mediatica piena di manipolazioni e menzogne contro il ministro Buttiglione è solo l’ultimo caso di una serie. L’insofferenza verso la visione cristiana da parte dell’Unione Europea si esprime in molti altri segni: politici nord-europei sono implicati in campagne per il controllo delle nascite in Asia, Africa ed America Latina proponendo aborto, contraccettivi e lezioni contro Giovanni Paolo II additato come “il nemico” delle popolazioni in questione; il tentativo di bollare come “razzismo anti-femminile” la lettera del card. Ratzinger sulla collaborazione fra l’uomo e la donna; la condanna dei monaci del Monte Athos perché non permettono alle donne di visitare i loro monasteri; la proposta di mettere fuori legge il velo delle suore in Germania; la furia iconoclasta e pacifista di Zapatero in Spagna.

Tutti questi atteggiamenti di intolleranza e di delirio di onnipotenza sono l’ultimo frutto di un disegno per strappare l’Europa dalle sue radici cristiane. E siccome il cristianesimo ha di fatto offerto all’Europa una sintesi dei valori dell’ebraismo e della cultura greco-romana, tentare di soffocare queste radici equivale a cancellare la storia e l’identità europea tout court.

Senza questo riferimento alle radici spirituali del continente, la tanto vantata pace dell’Europa rischia di aprire una voragine di conflitti. Anzitutto fra gli stati membri che vedono nell’Unione Europea non la partecipazione ad un ideale, ma ad un mercato da cui trarre vantaggi e supremazie. E si sbriciola anche in modo conflittuale la difesa dei diritti umani: della madre contro il figlio, il feto, o l’embrione; del maschio contro la femmina;  dell’ecologia contro l’uomo.

A tutto questo l’Unione Europea per ora risponde solo con l’intolleranza della sua democrazia formale, che è l’altra faccia del relativismo filosofico e dell’integralismo economico.

Un’Europa così azzoppata non potrà incontrare altri popoli e culture: potrà al massimo mercanteggiare in armi, industrie, tecnologie, manodopera a basso costo esportando il suo vuoto. Intanto, la sua violenza economica, così intollerante verso le religioni del suo passato, creerà schiavi per il nuovo dio dell’euro.

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