24/02/2009 – JERUSALEM (NOVOpress) – Il quotidiano Al-Ayyam
(giornale dell'Autorità palestinese) ha pubblicato la testimonianza di Abd
Al-Nasser Al-Najjar. Questo giornalista musulmano si scaglia contro le
persecuzioni di cui è vittima la comunità cristiana in Palestina dove alcune
migliaia di cristiani, su più di un milione di musulmani, tentano di
sopravvivere. « Siamo onesti con noi stessi, riconoscendo coraggiosamente
che i cristiani palestinesi ricevono molti colpi duri, continuando a
soffrire in silenzio per non attirare l'attenzione », dichiara Abd
Al-Nasser Al-Najjar.
Espropriazioni, saccheggi, aggressioni fisiche... l'autore esprime
dettagliatamente il difficile quotidiano dei cristiani in terra islamica:
« Durante gli ultimi anni, molti miei amici cristiani mi hanno confidato le
intollerabili sofferenze, le minacce,perfino di morte, proferite perché essi
avevano tentato di recuperare le loro terre usurpate da parte di influenti
residenti di Betlemme. Malgrado tutte le ingiustizie, nessuna azione
costruttiva è stata presaper arginare il fenomeno e difendere i loro
diritti, da nessuno dei tre ambiti [esecutivo, legislativo e giudiziario],
né da parte delle ONG, e neppure da partiti politici». Risultato, a
Betlemme, luogo di nascita di Gesù, i cristiani sono obbligati a fuggire
queste persecuzioni. Nel 1990, il 60% della popolazione era cristiana. Oggi,
questa cifra è caduta a meno del 20%.
Abd Al-Nasser denuncia anche l'impunità, vedere l'indifferenza che regna
di fronte a queste persecuzioni : « Il problema è che non sono solo i
funzionari arabi che tacciono, ma, ciò che è più inquietante, gli
intellettuali arabi, le élites, le organizzazioni non governative e i
dirigenti del settore privato. Tutti questi gruppi assistono a questa follia
senza precedenti senza valutare il pericolo rappresentato da questi crimini
». Abd Al-Nasser esorta i suoi correligionari a « alzare il tono e
ristabilire i diritti violati dei cristiani ». Una voce nel deserto?
[Fonte: http://fr.novopress.info/?p=15721 - Traduzione dal francese a
cura di InternEtica]