Un netto richiamo sul diritto alla
libertà religiosa “ai singoli e alle comunità” è stato fatto da
Benedetto XVI all’Angelus di oggi, davanti a migliaia di pellegrini in
piazza san Pietro.
Il papa ha affermato il diritto che ogni uomo ha alla ricerca della verità
e a professare la fede e ha ricordato la dichiarazione conciliare Dignitatis
Humanae, a 40 anni dalla sua emanazione. Dopo quarant’anni, ha aggiunto il
papa, questo insegnamento conciliare “resta ancora di grande attualità.
Infatti la libertà religiosa è ben lontana dall’essere ovunque
effettivamente assicurata: in alcuni casi essa è negata per motivi religiosi
o ideologici; altre volte, pur riconosciuta sulla carta, viene ostacolata nei
fatti dal potere politico oppure, in maniera più subdola, dal predominio
culturale dell’agnosticismo e del relativismo”.
Nei giorni scorsi il Vaticano ha accusato la mancanza di libertà religiosa
in Cina, denunciando l’arresto di 6 sacerdoti e le violenze contro 16
suore cinesi a Xian, picchiate selvaggiamente per aver difeso una scuola
diocesana dalla demolizione.
Violenze per motivi “religiosi” si registrano in Arabia Saudita, India,
Indonesia e altri paesi segnati dal fondamentalismo religioso. Violenze a
motivo “dell’agnosticismo e del relativismo” avvengono nell’occidente
postcristiano, con l’emarginazione del contributo dei cristiani alla società
sui temi della vita, della morale, della politica.
Dopo l’Angelus il papa ha ricordato che il 9 dicembre si celebrano i 30
anni della dichiarazione Onu sulla dignità dei portatori di handicap. E
parlando ai pellegrini polacchi, ha pregato per i minatori. Oggi, 4
dicembre è infatti la festa di santa Barbara, loro protettrice.
Ecco le parole dette dal papa prima della preghiera mariana:
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Cari fratelli e sorelle!
In questo tempo d’Avvento la Comunità ecclesiale, mentre si prepara a
celebrare il grande mistero dell’Incarnazione, è invitata a riscoprire e
approfondire la propria relazione personale con Dio. La parola latina "adventus"
si riferisce alla venuta di Cristo e mette in primo piano il movimento di Dio
verso l’umanità, al quale ciascuno è chiamato a rispondere con
l’apertura, l’attesa, la ricerca, l’adesione. E come Dio è sovranamente
libero nel rivelarsi e nel donarsi, perché mosso soltanto dall’amore, così
anche la persona umana è libera nel dare il suo, pur doveroso, assenso: Dio
attende una risposta d’amore. In questi giorni la liturgia ci presenta come
modello perfetto di tale risposta la Vergine Maria, che giovedì prossimo 8
dicembre contempleremo nel mistero dell’Immacolata Concezione.
La Vergine è Colei che resta in ascolto, pronta sempre a compiere la
volontà del Signore, ed è esempio per il credente che vive nella ricerca di
Dio. A questo tema, come pure al rapporto tra verità e libertà, il Concilio
Vaticano II ha dedicato un’attenta riflessione. In particolare, i Padri
Conciliari hanno approvato, proprio quarant’anni or sono, una Dichiarazione
concernente la questione della libertà religiosa, cioè il diritto delle
persone e delle comunità a poter ricercare la verità e professare
liberamente la loro fede. Le prime parole che danno il titolo a tale Documento
sono "dignitatis humanae": la libertà religiosa deriva dalla
singolare dignità dell’uomo che, fra tutte le creature di questa terra, è
l’unica in grado di stabilire una relazione libera e consapevole con il suo
Creatore. "A motivo della loro dignità – dice il Concilio – tutti
gli uomini, in quanto sono persone, dotate di ragione e di libera volontà…
sono spinti dalla loro stessa natura e tenuti per obbligo morale a cercare la
verità, in primo luogo quella concernente la religione" (DH, 2).
Il Vaticano II riafferma così la dottrina tradizionale cattolica per cui
l’uomo, in quanto creatura spirituale, può conoscere la verità e, quindi,
ha il dovere e il diritto di cercarla (cfr ivi, 3). Posto questo fondamento,
il Concilio insiste ampiamente sulla libertà religiosa, che dev’essere
garantita sia ai singoli che alle comunità, nel rispetto delle legittime
esigenze dell’ordine pubblico. E questo insegnamento conciliare, dopo
quarant’anni, resta ancora di grande attualità. Infatti la libertà
religiosa è ben lontana dall’essere ovunque effettivamente assicurata: in
alcuni casi essa è negata per motivi religiosi o ideologici; altre volte, pur
riconosciuta sulla carta, viene ostacolata nei fatti dal potere politico
oppure, in maniera più subdola, dal predominio culturale dell’agnosticismo
e del relativismo.
Preghiamo perché ogni uomo possa realizzare pienamente la vocazione
religiosa che porta inscritta nel proprio essere. Ci aiuti Maria a riconoscere
nel volto del Bambino di Betlemme, concepito nel suo seno verginale, il divino
Redentore venuto nel mondo per rivelarci il volto autentico di Dio.