Rapporti difficili tra le comunità islamica e cristiana in Egitto.
Oltre cento persone sono arrestate ieri ad Alessandria d'Egitto, a seguito degli scontri con
la polizia, che ha impedito l'assalto ad una chiesa copta da parte di
una folla di circa 5 mila musulmani.
Si registra purtroppo la morte di
tre persone. Le violenze sarebbero scoppiate per la diffusione di un
DVD di una rappresentazione teatrale, giudicata irriverente e blasfema
per l’islam. Ma in quale contesto dei rapporti tra cristiani e
musulmani è avvenuto questo nuovo episodio di tensione che giunge
dopo il ferimento di una suora copta, la scorsa settimana, da parte di
un giovane islamico?
________________
R. – Le due comunità, cristiani e musulmani, evidentemente hanno
alle spalle tutta una storia. Ci sono stati periodi di distensione, ma
direi che fondamentalmente il cristiano in Egitto ha sempre l’impressione
di esser discriminato nella vita pubblica. I musulmani, essendo la
maggioranza, su questo aspetto sono meno sensibili. Quindi si vive in
una situazione di equilibrio instabile. Si spera, attraverso il
dialogo, di poter giungere poco alla volta ad una situazione più
chiara, più stabile. Credo che non siamo ancora a quel punto lì, per
cui una parte che si sente insultata dall’altra, scatena dei
sentimenti…
D. – Ci sono comunque appelli alla moderazione, anche da parte
musulmana, quindi vuol dire che c’è una volontà di dialogo?
R. – Appelli é facile farli, occorre però mettersi seriamente
in cammino, occorre sviluppare una mentalità critica e autocritica.
Questo mi sembra il punto debole in cui non si vede gran che. Ci sono
degli sforzi, indubbiamente, però bisogna dire che le dichiarazioni
ufficiali non cambiano la situazione. Nel campo dei diritti umani, in
particolare, la dignità della persona, la libertà di coscienza, di
parola, il mondo islamico ha dei problemi molto seri ed un dialogo
serio li deve affrontare, non si può fingere che non esistano.
D. – In questo tentativo di dialogo, qual è il ruolo della
Chiesa cattolica, di voi missionari?
R. – Quello di promuovere, attraverso il dialogo, i valori
fondamentali della persona, fare un cammino insieme e attraverso le
nostre scuole, le opere sociali. Far maturare una coscienza comune in
cui questi diritti siano rispettati. C’è qualcuno che non vuole far
progredire un discorso sui diritti umani serio e quindi agita un po’
sempre questi spettri del fanatismo, li provoca, eccetera. Da parte
cattolica bisogna sostenere l’impegno di studio perché uno dei
punti per far progredire la situazione è portare avanti degli studi e
delle ricerche serie che presentino una visione diversa, più
oggettiva delle cose. Quindi c’è tutto un insieme di lavoro da fare
proprio a livello intellettuale, di muovere le idee, più il lavoro
pratico che si fa attraverso l’educazione, le opere sociali, per
creare una base comune di valori umani su cui costruire una convivenza
pacifica.
___________________
[Fonte: Radio Vaticana 24 ottobre 2005]
Il Cairo trova la
pace nella spazzatura
torna su
Musulmani
e cristiani insieme per aiutare i ragazzi che vivono nel quartiere
dei raccoglitori di immondizia al Cairo, capitale dell'Egitto,
offrendo loro un ambiente pulito in cui studiare e ricevere
assistenza. Il progetto, lanciato dal missionario italiano Luciano
Verdoscia, è iniziato tre anni fa e accoglie 250 bambini; obiettivo
è anche costituire un esempio di collaborazione tra persone di
differente religione. La pace e il futuro possono nascere persino
tra i rifiuti. [da "Avvenire del 24 ottobre]