Nuove tensioni in Egitto tra musulmani e cristiano-copti

...ma ci sono anche semi di pace

Ne parla a Radio Vaticana Giuseppe Scattolin, da anni missionario al Cairo:


Rapporti difficili tra le comunità islamica e cristiana in Egitto. Oltre cento persone sono arrestate ieri ad Alessandria d'Egitto, a seguito degli scontri con la polizia, che ha impedito l'assalto ad una chiesa copta da parte di una folla di circa 5 mila musulmani.

Si registra purtroppo la morte di tre persone. Le violenze sarebbero scoppiate per la diffusione di un DVD di una rappresentazione teatrale, giudicata irriverente e blasfema per l’islam. Ma in quale contesto dei rapporti tra cristiani e musulmani è avvenuto questo nuovo episodio di tensione che giunge dopo il ferimento di una suora copta, la scorsa settimana, da parte di un giovane islamico?

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R. – Le due comunità, cristiani e musulmani, evidentemente hanno alle spalle tutta una storia. Ci sono stati periodi di distensione, ma direi che fondamentalmente il cristiano in Egitto ha sempre l’impressione di esser discriminato nella vita pubblica. I musulmani, essendo la maggioranza, su questo aspetto sono meno sensibili. Quindi si vive in una situazione di equilibrio instabile. Si spera, attraverso il dialogo, di poter giungere poco alla volta ad una situazione più chiara, più stabile. Credo che non siamo ancora a quel punto lì, per cui una parte che si sente insultata dall’altra, scatena dei sentimenti…

D. – Ci sono comunque appelli alla moderazione, anche da parte musulmana, quindi vuol dire che c’è una volontà di dialogo?

R. – Appelli é facile farli, occorre però mettersi seriamente in cammino, occorre sviluppare una mentalità critica e autocritica. Questo mi sembra il punto debole in cui non si vede gran che. Ci sono degli sforzi, indubbiamente, però bisogna dire che le dichiarazioni ufficiali non cambiano la situazione. Nel campo dei diritti umani, in particolare, la dignità della persona, la libertà di coscienza, di parola, il mondo islamico ha dei problemi molto seri ed un dialogo serio li deve affrontare, non si può fingere che non esistano.

D. – In questo tentativo di dialogo, qual è il ruolo della Chiesa cattolica, di voi missionari?

R. – Quello di promuovere, attraverso il dialogo, i valori fondamentali della persona, fare un cammino insieme e attraverso le nostre scuole, le opere sociali. Far maturare una coscienza comune in cui questi diritti siano rispettati. C’è qualcuno che non vuole far progredire un discorso sui diritti umani serio e quindi agita un po’ sempre questi spettri del fanatismo, li provoca, eccetera. Da parte cattolica bisogna sostenere l’impegno di studio perché uno dei punti per far progredire la situazione è portare avanti degli studi e delle ricerche serie che presentino una visione diversa, più oggettiva delle cose. Quindi c’è tutto un insieme di lavoro da fare proprio a livello intellettuale, di muovere le idee, più il lavoro pratico che si fa attraverso l’educazione, le opere sociali, per creare una base comune di valori umani su cui costruire una convivenza pacifica.
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[Fonte: Radio Vaticana 24 ottobre 2005]

Il Cairo trova la pace nella spazzatura                            torna su

Musulmani e cristiani insieme per aiutare i ragazzi che vivono nel quartiere dei raccoglitori di immondizia al Cairo, capitale dell'Egitto, offrendo loro un ambiente pulito in cui studiare e ricevere assistenza. Il progetto, lanciato dal missionario italiano Luciano Verdoscia, è iniziato tre anni fa e accoglie 250 bambini; obiettivo è anche costituire un esempio di collaborazione tra persone di differente religione. La pace e il futuro possono nascere persino tra i rifiuti. [da "Avvenire del 24 ottobre]

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